Stefania Ulivi per il “Corriere della Sera”
giulia salemi e dayan mello
Professione red carpet. Il tappeto rosso per attori e registi dei film della Mostra è semplice passaggio di rito verso le proiezioni ufficiali in Sala Grande. Ma per il sottobosco di aspiranti famosi sfilare su quei pochi metri di stoffa a favor di fotografi diventa «lo spettacolo» di cui sono protagonisti assoluti.
Basta il biglietto e si può avere accesso libero. Uno su mille poi ce la fa a conquistare l' attenzione. Come le due signorine prese di mira dagli scatti la sera di The Young Pope (Giulia Salemi e Dayane Mello) o la recidiva Belén Rodriguez, bloccata e rimandata indietro: negli anni non ha ancora imparato la regola numero 1. Mai presentarsi durante il passaggio delle delegazioni ufficiali: in quei momenti il tappeto è rigorosamente riservato a loro.
dayan mello
In passato l' accesso sul red carpet era gestito dalla Biennale e dalle delegazioni delle opere in gara. Poteva capitare, come nel 2009, di trovarci un soddisfatto Hugo Chávez (ospite di Oliver Stone). Dal 2012, come accade da sempre a Cannes - dove quest' anno a conquistare la ribalta mediatica è stata Bella Hadid - chi ha il biglietto per le proiezioni ufficiali (a volte procurato dagli sponsor) può sfilare. Gli abbonamenti «vip» per tutta la durata della Mostra costano 1.600 euro ma possono rendere bene. Tecnicamente dunque non si tratta di imbucati. Peccato che nessuno di loro entri poi a vedersi il film.
belen contro giulia salemi
Ma i sogni di gloria dei morti di fama possono essere messi in crisi dagli stakanovisti del red carpet. Come Clooney, che nel 2013 per Gravity pretese almeno venti minuti solo per gli autografi. O Tom Hardy che per Locke firmò fino all' ultimo autografo mentre la gente veniva deviata verso gli ingressi laterali. O Johnny Deep, Zac Efron, Selena Gomez... L' unica consolazione, in molti casi, resta il fai da te: un selfie. Confidando nell' invidia degli amici.