MARIO AJELLO per il Messaggero
BERLUSCONI GALLIANI FASCINA
Per Monza, questo poteva essere il giorno più importante della sua storia da quando hanno ucciso il re Umberto (1900).
Era tutto pronto per celebrare non una sparizione, ma una resurrezione, l'ennesima: quella di Re Silvione. Con il passaggio in serie A dei «diavoli rossi» della squadra di patron Berlusconi e di Galliani amministratore delegato. Invece, niente: la sconfitta con il Perugia costringe il Monza ai play off, che sono un terno al lotto terribilissimo. Per 28 minuti la squadra brianzola è stata in serie A, poi le troppe occasioni fallite dei calciatori berlusconiani e il gol di Di Carmine della Cremonese (guidata dal Ariedo Braida, storico direttore sportivo del Milan di Silvio e Galliani) che ha fatto vincere la sua squadra battendo in extremis il Como, ha smontato la festa annunciata del Monza e di Re Silvione. Tutto è rinviato e tutto è molto in forse.
silvio berlusconi e adriano galliani del monza
E che beffa, che dramma. Proprio a Perugia, Silvio & Galliani si presero lo scudetto nel 99 ai danni della Lazio con un finale thrilling. Ai ragazzi del suo Monza chiamandoli al telefono due ora prima del big match di Perugia, Berlusconi ha detto tra l'altro: «Quando allenavo io...».
Infatti dà alcune indicazioni tattiche, come ha sempre fatto con il Milan («I due terzini devono marcare a uomo le ali avversarie»; «le punte devono giocare a distanza di non più di tre metri tra loro», «non esagerate nel gioco da dietro, perché il 40 per cento delle palle giocate tra portiere e difensori e tra i difensori vengono rubate dall'avversario, quindi fate lanci lunghi, uscite rapide e contropiede») e il «quando allenavo io» non si riferisce tanto ai consigli impossibili da rifiutare che dava a Sacchi ma all'esperienza di coach il secolo scorso della squadra dell'Edilnord.
berlusconi galliani
Ossia la Torrescala il cui portiere era il giornalista Vittorio Zucconi, per molti anni inviato speciale di Repubblica e «fraterno nemico». Lui nel suo trionfo pallonaro è incontenibile. E con la fidanzata-moglie Marta, tifosissima del Milan e del Monza di patron Berlusconi, ha deciso di non andare allo stadio di Perugia, per motivi di scaramantici che poi si sono rivelati fallaci, ma è come se fosse stato lì. E' rimasto ad Arcore a godersi in tivvù il trionfo del ct Stroppa (ex giocatore del suo Milan) e dei ragazzi (il Cav ha un debole per il centrocampista Andrea Colpani) che ama ospitare per i ritiri a Villa Gernetto dove c'è la sua università einaudiana: «Il Monza è una squadra liberale». Ma nessuna goduria: il campo è stato spietato.
giovanni stroppa con adriano galliani
DELUSIONE «Ragazzi, se vincete vi invito tutti da me e festeggiamo. Faremo una festa bella come quella del mio matrimonio con Marta»: queste le intenzioni berlusconiane prima della sconfitta per uno a zero. Ed era anche in fieri il suo bagno di popolo nella piazza di Monza: da monarca della Brianza da cui ripartire per prendersi l'Italia, come un Garibaldi da tragitto capovolto (da Nord a Sud) e con gli stessi colori (il rosso, non quello comunista) dell'Eroe dei Due Mondi. Ai suoi «diavoli rossi», ha detto nella telefonata: «Ce la farete, dimostrate di non aver paura di niente e di nessuno». Ma la palla è rotonda e perfino un mago come Re Silvione stavolta dovrà aspettare per gioire con il Monza, ammesso che succederà.
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