Estratto dell’articolo di Mirella Serri per "la Stampa"
lilli gruber
[…] il porno è uscito dalla sfera del proibito e la sua versione online oggi rappresenta il 30 per cento del traffico di immagini. È un'industria che va alla grande e XXVideos, xHamster e Pornohub sono tra i siti più visitati al mondo. Chi sono gli utenti più appassionati? Gli italiani si fanno notare, secondo i dati diffusi da Pornhub, tra i principali fruitori di video hard, collocati tra la sesta e l'ottava posizione, dopo Stati Uniti, Filippine e Francia […]
COPERTINA NON FARTI FOTTERE - LILLI GRUBER
«Il porno non è più, se mai lo è stato, una faccenda per adulti consapevoli», ci avverte Lilli Gruber: la notissima conduttrice di Otto e mezzo su La 7 nonché saggista e scrittrice, nel suo nuovo libro, Non farti fottere. […] Nell'elaborata inchiesta - ricca di dati e di interviste con Roberto D'Agostino, Rosi Braidotti, Alessandra Graziottin, Rocco Siffredi e altri - Gruber si interroga se esista un legame tra l'attuale aumento delle violenze sulle donne, femminicidi e stupri, e il rapporto dei minori con l'industria del porno.
I video di Pornhub o di xHamster propongono ai loro consumatori stereotipi femminili spesso umilianti e violenti in cui il sesso tra uomo e donna è descritto come un incontro tra dominatori e dominate e l'elemento femminile appare nel ruolo di figura subalterna agli appetiti maschili. Nelle scuole della Penisola mancano i corsi sulla delicata questione del piacere, del corpo e della scoperta di sé. Non tutti però sono d'accordo sulla dannosità del porno.
ROBERTO D'AGOSTINO
«La pornografia ha sovvertito la nostra vita sessuale in positivo», osserva D'agostino, autore del film documentario di gran successo Roma santa e dannata in cui esplora i meandri della Capitale licenziosa mentre sul suo popolarissimo sito Dagospia le rubriche hard sono quotidiane. «Con il porno la nostra immaginazione crea un mondo parallelo... la fantasia è il centro di ogni autorealizzazione erotica e va "viagrizzata" di immagini, comprese quelle più torbide. Come ironizzò Woody Allen "il sesso è sporco solo se è fatto bene"».
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Nella sua investigazione sui molteplici aspetti dell'industria del sesso online Gruber però utilizza numerosi studi i quali dimostrano che il mondo virtuale contribuisce ad allentare i freni inibitori mentre i ragazzi finiscono per scambiare i filmati di giochi, penetrazioni e coiti realizzati su un set cinematografico con la vita reale.
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Il dibattito è acceso anche tra le femministe: le sostenitrici della tendenza anti-porn puntano il dito sulla schiavitù a cui sono costrette le attrici di questa cinematografia priva di regole. Ma esistono anche studiose del porno le quali ritengono che le donne debbano praticare qualsiasi tipo di professione. Qual è infine lo stato di salute mentale dei più giovani che fanno un uso così intenso dei social media? Il Financial Times ha denunciato che in Gran Bretagna esiste un legame tra la frequentazione intensiva di internet e il raddoppio dei suicidi dei ragazzi i quali proprio sul web registrano cocenti sconfitte e non si sentono all'altezza dei modelli proposti.
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[…] Il porno, sostiene Gruber, non fa crescere e le ultime generazioni non appaiono connotate da una sessualità più libera e ricca ma sono disorientate e inclini a comportamenti a rischio. La giornalista rivolge un appello agli adolescenti: «Non fatevi fottere. Uscite dal sexy shop virtuale, perché non è vero che lì si trova tutto». Nel porno online «manca il rispetto per la vostra dignità, perché lì siete soprattutto merci, non persone», è il richiamo sentito di Gruber. «Mollate lo smartphone e riprendete in mano la vostra sessualità».
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