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    MONTE DEI PECCATI - ORA TUTTI SI STRACCIANO LE VESTI, SORPRESI E AFFLITTI DALLO SCANDALO MONTEPASCHI, PECCATO CHE LE AVVISAGLIE DEL MARCIO C’ERANO STATE ECCOME - NEL 2007 LA FONDAZIONE MPS VENNE CONDANNATA PER AGGIOTAGGIO: ACQUISTANDO AZIONI UNIPOL, FECE IN MODO DI AUMENTARE LA QUOTAZIONE DEL TITOLO - CHI FU LA STAR DELL’OPERAZIONE? MUSSARI, NATURALMENTE...


     
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    Paolo Bracalini e Massimo Malpica per "il Giornale"

    GIUSEPPE MUSSARIGIUSEPPE MUSSARI

    Denunce, esposti, segnala¬zioni, rapporti agli organi di vigi¬lanza, solleciti alle autorità competenti per intervenire al più pre¬sto. Niente, nessuno ha mai sen¬ti¬to puzza di bruciato dentro Roc¬ca Salimbeni, oppure si è turato il naso per non sentirla. Tanto più che nel 2007, proprio mentre i vertici della banca brindavano alla sciagurata operazione Antonveneta, la Fondazione Mon¬te dei Paschi viene condannata dal Tribunale di Milano.

    E non per un divieto di sosta, ma per un reato finanziario: aggiottaggio manipolativo. Il direttore gene¬rale della Fondazione Mps, Emi¬lio Tonini, viene condannato a 8 anni in rito abbreviato dal gup di Milano, con l'accusa di aver ma¬nipolato il valore delle azioni Unipol nel 2003. Insieme a lui vie¬ne condannato anche Palazzo Salimbeni, cioè la Fondazione Monte dei Paschi, per responsa¬bilità amministrativa nel reato.

    monte paschi mpsmonte paschi mps

    E chi era il presidente della Fondazione Monte dei Paschi al¬l'epoca dei reati contestati? Un rampante avvocato di origini ca¬tanzaresi, entrato presto nella classe dirigente del Pci-Ds sene¬se e poi asceso alle più alte cari¬che cittadine, quelle nel Monte: Giuseppe Mussari. Cinquanta¬mil¬a euro di multa per l'ex diret¬tore generale, 10mila euro per la Fondazione, nessun graffio per Mussari. Il presidente successi¬vo, Gabriello Mancini, che è an¬cora al suo posto, annunciò im¬mediatamente il ricorso in ap¬pello, che però venne perso nel 2011, condanna confermata.

    MPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENAMPS LINGRESSO DI ROCCA SALIMBENI SEDE DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA

    In sostanza i magistrati della seconda Corte di Appello di Mila¬no accertano che, nell'acquisto di un pacchetto di azioni Unipol, il gruppo guidato da Giovanni Consorte, la Fondazione Mps ha compiuto manovre fraudolente «allo scopo di alterare, aumen-tandola, la quotazione del titolo Unipol. Sì, proprio il Consorte a cui Piero Fassino, segretario dei Ds, fece la famosa domanda al te¬lefono: «Abbiamo una banca?».

    Anche in appello viene con¬dannata la Fondazione come en¬te giuridico, per via di un riscon¬trato «interesse di gruppo», scri¬vevano i magistrati nel 2011, e cioè «nell'ottica di una recipro¬ca cointeressenza (comparteci¬pazioni incrociate) all'epoca dei fatti tra Unipol e Fondazione Mps. Dopo 4 anni circa veniva confermata l'accusa, secondo l'aggiotaggio manipolativo «commesso da Unipol», che nel marzo 2003 manipolò il valore delle azioni privilegiate Unipol fi¬no al prezzo al quale la Fondazio¬ne Monte dei Paschi di Siena le acquistò da Finsoe (controllan¬te Unipol), fu «frutto di un previo accordo a livello apicale» tra i presidenti Unipol e Fondazione Mps. Nella sentenza di condan¬na Mussari viene descritto come l'attore principale, insieme a Consorte, dell'operazione.

    Gabriello ManciniGabriello Mancini

    Lo stesso direttore generale Tonini, poi condannato, metterà a ver¬bale «di aver ricevuto incarico di¬rettamente da Mussari, il giorno stesso della ricezione del fax di Consorte, di valutare la conve¬nienza dell'affare».

    Ma c'è un altro dettaglio che colpisce. Ovvero il legale nomi¬nato dalla Fondazione Mps come suo difensore in quel proces¬so. L'avvocato Angelo Benessia, torinese, a lungo presidente del¬la fondazione bancaria Compa¬gnia di San Paolo, ma soprattut¬to advisor legale di Mussari, nel¬le successive vesti di presidente di Banca Monte dei Paschi, per l'acquisto di Antonveneta, nel 2007, cioè qualche mese dopo la condanna per aggiotaggio mani¬polativo.

     

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