Gimmo Cuomo per https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Amico è un termine impegnativo. Spesso usato a sproposito. Ma per Luca Cordero di Montezemolo Guido Lembo, morto ieri dopo una lunga malattia, era davvero un «amico».
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Il manager apprende dal cronista la notizia della scomparsa dell’animatore della movida caprese. E resta un attimo in silenzio. Poi: «Sapevo che purtroppo stava male, ma non per questo si è mai preparati. Sono sinceramente dispiaciuto. Guido è stato una bellissima persona». Un rapporto personale che durava da mezzo secolo. «La nostra conoscenza — ricorda l’ex presidente della Ferrari — risale agli anni Settanta. Ripeto: sono molto addolorato».
Lei lo ha frequentato dall’inizio dell’avventura dell’Anema e core?
«Certo, potrei dire che sono stato un cofondatore del locale».
Un duro colpo?
«Molto duro. Guido è stata una persona che sprizzava gioia di vivere da tutti i pori. Riusciva a comunicarla. Ed era sempre disponibile con tutti».
È stato presente in momenti importanti della sua vita?
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«Assolutamente sì. Ricordo che è stato, insieme con Edoardo Bennato e Gino Paoli, alla festa dei miei sessant’anni. Una persona di grandissima disponibilità».
Ne ricorda, naturalmente, anche gli esordi?
«Sì, lo conoscevo dall’inizio del suo percorso. In questo momento il mio pensiero va anche alla sua famiglia, alla moglie, persona straordinaria, così come il figlio. Con la scomparsa di Guido, Capri perde molto. Ha sempre amato incondizionatamente la sua isola. E, partendo da zero, è riuscito a portare il mondo nel suo locale. Una parabola certamente non scontata».
Tra i suoi ricordi, sicuramente, ce n’è qualcuno indimenticabile.
«Due momenti in particolare».
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Il primo?
«Come sa, ho avuto un lungo rapporto con Edwige Fenech. Una sera eravamo all’Anema e core e Guido incitò i presenti a dedicarle un applauso. Edwige, molto timida, scappò fuori e io dovetti correre a “recuperarla”».
L’altro?
«Indimenticabile la sera della vittoria del mondiale di Formula 1 del 2001 con la Ferrari. Eravamo tutti all’Anema e core: Michael Schumacher, Jean Todt. Fu una serata meravigliosa, fantastica. C’era anche Diego Della Valle, un altro grande e sincero amico di Guido. Certo, ne è passato di tempo. Ma le immagini di quei momenti non saranno mai cancellati dalla memoria. E tutto questo soprattutto grazie alla sua grandissima umanità».
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Lembo era un artista istrionico e coinvolgente. Come le piace ricordarlo?
«Innanzitutto come una bellissima persona. Aveva scelto il suo percorso e lo seguiva con grande entusiasmo. Ha rappresentato un vero esempio. Ha sempre messo tutto se stesso in quello che faceva, riuscendo a trasmettere gioia ed energia agli ospiti del suo locale.
Come le ho detto, la notizia della sua scomparsa mi rende triste. Però non mi fa dimenticare quanta spensieratezza è riuscito a dispensare a quelli che lo hanno amato. Sono sicuro che rimarrà nella memoria di tutti quelli che lo hanno conosciuto. Capri gli deve moltissimo: un grande artista. Rischio di ripetermi: una persona straordinaria, bellissima, come la sua famiglia alla quale, in questo momento, va tutto il mio affetto e la mia vicinanza».
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