Gianluca Paolucci per “La Stampa”
andrea orcel di unicredit
Il marchio del Monte dei Paschi potrebbe restare in mano pubblica e passare a Mcc. Al momento, spiegano le fonti interpellate, è «una delle ipotesi sul tavolo» del negoziato con Unicredit ma è «probabile» in quanto il marchio è uno degli asset per i quali Unicredit ha da subito manifestato il proprio disinteresse.
monte dei paschi di siena
E altre possibilità diverse dall'intervento pubblico, nei fatti, non ce ne sono. Il tavolo negoziale con il gruppo guidato da Andrea Orcel è ripreso nei giorni scorsi dopo la lunga pausa elettorale. E d'altra parte, si spiega, se è vero che i risultati usciti dalle urne hanno aumentato le possibilità di un via libera politico all'accordo, nessuna decisione verrà presa prima dei ballottaggi previsti per il 17 e 18 ottobre.
BERNARDO MATTARELLA
Che i nodi sul tavolo siano ancora lungi dall'essere sciolti è testimoniato anche dal fatto che ieri, in un incontro per fare il punto sul coinvolgimento di Mcc, l'unico punto è stato quello delle filiali, per le quali Mcc ha manifestato il proprio interesse e che resta l'unico asset al quale la controllata pubblica, che a sua volta controlla la Popolare di Bari, è interessata. In passato, la stessa Mcc ha già smentito il suo interesse per il marchio.
DANIELE FRANCO
Ma dati i paletti messi fin da subito da Unicredit e gli impegni presi dal ministro dell'Economia, Daniele Franco, in Parlamento nell'agosto scorso («la salvaguardia dell'occupazione e del marchio, oltre che del risparmio, sono le priorità del Governo», aveva detto il ministro) rendono difficili altre soluzioni come quella, pur sondata, di una permanenza «a tempo» del marchio Mps dentro al gruppo Unicredit.
BERNARDO MATTARELLA
Non a caso Mcc è emersa anche come possibile acquirente delle controllate di Mps che non interessano a Orcel come Leasing, Factoring e Mps Capital Services. Sul marchio si è impegnato d'altra parte anche Enrico Letta, neo-eletto alla Camera nel collegio di Siena.
LA CORSA DISPERATA DI ENRICO LETTA A SIENA
Il segretario del Pd si è detto pronto a bloccare l'intesa per la cessione di Mps già in consiglio dei ministri, se non venissero soddisfatte una serie di condizioni tra le quali proprio la permanenza del marchio. Un altro tassello del complicato negoziato potrebbe essere andato al suo posto ieri, quando la banca senese ha annunciato di aver chiuso la transazione con la Fondazione Mps per definire le pretese di quest' utima, che reclamava 3,8 miliardi in relazione agli aumenti di capitale realizzati tra il 2008 e il 2011 e che hanno messo a forte rischio l'esistenza stessa dell'ente senese.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA
Nell'ambito di questo accordo, alla Fondazione va anche un diritto di prelazione su Rocca Salimbeni, lo storico palazzo che ospita la sede della banca nel cuore di Siena. Alla Fondazione vanno anche una serie di garanzie sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca, oltre ai 150 milioni già pattuiti nei mesi scorsi nell'ambito dello stesso accordo.
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