Niccolò Fantini per Novella 2000
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Moana Pozzi è stata un’avanguardia femminile: la donna che, contrastata dai benpensanti e amata dal pubblico, nei rampanti anni ’80 e nei primi anni ’90 ha maggiormente trasformato il costume dell’Italia della Prima Repubblica.
Moana se ne è andata venticinque anni fa, il 15 settembre del 1994 a Lione, in Francia. Aveva appena 33 anni. Ma la sua morte, inattesa e rapida, si è subito velata di un mistero che, ancora oggi, alimenta fake news e pagine di giornali. Ma ne incrementa anche il mito, fino a cristallizzare la leggenda della pornostar.
MOANA POZZI PRIMA E DOPO GLI INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA
Moana Pozzi era un’attrice di film a luci rosse e una donna intraprendente: viveva nel progresso e si affermò da sola in un’Italia bigotta. Proveniva da una famiglia borghese di Genova, era una donna colta e intelligente: l’eleganza, la bellezza, ma soprattutto l’eloquio e il fine pensiero la resero una protagonista, nella società e nella TV. Novella 2000 ha chiesto all’attore, regista e produttore di film per adulti Rocco Siffredi un ritratto personale di Moana.
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Secondo lei Moana Pozzi sarebbe stata una grande pornostar, anche oggi, nel mondo dei social e dei video online?
«Credo che Moana, essendo una persona estremamente intelligente, se oggi avesse continuato a fare la pornostar si sarebbe adeguata ai tempi. Ma ci tengo a dire che Moana era una donna molto arguta, sensuale e affascinante. Anche se, in realtà, era poco interessata al sesso: era quasi asessuata. Io lo dico sempre: sul set giriamo dei film, ma il sesso non si può recitare.
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Fingere la passione, durante l’atto sessuale, è l’unica cosa che non si riesce a fare. Moana, con la sua bellezza e con quella marcia in più che solo lei aveva, se oggi avesse fatto ancora la pornostar sono sicuro che avrebbe guardato dall’alto in basso molte colleghe di lavoro. Se devo esprimere un parere professionale sulla sessualità direi che oggi le attrici danno davvero molto sul set, ma si divertono e sono protagoniste attive. Chi guarda il porno lo percepisce. Oggi l’intrattenimento per adulti è molto amplificato, estremo. E Moana non era una persona estrema».
Quindi anche secondo lei come Moana nessuna mai?
«Nessuna. Assolutamente insostituibile. Una donna con qualità uniche, che l’hanno resa la diva che è diventata. Anche l’Italia l’ha capito e la gente infatti l’ha divinizzata: in una fase storica complicata, Moana Pozzi è stata la pornostar che ha fatto da apripista femminile, oltre trent’anni fa.
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Lei è stata la prima donna, non senza difficoltà, ad aprire il mondo del porno alle famiglie italiane. Era una donna con un carattere e un’attitudine che le permettevano di elevarsi sopra a tante persone e ben oltre il mondo del cinema per adulti. Aveva una leggerezza e una classe davvero introvabili. Sia nel porsi sia nel mostrarsi. Come nel rispondere anche alle cattiverie più feroci. Moana aveva una leggerezza spiazzante».
Può dirci quali erano, per lei, le altre qualità uniche di Moana Pozzi?
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«Recentemente ho letto un articolo su Dagospia, riportava il pensiero dello scrittore Fulvio Abbate, secondo il quale Moana era “una squillo che ha che ha avuto la fortuna di diventare una diva”. Non sono d’accordo. Moana batteva chiunque in classe e bellezza, aveva un portamento sempre elegante e mai volgare. Anche alle offese rispondeva sempre con molta eleganza. Per esempio in televisione: a chi l’aggrediva, replicava in maniera gentile e pacata. Magari era ferma e ironica, ma sempre con parole e modi eleganti. Ed era avanti: persino la sua bellezza era in anticipo sui tempi. Era il frutto di un gran lavoro.
Moana aveva corretto ciò che non le piaceva, anche attraverso la chirurgia estetica. Oggi è la norma: modificare il naso è una cosa accessibile a molti. Ma trent’anni fa, con quel tipo di morale e di cultura, Moana era all’avanguardia. Anche nello studio del proprio corpo e nella creazione della propria bellezza.
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Nel sesso invece il discorso è differente perché, come detto, è difficile paragonarla alle pornostar di oggi e alle performance professionali che eseguono sui set. Ad esempio: Malena se la mangia. Ma la scintilla con cui Moana accendeva il desiderio era il suo modo di porsi di fronte alla telecamera. Compensava con bellezza ed eleganza la mancanza di sessualità esplicita e spinta. Era sensuale e aveva uno status da ragazza borghese che accendeva il desiderio nell’Italia dell’epoca».
E com’era sul set l’attrice Moana Pozzi? Avete girato numerose pellicole insieme. Ci può raccontare un episodio personale?
«Vi racconto volentieri questo aneddoto: ero negli Stati Uniti con Moana, per le riprese del suo primo film americano. Lei in quel periodo mi voleva al suo fianco perché rappresentavo la parte maschile in cui si vedeva riflessa: un bravo ragazzo italiano, sano e pulito, non tatuato. Moana venne in America, la prima volta, per girare con due produttori siciliani, che mi telefonarono e mi chiesero di partecipare.
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Lei arrivò sul set, io prima dovevo girare una scena con due note pornostar americane, e Moana, dopo aver assistito alla scena, venne da me e mi disse una frase, che per me è storica: “Ma è pazzesco, queste sono veramente assatanate”. E io le risposi: “No, questo è il vero porno”. Infatti, quando giravamo dei film a luci rosse in Italia quasi non mi toccava. Le scene con Moana andavano così: ci si incontrava sul set, lei era già sdraiata sul fianco, nuda. E mi faceva un dolce sorrisino. Ma non era partecipe con passione, nel senso più fisico e sessuale del termine. Proprio non le interessava».
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La scomparsa di Moana, inaspettata e prematura, alimenta tutt’oggi leggende. Può raccontarci il vostro ultimo incontro?
«Ne ho sentite e lette tante. Ma la realtà è semplice: è morta di un tumore che in pochi mesi l’ha portata in cielo. Non è nascosta chissà dove, e non è morta di Aids, come ho letto su Internet e su altri giornali italiani. L’ultima volta che ho visto con i miei occhi Moana Pozzi è stata al Fico d’India, un ristorante di Roma. Indossava dei grandi occhiali neri ed era seduta a un tavolo in disparte, con lei c’erano il marito, Antonio Di Cesco, e Riccardo Schicchi».
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Oggi cosa le manca di Moana Pozzi?
«È stata unica. E le cose che di lei mi mancano sono tante, ma soprattutto la sua intelligenza, la sua leggerezza e la sua simpatia. Moana era una persona dolcissima, insostituibile».
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