Alberto Mattioli per “La Stampa”
venezia
49.999. Eccolo qui, sul ponte delle Guglie, uno dei cartelli di cui parla tutta Venezia, anzi tutti i veneziani, la minoranza residente nella nuova Disneyland, mentre la maggioranza rumorosa dei turisti passa ciabattando sulle sue infradito.
Un numero, e basta: semplice, elegante, anonimo e tragicamente evocativo. Eh sì, perché se le cose continueranno ad andare come vanno, e non si vede proprio come possano andare diversamente, entro quest'estate il numero dei residenti a Venezia città scenderà per la prima volta sotto la soglia dei 50 mila.
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Nel 1951, erano 174 mila e rotti, quindi in settant'anni Venezia ha perso due terzi degli abitanti. C'è poco da stare serenissimi.
Ieri l'altro, i volantini hanno saturato Cannaregio: sulle spalliere dei ponti, sulle cassette delle lettere, sulle saracinesche dei negozi.
Ieri sera, altro blitz e nuova distribuzione, stavolta in zona Rialto e Castello. Indiziati numero uno, quelli di Venessia.com, non nuovi a goliardate terribilmente serie, come il famigerato "funerale di Venezia" celebrato nel 2009 in Canalgrande (meno nota ma più profetica, la beffa dell'anno successivo: i finti tornielli d'accesso alla città in piazzale Roma, con l'euro richiesto ai turisti, cioè quel che si vedrà prossimamente - ma sul serio - sugli schermi veneziani).
palazzo barbarigo venezia gergiev
Loro, i geniacci di Venessia, negano, chi li conosce giura che lo stile è quello, chissà. Di certo, sulla loro home page un contatore aggiorna il numero degli abitanti: ieri erano 50.134. E un complicato calcolo spiega anche quando si scenderà sotto la soglia fatidica: l'11 luglio se ci si basa sul trend annuale di spopolamento, il 17 luglio sugli ultimi sei mesi, il 4 agosto sull'ultimo mese.
Procuratie Vecchie restaurate a Venezia 2
Il Comune naturalmente non ci sta e ribatte che il dato non comprende chi in città ha il domicilio e non la residenza, come studenti fuori sede, trasfertisti, pendolari e così via.
Però, annunciando il solito Pnrr dei miracoli, l'aveva detto in marzo anche il venezianissimo ministro Renato Brunetta: «Venezia sta andando sotto la soglia che definisce il concetto di città». «Mi sembra di vivere in un romanzo di Agatha Christie, di quelli dove i personaggi spariscono uno dopo l'altro», racconta un residente in zona San Zaccaria.
Procuratie Vecchie restaurate a Venezia 3
Nell'ospedale più bello del mondo, ai Santi Giovanni e Paolo, di bambini ne nascono pochi: 344 in tutto nel 2021 (all'Angelo di Mestre, nello stesso anno, furono 2.022). Dalla Ulss 3 "Serenissima" fanno notare che la locale Ostetricia è così valida che la scelgono anche dei foresti, però per tenerla aperta a Venezia ci è voluta una deroga speciale della Regione Veneto, che ha chiuso quelle da meno di 500 parti all'anno.
E dire che, sul suo cavallo di bronzo griffato Verrocchio, veglia sull'ospedale il Colleoni, che secondo la credenza popolare aveva tre testicoli, il che dovrebbe essere di buon auspicio per la procreazione. Gianpiero Dalla Zuanna, professore di Demografia a Padova ed ex senatore del Pd, paragona lo spopolamento di Venezia a quello di tanti comuni montani: «Si ingenera un circolo vizioso. Iniziano a chiudere le scuole e i negozi, i servizi si riducono, e così vivere in questa città difficile diventa ancora più difficile. I problemi sono due: un mercato immobiliare drogato e la fatica degli spostamenti.
nebbia venezia
E la popolazione diventa sempre più anziana». «Lo vol saper, cosa accade? Glielo dico io». Chi parla (come un personaggio di Goldoni, in effetti, la lingua è la stessa, lo spirito anche) è Giampiero Vio, classe 1936, titolare della celebre pasticceria Marchini in campo San Luca: «Allora, è molto semplice. Lei è un veneziano con casa di proprietà, diciamo cento metri ereditati dalla povera zia. Anche se vecchia e malmessa perché la zia non faceva manutenzione, la vende per almeno 450-500 mila euro. Poi compra una bella casa nuova a Mestre per 150 mila e si intasca il resto. Vive più comodo e quando ha bisogno di venire a Venezia ci viene. Tutto qui».
ponte di calatrava a venezia 1
E poi, diciamolo, in città ormai di attività economiche ne sono rimaste poche: il turismo è una monocultura. E con il Covid si è visto che se di turismo Venezia muore, senza turismo Venezia non vive. E così sembra prevalere la rassegnazione, come se il progressivo svuotarsi della città fosse l'ennesima variazione sul tema della morte a Venezia, ultima metamorfosi di una città che invece per secoli fu la capitale del piacere oltre che di un impero, una Las Vegas globale, altro che lugubri gondole e Dirk Bogarde.
palazzo ducale
«Noi siamo arrabbiati, ma rassegnati no, mai», sbotta però Marco Gasparinetti, consigliere comunale d'opposizione. Il «noi» sta per la piattaforma civica XXV Aprile, in prima linea contro un declino che, giura, inarrestabile non è: «Questa dello spopolamento è una tragedia annunciata ma nessuno ha mai fatto niente per fermarla, per esempio una seria politica della casa. Però il funerale è prematuro: Venezia non è morta».
E perché? «Facciamo due conti. Cinquantamila sono gli abitanti dei sestieri. Ma con le isole e la laguna si arriva a 77 mila circa. Aggiungiamo 25 mila studenti e 35 pendolari, sono altre 60 mila persone che vivono più o meno stabilmente a Venezia. Tradotto: siamo pochi, non spacciati. Bisogna restare e battersi. E poi, senta, io ho vissuto a Roma prima di tornare a Venezia. Quanti romani veri vivono davvero a Trastevere?».