Estratto dell’articolo di www.corriere.it
buco nero scoperto dal telescopio nasa james webb
Ha più di 13 miliardi di anni il buco nero più «vecchio» dell'universo, scoperto dalle lenti del telecopio James Webb della Nasa. La conferma di questa rivelazione è arrivata grazie alla pubblicazione di uno studio sulla rivista scientifica Nature, che ha analizzato i dati rilevati dalle potentissime lenti del James Webb.
La ricerca è stata condotta dall'università di Cambridge e, come spiega Ansa, a capo degli astronomi che hanno partecipato a questa storica scoperta c'è l'italiano Giuseppe Maiolino, parte del dipartimento di fisica dell'ateneo inglese. «Si tratta di un gigantesco passo in avanti per la ricerca», ha spiegato il professore su Nature. [...]
Giuseppe Maiolino
Il grado di anzianità del buco nero (un corpo celeste con un campo gravitazionale molto intenso in grado di «mangiare» anche la luce, ndr) è risultato evidente quando, dalle analisi delle sue caratteristiche, gli scienziati si sono resi conto che ha «solo» 400 milioni di anni in meno del Big Bang.
«I nuovi dati ottenuti con il telescopio hanno escluso alcune delle teorie più standard sulla formazione di questi buchi neri - ha spiegato Maiolino all'Ansa - e quindi è stato necessario svilupparne di nuove». Il buco nero, oltre ad essere molto antico, è anche massiccio, infatti supera di qualche milione di volte la massa del Sole.
buco nero scoperto dal telescopio nasa james webb
[…] La singolarità della scoperta è legata però all'età del buco nero: gli astronomi, infatti, ritenevano che corpi simili trovati al centro di galassie come la Via Lattea avessero bisogno di miliardi di anni per diventare così massicci. Questo buco nero, però, prima della formazione dell'universo aveva già queste dimensioni, quindi si dovranno trovare delle nuove spiegazioni scientifiche che spieghino il fenomeno.
Adesso gli studiosi vogliono creare dei piccoli «semi» di buchi neri, per fare luce appunto sui processi di formazione. Un altro dettaglio che dovrà essere indagato dagli astronomi riguarda la velocità con cui il buco nero sta «mangiando» la galassia GN-z11 che lo ospita.
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