mark zandi
Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
La flat tax non è sostenibile, il Pnrr è fondamentale e le riforme avviate da Draghi vanno completate, mentre ogni instabilità politica metterebbe a rischio il debito, perché «gli spread sono già in aumento». Sono molto precise le valutazioni tecniche che Mark Zandi, capo economista di Moody' s Analytics, fa in questa intervista con Repubblica sulle prospettive dell'Italia.
Come giudica la politica economica di Draghi?
«Ha limitato le ricadute del Covid con misure di sostegno fiscale, finalizzato la ripresa e il Piano di resilienza, rispettando tutte le scadenze finora previste, e migliorando lo status internazionale dell'Italia. Tuttavia avrebbe potuto sfruttare la sua maggioranza parlamentare senza precedenti e il prestigio del premier per affrontare in modo più deciso le questioni strutturali dell'Italia.
Ciò ha indebolito l'efficacia delle riforme: quelle della magistratura e del sistema fiscale nell'autunno del 2021 ne sono un esempio. Questa è stata probabilmente un'occasione persa per l'Italia, considerando che l'anno scorso i tassi erano bassi e l'inflazione sotto controllo. Il giudizio complessivo è positivo, ma resta da vedere se le riforme attuate finora aumenteranno significativamente la crescita del Pil nel lungo periodo».
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Moody' s Analytics è diversa da Moody' s Investors Service, ma quando il rating per l'Italia è stato abbassato, il ministero delle Finanze ha risposto che il Paese è in buone condizioni. Qual è la sua opinione?
«Sebbene la performance recente abbia superato le aspettative, le prospettive si stanno oscurando a causa dei rischi di recessione in aumento.
La crescita rallenterà progressivamente nella seconda metà di quest' anno e nella prima del 2023, poiché l'inflazione elevata pesa su consumi e investimenti, mentre i tassi in crescita limiteranno la politica fiscale indipendentemente dal cambio di governo. Inoltre, i dati sull'occupazione mascherano le disuguaglianze di genere e contrattuali, che potrebbero abbassare nel lungo periodo la partecipazione della forza lavoro e la crescita».
MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN
Quanto sarà importante per l'Italia continuare a ricevere i fondi di Next Generation Eu, anche dopo il 25 settembre?
«È importante per migliorare il tasso di crescita potenziale, e per poter accedere in futuro ai meccanismi europei di condivisione delle spese. Roma deve ancora raggiungere 55 obiettivi del Pnrr entro la fine dell'anno, per non perdere una nuova tranche da 20 miliardi di euro.
Il piano si concentra sugli investimenti infrastrutturali per aumentare la produttività a lungo termine. Un'analisi basata sul modello macroeconomico globale di Moody' s Analytics suggerisce che le stime iniziali del governo sull'impatto del Pnrr sul Pil implicano notevoli guadagni di produttività. Studi recenti però dimostrano come sia improbabile che un investimento maggiore basti da solo a generare guadagni così grandi e permanenti di produttività, a meno che non sia supportato da riforme strutturali, come la liberalizzazione dei servizi, o misure volte ad aumentare l'efficienza dei tribunali e la burocrazia».
mark zandi 2
Bisognerà continuare a lavorare per l'indipendenza energetica?
«Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, il governo ha ridotto le importazioni di gas russo a circa il 25% del totale, dal 40% di prima, ma ha aumentato le importazioni da altri Paesi potenzialmente instabili, tra cui l'Algeria. L'Italia dovrebbe investire di più nelle rinnovabili».
Una flat tax del 15% sarebbe utile o troppo costosa?
mario draghi ursula von der leyen
«Poiché la spesa dello stato per gli interessi in percentuale del Pil aumenterà nei prossimi anni, l'Italia deve ridurre il disavanzo primario al fine di tenere sotto controllo bilancio nominale e debito. Un'imposta fissa sul reddito ridurrebbe significativamente le entrate pubbliche, anche assumendo un effetto positivo sulla crescita, quindi probabilmente metterebbe in pericolo la sostenibilità del debito.
La flat tax è stata una proposta di punta della coalizione di destra (in particolare Lega e Forza Italia di Berlusconi) dalle elezioni del 2018, ma non è mai stata attuata per il gravoso onere che imporrebbe sulle finanze pubbliche. Studi recenti dimostrano che ridurrebbe le entrate del governo e amplierebbe le disuguaglianze sociali, con benefici limitati in termini di minore evasione fiscale e aumento dei consumi».
Quanto è probabile una recessione in Europa?
«Moody' s Analytics ipotizza il 50% nei prossimi dodici mesi».
ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1
Cosa dovrebbe fare l'Italia per prepararsi?
«Indipendentemente da quale coalizione vinca il 25 settembre, è fondamentale che gli investimenti e le riforme del Pnrr siano realizzate. Un periodo di instabilità politica potrebbe mettere a repentaglio la sostenibilità del debito italiano, soprattutto perché gli spread sono già in aumento.
In secondo luogo, se l'Italia non riducesse il suo disavanzo primario faticherebbe a compensare l'aumento degli interessi passivi dello Stato e a mantenere sotto controllo disavanzo nominale e debito come quota del Pil. Infine, una gestione efficace delle riserve di gas in autunno e in inverno sarà fondamentale per mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi».
BERLUSCONI SALVINI MELONI