Da “Posta e Risposta – la Repubblica”
MIRELLA SERRI 2
Caro Francesco, i maoisti di un tempo non sarebbero stati tali se gli intellettuali italiani si fossero impegnati contro le dittature e le menzogne. Nel 1957 una sinologa poco più che trentenne, Edoarda Masi, andò in Cina. Scrisse un libro in cui denunciava i campi di rieducazione, le torture e le violenze di cui poco si sapeva in Europa.
Nel 1960 consegnò il libro all'Einaudi e si formarono due schieramenti, uno con a capo Franco Fortini, che era per la pubblicazione, e l'altro di cui i più vivaci sostenitori furono Giulio Einaudi e Italo Calvino. Sostenevano che pubblicarlo avrebbe fatto “il gioco della reazione”. E il libro, che avrebbe fatto discutere, messo al corrente i giovani di quello che accadeva in Cina e scosso le coscienze, non fu pubblicato.
Mirella Serri
Risposta di Francesco Merlo:
Cara Mirella, il bilancio delle esecuzioni sommarie della Rivoluzione culturale va dai 750 mila al milione e mezzo di morti. Il libretto rosso è il libro più venduto dopo la Bibbia: 5 miliardi di copie in 40 lingue. Per non fare “il gioco della reazione” Einaudi pubblicò le opere di Mao: “Delle Contraddizioni tra il Popolo” e poi “Rivoluzione e costruzione.
giulio einaudi
Scritti e discorsi”. Edoarda Masi (1927 – 2011) ha insegnato cinese nelle università di Torino, Venezia, Roma, Urbino, Trento e, soprattutto, all'Orientale di Napoli. Ha insegnato all'università di Shangai e la sua biblioteca, più di duemila volumi, è stata acquisita dalla Biblioteca Braidense.
giulio einaudi editore FRANCESCO MERLO edoarda masi