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    CI VOGLIONO TOGLIERE PERFINO 'MISS MAGLIETTA BAGNATA' – MORALISTI IN AZIONE A PADOVA, L’ASSESSORE CRITICA IL CONCORSO: “È UNA SCHIFEZZA, UNA MANIFESTAZIONE SESSISTA E RETROGRADA” – L’ORGANIZZATORE SI DIFENDE, LE RAGAZZE AMMETTONO: “LO FACCIAMO PER SOLDI” – E IL SINDACO RINVIA “PER MALTEMPO” MISS LATO B…


     
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    1 – PADOVA. MISS MAGLIETTA BAGNATA E MISS LATO B, IL SINDACO GIORDANI FERMA TUTTO

    Davide D’Attino per https://corrieredelveneto.corriere.it/

     

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    Tette (pardon) e sederi. Ormai da sei giorni, in quest’estate bollente, a Padova non si parla d’altro. Ma prima di fare il riassunto delle puntate precedenti, è d’obbligo partire dalla fine.

     

    Cioè dallo scarno comunicato diffuso subito dopo pranzo dall’organizzatore dei «Navigli», il villaggio dello spritz che si tiene in riva al fiume Piovego, in zona Portello: «L’evento “Miss lato B” previsto per sabato 21 luglio è stato cancellato definitivamente a causa del maltempo preannunciato», firmato Federico «Chicco» Contin, il barman padovano che, nel 2006, ha dato il via al decentramento del popolo dell’aperitivo «liberando» le piazze del centro storico e che, quattro mesi e mezzo fa, si è aggiudicato la gestione dei «Navigli» fino al 2022, impegnandosi a versare nelle casse del Comune circa 53.400 euro all’anno.

     

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    Il maltempo e le pressioni

    Per sabato sera, è vero, è prevista pioggia. Ma alla cancellazione per maltempo di «Miss lato B» credono in pochissimi.

     

    Quasi nessuno. Contin, infatti, ha deciso di annullare l’evento in seguito alle pressioni, molto energiche, ricevute dal sindaco Sergio Giordani, stufo delle polemiche in atto da sabato scorso.

     

    marta nalin assessore padova marta nalin assessore padova

    E qui, nel ricordare che l’organizzatore dei«Navigli» era candidato nella lista che portava il nome del primo cittadino alle elezioni amministrative di giugno 2017, veniamo all’inizio della storia. Sei giorni fa, appunto.

     

    Quando Marta Nalin, assessore al Sociale in quota Coalizione Civica, ovvero la compagine più a sinistra della maggioranza che sostiene Giordani, sbotta contro «Miss maglietta bagnata», il «concorso di bellezza» in programma sulle sponde del Piovego proprio sabato scorso e poi rinviato all’altra sera, guarda caso per pioggia (vera e non probabile): «È una schifezza.

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    Ed è ancora più grave che ciò accada in un’area data in concessione dal Comune a un privato.

     

    È una manifestazione sessista – denuncia Nalin – retrograda e che diffonde il messaggio, molto pericoloso, che il corpo di una donna sia sempre a disposizione per qualsiasi utilizzo».

     

    sergio giordani sindaco padova sergio giordani sindaco padova

    Il caso esplode. L’assessore al Commercio Antonio Bressa, ex segretario del Pd di Padova, prova invano a sgonfiarlo: «Per carità – ammette – non è un’iniziativa di alto livello culturale. Ma, sinceramente, non ne farei uno scandalo».

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    Ma Contin tiene duro e rispedisce le accuse al mittente: «Le ragazze, tutte studentesse universitarie, hanno liberamente scelto di partecipare. Non c’è scopo di lucro – assicura – e non ci sono agenzie che lavorano dietro le quinte. È solo divertimento». Passano i giorni e il dibattito non si placa. Tutt’altro.

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    «Non è certamente questo il modo migliore per permettere alle giovani donne di affermarsi nella società – interviene il vicesindaco Arturo Lorenzoni, alfiere di Coalizione Civica – e nemmeno per aiutare la crescita di Padova a livello culturale. E noi, come amministratori pubblici, abbiamo il diritto, anzi il dovere di denunciarlo».

     

    L’opposizione

    E l’opposizione? Eccola: «Lungi da me difendere un’iniziativa del genere – premette Eleonora Mosco, capogruppo di Forza Italia in Comune – Ma se “Miss maglietta bagnata” è una schifezza, lo è anche il “Gay pride” andato in scena il 30 giugno scorso per le strade della nostra città, con ragazzi con i genitali di fuori e i crocifissi infilati nel di dietro.

     

    Peccato però che, quella volta, Nalin e Lorenzoni non abbiano aperto bocca». Già,tette e sederi. E giovani universitarie, checché ne dica Contin, pagate 150 euro per farsi inzuppare la t-shirt da mitra e pistole spara-acqua. Ma «Miss lato B», sabato sera, non si farà. L’ha deciso il sindaco Giordani. Ah no, tutta colpa del maltempo annunciato. Stop alle polemiche? Chissà.

     

    2 – PADOVA, IL CONCORSO MAGLIETTA BAGNATA. LE MISS: «LO FACCIAMO PER SOLDI»

    Silvia Moranduzzo per https://corrieredelveneto.corriere.it/

     

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    Un concorso che ha fatto discutere, tra chi ha gridato allo scandalo e chi ha minimizzato. «Miss maglietta bagnata» nei giorni scorsi ha scosso gli animi all’interno di Palazzo Moroni, prima con le dichiarazioni dell’assessore alle politiche sociali Marta Nalin («Una schifezza. Si continua a dare questa immagine, sbagliata e pericolosa, che la donna sia a disposizione») poi con la risposta morbida del collega al commercio Antonio Bressa che difeso il concorso («Una semplice goliardata») e con quella più piccata di Chicco Contin, patron dei Navigli, cuore della «movida» padovana.

     

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    Secondo Contin le ragazze sono studentesse universitarie che partecipano liberamente (e divertendosi) al concorso, ma le cose non starebbero proprio così.

     

    Almeno a sentire Regina Pulzato, 25 anni, che venerdì si laurea in Economia e commercio a Venezia, è che fa la hostess: «Prendo 150 euro per partecipare. Ho cominciato da un po’ a fare la modella e quando mi è stato proposto il concorso di Miss maglietta bagnata ho pensato perché no?».

     

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    Con lei c’era anche il suo ragazzo, Marco Benato, 24 anni, che è rimasto ai Navigli fino alla fine del concorso decisamente contrariato. «Mi dà molto fastidio, ho tentato di dissuaderla ma non è servito. È solo un modo per mettersi in mostra».

     

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    Pulzato non è l’unica che lo fa per soldi. Giulia, 25 anni, studentessa di Medicina a Padova, aveva bisogno di un po’ di denaro: «Cercavo un lavoretto da fare e questo occupa solo una serata. Non posso dire quanto prendo ma pagano bene. Non mi piace come evento ma cerco di non prenderlo troppo sul serio».

     

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    Anche G., 26 anni, commessa in un negozio di telefonia non sembra entusiasta di mostrare il seno: «Mi vergogno un po’ ma mi servono soldi. Spero di non vincere, non voglio che i miei amici e la mia famiglia sappiano che ho partecipato».

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