Matteo Indice per "la Stampa"
camilla canepa
Camilla Canepa fu sottoposta a una Tac senza l' impiego di liquido di contrasto.
Ma questa pratica, e lo confermano solide fonti investigative, potrebbe contraddire le linee guida diffuse dall' Aifa. È uno dei dettagli più importanti emersi ieri nell' inchiesta sulla tragedia della studentessa diciottenne.
Per orientarsi è necessario ripercorrere il documento emesso dall' Agenzia italiana del farmaco il 26 maggio scorso, in materia appunto di «complicanze tromboemboliche post-vaccinazione anti Covid 19 con Vaxzevria-AstraZeneca».
È un dossier di 11 pagine, e uno dei paragrafi più rilevanti recita: «Nel sospetto di trombosi dei seni venosi cerebrali l' esame di prima scelta è oggi l' angio-Tac, indicando al medico neuroradiologo il medesimo sospetto clinico così da poter studiare correttamente, con il mezzo di contrasto, i distretti venosi». Camilla era stata bene fino al tardo pomeriggio del 3 giugno, quando ha manifestato cefalea e una forte fotosensibilità. Ha raggiunto insieme ai familiari il pronto soccorso di Lavagna e qui ha trascorso alcune ore dopo che erano stati registrati una presunta «piastrinopenia» (carenza di piastrine) di matrice ereditaria e però contestata dalla famiglia, e l' assunzione nei giorni precedenti di farmaci per una cura ormonale.
camilla canepa
Ai medici era stato premesso che il 25 maggio si era vaccinata con AstraZeneca e il valore delle piastrine quella sera - è certificato dalle cartelle cliniche acquisite dai carabinieri - era inferiore al range ritenuto «normale». A quel punto i sanitari dell' istituto lavagnese hanno eseguito una Tac, come premesso senza liquido di contrasto. È stata una prassi corretta, alla luce di ciò che prescriveva l' Aifa con una circolare emessa prima che la giovane si presentasse al pronto soccorso?
Che tipo di quadro clinico era stato palesato al neuroradiologo? Non c' è dubbio che quanto accaduto a Lavagna rappresenti un nodo fondamentale.
CAMILLA CANEPA
E tra gli ulteriori dati da verificare vi sono la brevità della permanenza in osservazione dopo il primo accesso della vittima e le risicate consulenze specifiche richieste davanti a sintomi che sempre l' Aifa evidenzia come «sospetti» in tutte le sue circolari.
Sui dubbi degli inquirenti Paolo Petralia, direttore generale dell' Asl 4 Chiavarese da cui dipende l' ospedale di Lavagna ha spiegato: «Rispettiamo ogni accertamento della magistratura, ma mi sento di dire che solo un approfondimento tecnico molto specifico potrà far luce con precisione sui vari spunti investigativi, in prims quello inerente la circolare Aifa sulla necessità della Tac con contrasto».
Camilla canepa AstraZeneca