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    MOGOL MEMORIES: “HO SCRITTO ‘E PENSO A TE’ SU UNA 600, BATTISTI ERA A FIANCO DEL GUIDATORE, IO ERO DIETRO CON UNA MATITA E UN PEZZO DI CARTA. L’HO SCRITTA IN 18 MINUTI, NEL TRAGITTO DA MILANO A COMO. ‘L’ARCOBALENO’ INVECE L’HO SCRITTA IN 15 MINUTI, L’HO DETTATA PERCHÉ STAVO GUIDANDO. NON MI SONO PENTITO MAI DI NESSUNA CANZONE, ALTRIMENTI L’AVREI STRACCIATA. C’È UNA SOLA CANZONE CHE MI HA FATTO PIANGERE MENTRE LA SCRIVEVO ED E’…”


     
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    Mogol intervistato da Ernesto Assante e Antonio Iovane in Capital newsroom su Radio Capital: “Ho scritto E penso a te su una 600, Battisti era a fianco del guidatore, io ero dietro con una matita e un pezzo di carta. L’ho scritta in 18 minuti, nel tragitto da Milano a Como. L’arcobaleno invece l’ho scritta in 15 minuti, l’ho dettata perché stavo guidando. Non mi sono pentito mai di nessuna canzone, altrimenti l’avrei stracciata. C’è una sola canzone che mi ha fatto piangere mentre la scrivevo: Quello che non ti ho detto mai, per Celentano. Un tempo c’erano i disk-jockey e quelli che producevano dischi. Oggi producono tutti, anche le tv e X-factor. La cultura selezionata da incompetenti sta affondando in un pantano di interessi”.

     

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    Adriano Panatta intervistato da Ernesto Assante e Antonio Iovane in Capital newsroom su Radio Capital: “Ho scoperto e cominciato ad amare la musica nel ’68, quando andai in Australia e andava Light my fire, che in Italia non era ancora arrivata. Federer è un misto di Tony Bennet, Mc Cartney, Pink Floyd e Wagner. Serena Williams è rap. Noi eravamo pop, eravamo i Beatles. La mia esperienza politica? Per certi versi interessante ma alla fine è stata soprattutto una grande perdita di tempo”

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