BOLT
Giulia Zonca per la Stampa
Qualcuno può battere Bolt? Improbabile. Lui è abituato a demolire la sicurezza altrui, ha corso poco, si è risparmiato, è arrivato a Londra in forma e ha un colpo solo da sparare: i 100 metri di domani. La staffetta è un' altra storia, non riguarda più la sua personale gloria. Ora che l' avversario più temibile, De Grasse, si è ritirato, non si accettano nemmeno più scommesse.
Doppietta è la parola del Mondiale. Come mai?
Bolt ha alzato il livello e ora chi vuole essere ricordato deve spremersi. Wayde Van Niekerk corre i 400 metri, di cui ha il record del mondo, e aggiunge i 200. Semenya corre 800 e 1500 metri. La ragazza di casa, Laura Muir, si lancia nei 1500 e nei 5000.
Mo Farah stasera attacca subito i 10 mila e poi si ripresenta nei 5000, detiene entrambi i titoli dal 2013. Ormai chi fa una gara sola non si nota.
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Chi sarà la regina di Londra?
Si candida al ruolo Maria Lasickene alias Maria Kuchina, nome da nubile con cui rivaleggiava da junior con Alessia Trost. Sembra la spia che veniva dal freddo, è solo una russa che ha cambiato nome e qui non ha bandiera. Ha le caratteristiche del personaggio.
Vince sempre e soprattutto corteggia un record del mondo storico e fascinoso fermo ai Mondiali di Roma del 1987. La misura è ormai leggendaria, il 2,09 di Stefka Kostadinova, ma pure senza il primato Maria ambisce alla copertina e in patria piace quanto l' omonima Sharapova. E senza fastidiose ombre.
I russi sono ancora squalificati eppure hanno una squadra.
Giusto ieri, al Congresso, la Iaaf ha votato su un possibile rientro della nazione bandita per doping di stato dal 2015. Ipotesi bocciata, 166 voti contro 21 (e la Giamaica ha votato a favore), ma stavolta ci sono ben 19 atleti che rappresentano anonimamente la Russia. Squadra neutra, senza bandiere o inni, però il potenziale da medaglia è alto e c' è pure una giovane marciatrice, Afanaseva, che può dare fastidio alla nostra Palmisano.
Non ci sono eppure sono tornati.
MO FARAH
Il doping sarà un po' meno selvaggio dopo 4 Mondiali rivisitati. Si inizia con due ucraine fermate per valori anomali, ma anche con un livello di tolleranza zero che è il meglio a cui ci si può aggrappare. Sospese Olesya Povkh (100 metri) e Olha Zemlyak (400 metri). Da questo Mondiale c' è un ulteriore organo di controllo che affianca la Wada: la Athletics Integrity Unit. Fa molto Law and Order, speriamo abbiano lo stesso successo.
Cadranno dei record?
Sì o almeno è previsto. Calmi, non è detto che Van Niekerk si migliori ancora o che l' alto si aggiorni. Potrebbe succedere ma il primato più barcollante è quello del martello femminile: Anita Wlodarczyk lo possiede ed è decisa a migliorarlo. Nel giavellotto, il derby tedesco tra Vetter e Roehler spinge a misure importanti. Può cadere il limite di Zelezny fermo al 1996. C' è un certo brivido nel fruscio di un lancio da 98,48 metri. E magari oltre.
Sette donne nella 50 km femminile. Che senso ha?
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Nessuno, ma il Cio ha sgridato la marcia per l' assenza di parità di genere e l' atletica ha tentato un rattoppo che amplifica solo il problema. Poche atlete hanno provato la distanza, il tempo limite è stato fissato una settimana fa. Partono in sette, non arriveranno tutte al traguardo e la prova improvvisata dimostrerà solo che la categoria non è pronta. Le ragazze meritavano più protezione e chi fa la 20 km doveva avere un altro rispetto: chi vince prende 60 mila dollari. Anche nelle gare con meno di dieci coraggiose allo start.
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