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    VIA DA MORAVIA - NELLE LETTERE TRA ELSA MORANTE E LO SCRITTORE, L'AMORE PLATONICO PER LUCHINO VISCONTI. PLATONICO UN CIUFOLO: ''MI SPINSE LA FACCIA CONTRO LA SUA PATTA MENTRE GUIDAVA. FU IL NOSTRO PRIMO INCONTRO ROMANTICO'' - E QUELLO DISPERATO PER BILL MORROW, PITTORE AMERICANO CHE SI SUICIDO' DALL'EMPIRE STATE BUILDING. ELSA ENTRÒ IN UN LUTTO DISPERATO, E MORAVIA SI TRASFERÌ DA DACIA MARAINI


     
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    luchino visconti federico fellini luchino visconti federico fellini

    1. L'AMORE DI ELSA MORANTE PER LUCHINO VISCONTI

    Dall'articolo di Brunella Schisa per ''Il Venerdì - La Repubblica''

     

    E.M. O la Divina Barbara è un libro che prende allo stomaco per la ferocia con cui la protagonista si svela.

     

    elsa morante alberto moravia elsa morante alberto moravia

    La prima cosa che racconta al confidente è l'amore disperato per Luchino Visconti. «Scendevo dal treno, alla stazione Termini» ricordava lei, «e lo incrocio nella hall, l'avevo certamente già visto con Alberto, due o tre volte, un saluto, niente di più, fatta eccezione per quella sua particolare maniera di ridere da gatto siamese che, quella sera, alla stazione di Roma, mi ha fatto sciogliere d'amore... È stato, in un fulmine, il mio idolo e lo desiderai con tutto il mio essere... Abitava in via Salaria, ha fatto una deviazione per il Pincio e, pur continuando a guidare la sua grossa auto, mi ha presa, senza una parola, per il collo e ha forzato la mia testa contro la sua patta... Questo fu il nostro primo incontro d'amore...»

     

    elsa morante in abito di gala elsa morante in abito di gala

    Ma è tutto vero? «Sì. Tutto. I primi due aggettivi che usò parlandomi di Visconti sono stati cattivo e volgare. La loro storia durò tre anni e finì nel 1953, eppure a trent'anni di distanza ancora soffriva al ricordo». Schifano scrive che Visconti la chiamava nel cuore della notte e pretendeva che Elsa si masturbasse insieme con lui nonostante le dormisse accanto il marito, Alberto Moravia.

     

     

    2. MORAVIA E MORANTE «CARA ELSA, SE NON FACCIAMO L' AMORE NOI CI DIVIDEREMO PER SEMPRE...»

    Pino Farinotti per “Libero quotidiano

     

    La Bompiani edita Alberto Moravia: Quando verrai sarò quasi felice (pp 336, euro 19), a cura di Alessandra Grandelis. Trattasi della corrispondenza che lo scrittore indirizzò a Elsa Morante, prima compagna poi moglie, fra il 1947 e gli anni ottanta.

     

    elsa morante alberto moravia elsa morante alberto moravia

    L' amore di due grandi scrittori. Documento interessante dunque, e magnificamente privato, nelle due chiavi, il sentimento e la cultura. Anche se Alberto nelle lettere si preoccupa più della vita che della professione. Sono lettere «normali», il quotidiano, le piccole novità, gli incontri, la vicinanza.

     

    Ma correggo quel «sono normali» in «sembrano normali», perché chi un po' ha praticato Moravia, i suoi libri, il suo pensiero e il suo recondito, riesce a leggerci citazioni e segnali che poi ha trovato nelle sua pagine.

     

    Con un quanto in più di spontaneità, di «getto» di un uomo che scrive alla donna della sua vita. Comunque lo scrittore in una lettera dichiara apertamente: «Elsa ed io abbiamo raramente parlato vicendevolmente della nostra reciproca opera e io in tutti i casi, più di lei...».

     

    Un quadro: in un certo senso Moravia (1907-90) e Morante (1912-85) sono cresciuti (quasi) insieme. Nel novembre del 1936, quando si incontrano, lui si è già fatto conoscere, col suo primo libro Gli indifferenti (1929), e lei si sta facendo conoscere. Sono molto diversi, per carattere e per origini, lui è un borghese benestante, lei viene da famiglia (men che) modesta.

     

    bill morrow bill morrow

     E c' è della commozione nelle prime righe di una lettera di Alberto, che descrive Elsa « Viveva sola e moriva letteralmente di fame. E anche di solitudine...». Un' altra notizia importante, diretta è in questa lettera: «Nel '41 decisi di sposarmi perché non avevo più voglia di sentirmi separato da Elsa. ...Non avevo soldi per comprare un anello, mi limitai a comprare il rituale mazzo di mughetti». L' epistolario inizia nel 1947 quando lui è ormai vicino al successo e lei sta per ottenere quel riconoscimento letterario cui ha sempre ambito.

     

    Alberto Moravia sarebbe diventato lo scrittore e l' intellettuale militante che sappiamo. Assumendo le letterature prevalenti, americana ed europea, estraendone l' essenza scarna e realistica, perfette per il suo impegno a fronte delle patologie delle classi sociali. Gli indifferenti, La ciociara, La noia, e altri, sono libri per il mondo.

    ELSA MORANTE ELSA MORANTE

     

    E «per il mondo» è certo il capolavoro di Morante, La storia, dove l' autrice racconta la vicenda bellica dell' Italia e delle nazioni, attraverso il micromondo di una modesta famiglia romana, madre, bambini e due cani. Un testo profondo e romantico, persino ottimista. Non è improprio se dico che Moravia-Morante possono essere omologhi dell' altra coppia magnifica, di Francia, Sartre-De Beauvoir.

     

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    Peraltro quasi coetanei. I quattro molto rappresentarono e dettarono, a casa loro e altrove. Jean Paul Sartre vinse il Nobel -che peraltro non ritirò, lui contestatore di ogni forma «convenzionale»- . Il nome di Moravia ricorse più volte, nelle presunte nomination del Nobel. E se glielo avessero attribuito non ci sarebbe stata la dialettica come intorno a Fo a Dylan.

     

    Le lettere sono vere miniere, spedite da tutti i continenti: molte da Anacapri, Roma naturalmente, e poi da New York, Lagos, Tokyo, Montreal, Jugoslavia. Da tutta la terra.

    Quando Elsa è presa da una passione «platonica» per Luchino Visconti, lei quasi si scusa «per questo sentimento strano e inaudito». Lui le scrive «Stanotte ho sognato che sedevi a un tavolo di un caffè aspettando L...Allora mi sono avvicinato a te e ti ho gridato."Se entro tre giorni non facciamo l' amore, ci divideremo per sempre"».

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    Certo non platonico fu il rapporto di Elsa con Bill Morrow, il pittore americano che la raggiunse a Roma ai primi del '60 e che tornato a New York si gettò dall' Empire State Building. Scriveva Enzo Siciliano, intimo della coppia: «Elsa entrò in un lutto lungo e disperato».

     

    La vicenda, Alberto la risolve con un altro sogno: «... volevo vederti in una casa piena di gente e questa gente voleva impedirmi di vederti..». Tuttavia il «trauma» questa volta non viene superato. Moravia si trasferirà sul Lungotevere della Vittoria per cominciare una nuova fase della vita con Dacia Maraini.

    ELSA MORANTE ELSA MORANTE

     

     Anche se poi scriverà: «Grazie alle qualità umane e artistiche di Elsa, sono riuscito ad essere sinceramente 'con lei', tutta la vita».

    Il libro curato da Grandelis è un documento importante. Una lunga istantanea che dobbiamo a due intelligenze oneste e spiriti cospicui, garanti di sentimento, vicende e cultura di un' epoca ricca e utile. In un' Italia migliore di questa.

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