Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”
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È rimasta una ragazza: Mita Medici apre la porta di casa, a due passi da San Pietro. La gran chioma trattenuta da una pinza, sottile, pantaloni della tuta, il maglione blu con la scritta ricamata: “Mi metti ansia”. Parliamone. Ride: “Mi divertiva. Con qualcuno serve, è un avvertimento”. Salotto pieno di ricordi, locandine, libri, foto; la gatta Micia, acciambellata su una sedia, vigila.
All’anagrafe Patrizia Vistarini, 72 anni formidabili, figlia dell’attore Franco Silva (vero nome Francesco Vistarini) e di Anna Maria Perini, ex indossatrice, entrambi bellissimi. L’ex ragazza del Piper, la star di Canzonissima con Pippo Baudo, che ha attraversato con grazia teatro cinema tv senza mai scegliere, fidanzata con Franco Califano e Adriano Panatta, corteggiata da Robert De Niro, racconta la sua vita quasi stupendosi di quello che ha vissuto. E che non ha vissuto. “Io le chiamo ‘sliding doors’, capitano nella vita di tutti”.
mita medici
Nella sua, però, sono parecchie. Cominciamo dagli inizi?
“Pentirsi è stupido, però ogni tanto mi dico: eri proprio scema. Ma prima pensavamo a vivere, a conoscere, a giocare, oggi si deve vendere tutto. All’epoca c’era il gusto di imparare e di scoprire. Poi capisco, i miei erano persone anticonvenzionali. Vinsi il concorso Miss Teenager e partii per Los Angeles, senza mia madre, per rappresentare l’Italia. Mi accompagnò una giornalista che non conoscevo”.
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Partiamo da Roma, Via Tagliamento: il Piper era il suo regno?
franco califano mita medici
“Dopo la scuola, era il luogo dove incontrarsi, ballare e ascoltare la musica, che è importante, precede i cambiamenti o li accompagna. Trionfavano Claudio Villa e la Cinquetti, con tutto il rispetto, al Piper suonavano i gruppi, scoprivamo la swinging London, l’inglese l’ho imparato lì. […]
Chi vedeva?
“Loredana Bertè, Renato Zero, Patty Pravo, Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Carlo Verdone. Che persona stupenda, ho partecipato a Vita da Carlo 2. Il Piper era un mondo. Ci rendiamo conto che oggi alle feste comanda il disc jockey? Non mi piace chi comanda”.
Era libera da ragazza e lo è oggi?
mita medici franco califano
“Non sono esibizionista ma vivo le emozioni: non quelle che posso far scaturire negli altri, le mie. Mi piace parlare e ascoltare, che è la cosa più importante. Mi nutro di quello che mi sta intorno, è sempre stato così. Al Piper ci appartavamo sulle scalette, qualcuno veniva per pomiciare, ovvio”.
Era corteggiatissima, è vero che Luigi Tenco frequentava il Piper per vederla?
“Così mi hanno detto. Dopo, però. ‘Sai che gli piacevi e veniva per te?’. Un artista meraviglioso, sensibile, molto più grande di me, chi poteva immaginarlo. Io andavo al Piper per stare con gli amici e ballavo come una pazza. Non ascoltavamo la musica per stordirci ma per stare insieme, confrontarci sul Vietnam, facevamo la manifestazioni, adesso le piazze sono state abbandonate”.
mita medici nel 1967
Gli uomini che ruolo hanno avuto nella sua vita?
“Franco Califano è stato il primo amore importante consapevole, una persona molto profonda, negli ultimi tempi preso in contropiede dalla vita. Siamo andati a convivere. Come poeta e autore, i miei lo rispettavano. Con Franco siamo rimasti amici senza frequentarci, ma ogni volta che ci vedevamo era una festa. È finita, ero giovane. Mi ha voluto bene, sempre e per sempre, lo so”.
E Adriano Panatta?
“Era dolce, gentile, bello. Siamo andati insieme per la prima volta a Stromboli, stavamo con un gruppo di amici a Panarea, ci dissero che era obbligatorio fare un giro a Stromboli. Partimmo in tre, giro dell’isola: bella, deserta, selvaggia. Poi ci fermiamo a mangiare da Stefano al canneto. Arriva l’aliscafo per ripartire, Adriano e l’altro si erano addormentati sotto una barca. C’era tutto il paese che ci guardava. Negli anni sono sempre tornata a Stromboli”.
mita medici franco nero foto di bacco
È stato un grande amore?
“Con Adriano eravamo coetanei, abbiamo anche cercato casa. Quando facevo Ciao Rudy – in compagnia c’era Loredana Bertè, abbiamo fatto tutta la tournée viaggiando in 500 – avevo conosciuto un’altra persona, il rapporto già scricchiolava. Adriano veniva a Milano a trovarmi, mi mandava le rose. Gli ho voluto bene. Una sera, stavamo in albergo, ero radioamatrice, stavo armeggiando e l’ho beccato con Loredana che facevano Cip e Ciop. Doveva essere così”.
Che importanza ha avuto l’amore nella sua vita?
mita medici al piper club
“È stato importante, come un integratore, si diventa anche più carine quando si innamora. Ma il matrimonio no. Mi sembra una coercizione, non ci ho mai tenuto a essere iscritta nell’albo degli sposati”.
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Nel 1978 dopo aver fatto teatro, parte per Los Angeles. Cosa sognava?
“Amavo il cinema. Grazie a Gianni Minà avevo conosciuto tante persone. A New York avevo incontrato Francesca De Sapio, in quel periodo si andava ai party. Una sera arrivano Al Pacino e De Niro. Sussurro: ‘Quello sembra Al Pacino’, mi danno una gomitata: è Al Pacino.
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Chiacchiero con De Niro, mi chiede il numero, riparto per Los Angeles. Ero fidanzata. Lui telefona. Gli dico: ‘Vado all’Actor’s studio, se vuoi ci vediamo là’. La mattina dopo arriva, ho guadagnato parecchi punti a scuola. In quel periodo faceva Toro scatenato. Un saluto, tutto qui. Poi ho fatto su e giù con l’America per anni. Ho tradotto, adattato, anche portato qualche testo. Con Sergio Rubini, a cui sono stata legata, abbiamo fatto tante cose”.
Rimpianti?
“Scientificamente delle cavolate le ho fatte”.
Come si definirebbe?
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“Una volta Alberto Sordi, mi spiegò: ‘Da quando ho cominciato, ho voluto rappresentare l’italiano medio e ho rifiutato tante cose’. È stato coerente. Dentro, sono precaria. Vede queste cose ammonticchiate? Mi dico: poi finirò di riordinare la casa. Il definitivo mi spaventa”.
Non ha avuto figli, ci pensa mai?
“Non sono venuti al momento giusto e dopo non ho mai sentito l’esigenza di diventare madre. Oggi ogni tanto però ci penso: mi sarei divertita”.
Chi frequenta?
“Un gruppo di amiche, più giovani di me di dieci anni. Con Carlo Verdone e Renato Zero, diciamo sempre che dobbiamo vederci prima che arrivino le cataratte”.
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Senza cadere nella nostalgia, pensa che prima fosse meglio?
“Le persone erano migliori, non so se ci sia un modo di recuperare la gioia di vivere. Non volevi essere quella che sapeva tutto. Ci piaceva scoprire. Oggi in giro non vedo grande curiosità, la molla di tutto. E l’immiserimento si vede”. […]
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