celeste pin

“NON CREDO CHE CELESTE SI SIA SUICIDATO: ERA UNA PERSONA TROPPO POSITIVA. FORSE SI ERA FATTO DEI NEMICI SUL LAVORO O FORSE È MORTO DURANTE UNA RAPINA” – LA MOGLIE DI CELESTE PIN NON CREDE ALL’IPOTESI SUICIDIO DELL’EX CALCIATORE DELLA FIORENTINA - SECONDO LA DONNA, LA DEPRESSIONE, DI CUI PIN SOFFRIVA DA 40 ANNI, ERA SOTTO CONTROLLO PER I FARMACI CONSUETI E L’EX GIOCATORE STAVA ATTRAVERSANDO UN BUON PERIODO. LA FAMIGLIA HA CHIESTO L’ESAME TOSSICOLOGICO, IL SEQUESTRO DEL CELLULARE DI PIN E CHE SIANO APPOSTI I SIGILLI ALL’ABITAZIONE DEL GIOCATORE (CHE NON È STATA SEQUESTRATA) DOVE È STATO TROVATO MORTO CON ADDOSSO LA SUA MAGLIA VIOLA – NON E’ STATO TROVATO ALCUN BIGLIETTO E NEPPURE DI UN TESTAMENTO MA SOLDI IN CONTANTI…

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Estratto dell’articolo di Simone Innocenti per il “Corriere della Sera”

 

CELESTE PIN

«Io non credo che Celeste si sia suicidato: era una persona troppo positiva. Forse si era fatto dei nemici sul lavoro o forse è morto durante una rapina», ha detto Elena Fabbri, l’ex moglie del giocatore viola che lo scorso 22 luglio è stato trovato morto nella sua casa sulle colline di Firenze. […] Una prima risposta potrebbe arrivare a breve. Perché tra oggi e domani si dovrebbe tenere l’esame autoptico sulla salma dell’ex calciatore viola Celeste Pin, che ora si occupava di questioni immobiliari.

 

Una decisione presa dopo che venerdì scorso l’ex moglie, Elena Fabbri ha presentato un esposto chiedendo di indagare sulla morte del marito nonostante la Procura avesse disposto la restituzione della salma. La magistratura, che dopo il ritrovamento del cadavere aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo, aveva subito disposto anche la restituzione del cellulare e della casa.

CELESTE PIN

 

A dare l’allarme era stata proprio Elena Fabbri che, con uno dei due figli, era andata di persona a vedere cosa fosse successo dopo che una collaboratrice dell’agente immobiliare non riusciva a parlarci al telefono.

 

La donna, arrivata alla villa del suo ex marito, ha trovato la porta aperta. L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti resta quella del suicidio. A cui però la ex moglie non crederebbe: secondo lei la depressione, di cui Pin soffriva da 40 anni, era sotto controllo per i farmaci consueti e l’ex giocatore stava attraversando un buon periodo. Per questo la donna ha chiesto l’esame tossicologico, il sequestro del cellulare di Pin e che siano apposti i sigilli all’abitazione del giocatore (che non è stata sequestrata) dove è stato trovato morto con addosso la sua maglia viola.

 

CELESTE PIN

Quella col numero 5. Proprio in quella casa dove i poliziotti non avrebbero trovata traccia di alcun biglietto e neppure di un testamento ma soldi in contanti e, apparentemente, nessun segno di colluttazione. Non è escluso, a questo punto, che la Procura possa anche disporre accertamenti di natura bancaria. La chiave di volta però potrebbe essere l’analisi del cellulare. […]

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