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    IL MISTERO DELLA CASA DI CAMPO MARZIO – PUR DI EVITARE DOMANDE IMBARAZZANTI, TREMONTI PATTEGGIA SBORSANDOLA SOMMETTA DI 40 MILA EURO


     
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    Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

    Giulio TremontiGiulio Tremonti

    Ha chiesto il patteggiamento per evitare il processo. E l'intesa con il pubblico ministero è stata raggiunta. Giulio Tremonti pagherà 40 mila euro per uscire dall'inchiesta sulla casa di via Campo Marzio a Roma che il suo consigliere politico Marco Milanese gli aveva messo a disposizione. Quattro anni dopo aver abbandonato l'appartamento che gli costò l'accusa di finanziamento illecito, l'ex Ministro dell'Economia sceglie il rito alternativo e sigla con il sostituto procuratore Paolo Ielo l'accordo che dovrà adesso essere ratificato dal giudice.

    GIULIO TREMONTI E MARCO MILANESEGIULIO TREMONTI E MARCO MILANESE

    E' la fine di un caso che certamente ha segnato la sua carriera politica, ma anche la sua storia personale. E, come spiega lui stesso, «è proprio l'aspetto che riguarda la mia famiglia, oltre al rispetto che ho per la magistratura, ad avermi convinto dell'opportunità di pagare la pena pecuniaria e chiudere la vicenda».

    LEDIFICIO DI VIA CAMPO MARZIOLEDIFICIO DI VIA CAMPO MARZIO

    L'indagine avviata dai magistrati di Napoli Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli risale al 2011. Nel mirino ci sono gli affari siglati da Milanese, gli appalti che avrebbe agevolato quando - dopo essersi congedato dalla Guardia di Finanza - andò a lavorare presso il dicastero di via XX settembre, il suo legame con il costruttore Angelo Proietti che si occupò della ristrutturazione dell'appartamento e che - questo il sospetto degli inquirenti - lo avrebbe fatto per avere in cambio lavori e commesse della Sogei, la Società generale di informatica, controllata dall'Economia.

    La casa di via Campo Marzio dove viveva TremontiLa casa di via Campo Marzio dove viveva Tremonti

    Proprio esplorando i suoi contatti si scopre che ha ottenuto in affitto due appartamenti dal «Pio Sodalizio dei Piceni». A che titolo? Proietti viene interrogato e dichiara: «Fui io a far avere a Milanese un piccolo appartamento e poi lui prese anche quello di via Campo Marzio. Poiché doveva essere ristrutturato fissai il costo dei lavori in 200 mila euro e quella cifra riuscii a fargliela scalare dal canone. In realtà la ristrutturazione mi costò circa 50 mila euro, ma la feci a titolo gratuito».

    Il contratto di affitto viene siglato nel 2009, ma un anno dopo quella casa viene messa a disposizione di Tremonti. Lui dice di aver accettato l'ospitalità del suo collaboratore, Milanese lo smentisce. Nell'estate 2011, di fronte alla giunta della Camera che doveva pronunciarsi sulla richiesta di arresto inoltrata nei suoi confronti dai magistrati partenopei, quest'ultimo racconta che Tremonti gli ha rimborsato ogni mese 4.000 euro in nero fino all'estate del 2011 quando le polemiche lo convinsero dell'opportunità di andare via.

    GRAZIA VOLOGRAZIA VOLO

    E qui c'è la contraddizione più evidente: se Proietti dice di non aver ricevuto il canone, chi ha intascato il denaro? Possibile che sia stato proprio il consigliere politico? Sospetti che Milanese cerca di sviare un anno fa quando invia una lettera a Tremonti chiedendogli la restituzione della somma versata «sino al mese di aprile 2012 quando ha provveduto al pagamento dell'intero importo».

    Accuse, contraccuse, veleni che alla fine hanno persuaso Tremonti - assistito dagli avvocati Grazia Volo e Pier Maria Corso - a cercare l'accordo con la procura, che si dichiara favorevole proprio perché in questo modo dimostra la bontà del proprio impianto. E così sono stati fatti i conti. Per il finanziamento illecito la pena prevista era di 9 mesi più 21 mila euro di multa, che scendono a 6 mesi e 14 mila euro con la concessione delle attenuanti e a 4 mesi e 10 mila euro con lo sconto previsto quando si sceglie il rito alternativo. Calcolando che per ogni giorno bisogna versare 250 euro si raggiungono così i 30 mila da sommare all'ammenda.

     

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