1.ADESSO CHE ECO E’ MORTO FINALMENTE NE POSSONO PARLARE
Lettera a “il Fatto Quotidiano”
Furio Colombo e Moglie
Caro Furio Colombo, ho notato che il settimanale Panorama ha dedicato alla morte di Umberto Eco un solo articolo: denigrazione e disprezzo, firmato da Stefano Zecchi. Lo stesso giorno, giovedì 25 febbraio, sul Fatto Quotidiano, Pino Corrias definiva il funerale di Eco "uno spot per il suo ultimo libro" mostrato da una Elisabetta Sgarbi in stato "lisergico-manageriale" ovvero un po' fuori di testa.
Poco prima Gramellini, uomo di solito mite e gentile, aveva appena detto, in presenza del mite e gentile Fabio Fazio: (Che tempo che fa, Rai3): "Ora si può discutere sull' opportunità di vendere un libro in presenza del cadavere dello scrittore (…) ma cosa avrebbe detto l' intellighenzia italiana se durante i funerali di un autore Mondadori, Marina Berlusconi avesse sfoderato dalla borsetta il suo ultimo inedito? Il doppiopesismo è una cosa che non mi piace".
Giorgio
2.LA RISPOSTA DI FURIO COLOMBO PUBBLICATA DA IL “FATTO QUOTIDIANO”
Stefano Zecchi
C' è molta volgarità e molta deliberata ricostruzione d' autore dei fatti in questi tre eventi. Tutti e tre danno l' impressione di un respiro liberatorio (basta finalmente col maestro, con il quale, da vivo, era meglio stare zitti perché c' era il rischio di provocare una sua breve riflessione.
Ma basta anche con il rispetto e l' attenzione a Elisabetta Sgarbi in quanto manager quasi sempre vincente, perché a una che vuole addirittura fondare (insieme a Eco) una casa editrice fuori, e forse contro, Mondadori, puoi dire quello che vuoi. Anche far notare l' indegnità di venditrice da bancarella, a confronto con l' augusta Marina Berlusconi che queste cose non le farebbe mai.
massimo gramellini (2)
Ma vediamo i nostri autori. Quello che so di Stefano Zecchi è poco, come tanti miei concittadini. Diciamo che da questo momento è un po' più noto perché in molti avranno notato il cattivo gusto (suo e del settimanale) di dire di Eco, da morto, ciò che, forse per caso, non hanno mai detto di Eco da vivo.
Riconosciamo che a Zecchi tocca la fortuna di non sapere niente dei suoi limiti, e questo lo fa sentire autorevole, e in grado di sistemare colleghi che, per biasimevole iniziativa di giudici scriteriati dei vari continenti, sono stati insigniti dagli onori e riconoscimenti più alti un po' dovunque, e cooptati da Accademie e Lincei del mondo. Pensi, caro Zecchi, in quanti si sono sbagliati su Eco che "non pensa nulla della vita, nulla del mondo", come lei coraggiosamente scrive.
A Pino Corrias vorrei dire: possibile che tu non abbia mai visto un berretto da alpino sul feretro di un vecchio soldato, la tromba di un musicista sulla sua bara, e dunque il libro, l' ultimo libro di Umberto Eco, che ha riempito il mondo dei suoi libri e, lo sai, non aveva bisogno di spot? Mi permetto di dirtelo perché tu, lui, lo sai per mestiere.
pino corrias racconta il suo libro
E sai per mestiere che i compagni di avventura della nuova casa editrice fondata da Eco hanno trovato naturale un segno estremo di legame, di affetto, di continuazione, così come hanno fatto eseguire da due bravi musicisti "La Follia" di Corelli, che a Eco piaceva suonare al flauto.
Vedi, noi sapevamo quanto gli era costato quell' ultimo libro, che giustamente Elisabetta Sgarbi ha fatto vedere come un segno di vita in un giorno di morte. "Venderlo come una spazzola"? Perché raccontare con disprezzo la circostanza, il luogo, le persone, il dolore, riassumendole in una boutade? Gramellini ha scelto come professione di essere buono in un mondo volgare.
Sarebbe stato bello evitare la volgarità di chiamare in causa Marina Berlusconi, e di immaginare tutta la scena in cui una presunta e purtroppo inesistente intellighenzia italiana si rivolta perché la Berlusconi osa mostrare (sembra uno strano sogno) un libro a un funerale.
ELISABETTA SGARBI FUNERALI ECO
E allora, da questo strano sogno, Gramellini misteriosamente estrae una denuncia implacabile di "doppiopesismo". Tutto ciò perché, mentre in tanti (migliaia, molti con una rosa) davano l' addio a Eco, la leader della nuova casa editrice fondata da Eco mostrava il primo libro di quella nuova casa editrice, che era l' ultimo libro di Eco. Gramellini, che di professione è gentile, ci può spiegare?