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    MOLLEGGIATI, LESBO CHIC, PRETI MANCATI E CONFLITTI: CASA CELENTANO È MEJO DI DALLAS! - SE IL FIGLIO DI ADRIANO SCRIVE UN LIBRO DA PAPA-BOY SULLA FEDE COME VIA DI SALVEZZA DALLA DEPRESSIONE, LA SEXY ROSITA RISPONDE CON IL PAMPHLET OMO-FRIENDLY DAL TITOLO “GRAZIE A DIO È GAY!” (OMAGGIO A ROSALINDA?) - GIACOMO CELENTANO: “QUANDO MI AMMALAI SORELLE E GENITORI MI AVEVANO ABBANDONATO” - ROSITA: “STO PER APRIRE UN CENTRO DI PILATES, TANGO ARGENTINO E BODY ROLLING”…


     
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    1- "DURA CRESCERE ALL'OMBRA DI CELENTANO" - LA BIOGRAFIA DEL FIGLIO GIACOMO, APPENA USCITO DA UNA LUNGA DEPRESSIONE: "MI HA AIUTATO LA FEDE"
    Egle Santolini per "La Stampa"

    Rosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpegRosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpeg

    Più complicata di quanto sembri la vita dei figli di. Due dei tre di Adriano Celentano e Claudia Mori, per esempio, escono in contemporanea in libreria. La storia di Giacomo è particolarmente dolorosa: una lunga depressione che ha superato con la fede e che oggi racconta in un libro, La luce oltre il buio , edito da Piemme. Della coppia più bella del mondo è l'unico figlio maschio. E anche il solo, per il momento, che li ha resi nonni, di un Samuele che il tre novembre compirà otto anni («Com'è Adriano quando fa il nonno? Un bimbo: a suo nipote fa il solletico, gioca con lui»).

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    Giacomo è un biondino a cui si fa fatica ad attribuire 46 anni, quieto, gentile, ma che quando sorride mostra la solida dentatura di famiglia. Vive in un appartamento attorniato da un giardino, cinque chilometri in linea d'aria da via Gluck. In soggiorno molti ritratti di Padre Pio, crocifissi, madonne di terracotta. Una chitarra in un angolo, sul tavolo il cidì di Bad di Michael Jackson.

    Togliamoci subito il pensiero: come vanno i rapporti con la sua famiglia d'origine?
    «Ora sono distesi. Perché sono guarito. E tutto, nella mia vita, ha cominciato a risolversi».

    Rosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpegRosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpeg

    La sua malattia si è manifestata all'improvviso, nel settembre 1990, in una notte di tregenda. Il respiro che le mancava, la sensazione di morire. Un attacco di panico da manuale.
    «Più che altro un mistero. Nessuno ha mai capito che cosa mi sia successo. Ero un ragazzo felice, avevo una fidanzata, facevo molto sport. Era appena uscito il mio primo album da cantautore, realizzato con Mario Lavezzi, prodotto da Caterina Caselli. Di punto in bianco mi sono trovato con il fiato di un vecchio di ottant'anni. Era come se mi fosse rimasto un polmone solo. Impossibile cantare, impossibile correre. Ero ridotto a un vegetale, stavo seduto a guardare la tivù e basta».

    Come hanno reagito i suoi genitori?
    «Se un membro della famiglia si ammala in qualche modo si ammalano tutti. Mi hanno portato dai medici, ovvio. Ho fatto tutti gli esami. Non risultava niente, e proprio questo fatto mi ha isolato, non mi credevano, mi dicevano: Giacomo, non hai niente, reagisci! »

    Rosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpegRosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpeg

    Non è venuto in mente a nessuno di consultare un medico della mente?
    «No, a nessuno. Non so perché. Uno psichiatra e i suoi farmaci sono arrivati molto dopo, attraverso Katia, la donna che mi ha salvato e che è diventata mia moglie. Ma allora, intanto, la ragazza mi aveva lasciato, gli amici erano scappati, sorelle e genitori mi avevano isolato. Non potevo contare, in quel momento, neanche sul conforto della fede e dei sacramenti».

    Ha perdonato a suo padre e sua madre il fatto che l'abbiano lasciato da solo?
    «Sì, ho perdonato tutti. Li amo e li comprendo».

    Rosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpegRosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpeg

    Non stiamo a raccontare tutta la sua odissea. Limitiamoci al fatto che, a un certo punto, sembrò pronto a farsi monaco.
    «Ma Padre Emilio, con cui ho tentato un cammino vocazionale, mi invitava ad andarci piano: guarda che quella strada non è per te. Il fatto è che sentivo la mia malattia come un segno, il Signore me l'aveva mandata per dirmi che non dovevo cantare. E allora, forse, voleva mandarmi in convento».

    Uno psicoanalista forse direbbe che il confronto con un padre così bravo e ingombrante l'ha schiacciata, visto che aveva osato misurarsi sul suo stesso terreno.
    «Resto dell'idea che la causa principale fosse la volontà di Dio. Possono esserci state delle concause, certamente».

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    Lei racconta anche che, dopo un litigio banalissimo con i suoi, andò a vivere con la famiglia di Katia. Quanto c'è rimasto?
    «Dieci anni. La lite con mia madre è stata per una stupidaggine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho chiesto a Paolo, il padre di Katia, che ora non c'è più, se poteva ospitarmi. Avevano una casa piccola, da operai. Però tu dormi sul divano letto e Katia nel lettone con noi, mi ha detto».

    Come hanno reagito Adriano e Claudia?
    «Male, all'inizio. Poi hanno capito. Dovevo staccarmi da loro per cominciare a crescere e a guarire»

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    Ora che sta bene, che progetti ha?
    «Dopo il libro, un disco. L'album arriva a novembre, si chiama Via d'uscita . Il singolo, Fine del mondo , sta già andando nelle radio. C'è tanto R'n'B, ho sempre amato molto la musica black».

    Li ha fatti sentire ai suoi genitori?
    «Non ancora, ma succederà. Alla loro opinione tengo eccome».

    Le ha viste le due serate di RockEconomy dall'Arena di Verona?
    «Come no. E dopo la prima ho subito mandato un messaggino ai miei genitori per complimentarmi. Soprattutto con la mamma, ha fatto tutto lei»

    Be', anche papà, volendo.
    «Di papà lo sapevano tutti che è un genio. Ma che la mamma avesse la forza di mettere insieme tutto quella strutturona, dài! ».

    Claudia Mori non ha la fama di essere una donna tenera.
    «Ma è tutta scena, sa? Sotto la corazza ha un bel cuore».

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    2- "GRAZIE A DIO È GAY!" - E LA PRIMOGENITA ROSITA SCRIVE UN PAMPHLET CONTRO L'OMOFOBIA
    Egle Santolini per "La Stampa"

    Mentre la intervisti ordina un panino, e intanto risponde a una telefonata di lavoro, e insieme bacchetta una tipa fuori dal bar che maltratta un cane: «Non ho un minuto, non ho un minuto! Lo sa, vero, che con Alessandra (Celentano ça va sans dire), la prof di danza di Amici, sto per aprire a Milano un centro di pilates, tango argentino e body rolling?» No, veramente no, Rosita. Ero qui per chiederle del suo ultimo libro, Grazie a Dio è gay! , edito da Salani. Ma siccome la primogenita di Celentano è fibrillante e senza sosta tanto quanto suo fratello Giacomo è quieto e riflessivo, serve chiarire, prima, che il body rolling è un nuovo tipo di massaggio.

    Rosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpegRosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpeg

    «Davvero efficace - dice lei - . Tieni sul comodino le palline per il trattamento del viso, basta un quarto d'ora e ti funziona come un lifting naturale». Quanto al libro, è il suo terzo, dopo Grazie a Dio ho le corna e il romanzo Oltre la pelle , è completato da un dialogo fra l'autrice e Dario Fo e parte dall'osservazione che «non se può più di quei quattro omofobi che vanno in tivù a dire castronerie, tirando magari in ballo la Bibbia, Gesù e le pratiche contro natura. Nei Vangeli non c'è una parola contro l'omosessualità. Sul fatto che sia contro natura, invece, basti vedere come si comportano i bonobo maschi, che si accoppiano tra loro per alleviare le tensioni di gruppo».

    Rosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpegRosita Celentano presenta il suo libro Grazie a Dio e ai gay jpeg

    Rosita ha tanti amici gay (oltre alla sorella Rosalinda, che tempo fa ha fatto un tormentato coming out in cui confessava di amare le donne ma platonicamente) e sa quanto possano essere i migliori amici delle ragazze.

    «Sì, ai maschi etero possono insegnare molto: dolcezza, comprensione, capacità d'ascolto. Ma la cosa è reciproca, perché qualche omosessuale sopra le righe può imparare dagli etero: il bianco e il nero non esistono, l'armonia arriva dal confronto. Resta il fatto che, per un uomo o per una lesbica, la donna giusta c'è sempre. Secondo me vuol dire che noi siamo più complete». Anche suo fratello ha scritto un libro, Rosita. L'ha letto? «No, non ancora. E non ho ancora fatto leggere questo ai miei genitori. Ma so che saranno soddisfatti».

     

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