Rosario Dimito per “il Messaggero”
BOLLORE' DE PUYFONTAINE
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Vivendi e annullato la delibera n. 178 del 18 aprile 2017 con cui l'Agcom aveva ordinato alla media company francese di rimuovere la violazione accertata in Mediaset. È quanto si legge nel dispositivo della sentenza emessa ieri dal Tribunale amministrativo a valle della camera di consiglio riunita il 16 dicembre scorso.
L'Autorità aveva imposto di sanare la violazione e Vivendi - tra Telecom e Mediaset - aveva scelto di trasferire in un trust, il 19,8% di Cologno Monzese. Il provvedimento dell'Agcom riscontrava la violazione dell'art. 43 comma 11 del Tusmar (legge Gasparri), norma che la Corte di Giustizia della Ue ha ritenuto, a settembre, non conforme con il principio dei trattati comunitari che sancisce la libertà di stabilimento per le imprese europeo. Ora Mediaset valuta il ricorso al Consiglio di Stato.
LA NUOVA ISTRUTTORIA
PIER SILVIO BERLUSCONI FEDELE CONFALONIERI
Il Tar recependo la sentenza della Corte del Lussemburgo, ha dunque, disapplicato la norma della Gasparri su cui si fondava la delibera ed ha proceduto al suo annullamento. La conseguenza pratica è che da oggi, Vivendi ritorna nella piena titolarità del suo pacchetto in Mediaset (29,6%) e dei relativi diritti di voto che il giudice civile di Milano aveva sterilizzato. C'è da osservare che la ripresa di possesso integrale dei diritti di voto da parte di Parigi potrebbe avere una certa importanza in occasione della prossima assemblea di Mediaset di aprile-maggio chiamata a rinnovare il cda in scadenza a luglio 2021.
Cologno Monzese ha il controllo quasi assoluto della holding tv (44%). Ma salvo nuovi fatti di scena, Vivendi potendo votare con circa il 30%, ha la possibilità di nominare un certo numero di propri rappresentanti nel board. E se perdurasse il clima di conflittualità che dall'estate 2016, quando si consumò lo strappo su Premium, sarebbe difficile per la famiglia Berlusconi realizzare il polo europeo rilanciato nei giorni scorsi da Pier Silvio Berlusconi, ma già una volta saltato a seguito della durissima battaglia legale messa in piedi da Parigi in Spagna, Olanda e Italia.
GIACOMO LASORELLA
Questa sentenza chiude il capitolo legata alla vecchia delibera Agcom di tre anni fa, ma non incide sulla nuova istruttoria che l'Authority presieduta da Giacomo Lasorella ha avviato il 15 dicembre, applicando la nuova norma, battezzata salva-Mediaset, varata dal governo Conte.
L'istruttoria durerà circa sei mesi per cui bisognerà primavera inoltrata per conoscere gli esiti di questa tormentata vicenda. Rimane anche in piedi tutto il filone penale dinanzi alla procura di Milano dove sono indagati Vincent Bollorè e Arnaud de Puyfontaine per manipolazione del mercato in occasione del mancato acquisto della pay tv Mediaset Premium.