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    LA TRAGEDIA DOPO LA TRAGEDIA - MORTO UN PILOTA NELLA GARA IN RICORDO DI SIMONCELLI - IL CENTAURO PETRUCCI: “QUELLA PISTA È PERICOLOSA” - BIAGGI: “NO, UNA FATALITÀ”


     
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    1. L'ACCUSA DEL PILOTA PETRUCCI. POLITA: "SIAMO SOLO BURATTINI". 2013 ANNO NERO
    Marco Calandra per "la Repubblica"

    DORIANO ROMBONIDORIANO ROMBONI

    «Perché i piloti sono fatti così. In pista aprono il gas, vanno sempre al massimo. Ma quella pista è pericolosa, gli organizzatori lo sapevano. Glielo avevo detto anche lo scorso anno: vi prego, corriamo su un circuito più sicuro. Ma loro: no, costa troppo. Restiamo qui: andrà tutto bene. E adesso?». Adesso Danilo Petrucci si tiene la testa tra le mani, e il rimorso dentro. "Il destino, che bastardo", ha twittato. Doveva essere una festa, invece è un'altra tragedia.

    Ieri Petrucci ha visto cadere Doriano Romboni, che gli è venuto incontro come un proiettile. «L'ho evitato appena in tempo. Ma è stato inutile». Dietro di lui arrivava Gianluca Viziello, Doriano l'ha centrato in pieno. «Ci siamo subito fermati», dice. «E c'era un silenzio bruttissimo. Di quelli che non serve più parlare, fare domande». Stamani i piloti tornano tutti al Sagittario, quel serpente di pista che andrà bene per le corse dei kart, ma non per le moto. «Io non me la sento più di correre. Non ora. Rispetto quelli che hanno pagato il biglietto, siamo qui per fare beneficenza. Ma ancora in sella, no».

    DORIANO ROMBONIDORIANO ROMBONI

    Lo spettacolo deve continuare? Alessia Polita, la bella campionessa rimasta paralizzata dopo un incidente nel giugno scorso a Misano, ha polemizzato su Facebook: «Siamo solo burattini che muoiono, ma non importa a nessuno. Conta solo che il burattinaio faccia cassa». Il suo fidanzato, Eddi La Marra, due mesi dopo il drammatico infortunio era stato ricoverato in condizioni disperate, per essere caduto sullo stesso circuito.

    «Basta», insiste Alessia. «Non c'è sicurezza, giocano sulla nostra pelle e noi li lasciamo fare». La quarta vittima nell'anno nero del motociclismo, il secondo italiano dopo Andrea Antonelli, che aveva 25 anni ed è morto a luglio nel diluvio di Mosca durante una gara della categoria Supersport. E due piloti americani deceduti a Daytona quest'estate, un 17enne scomparso sul circuito di Sepang.

    DORIANO ROMBONIDORIANO ROMBONI

    "Con quale spirito, con quale umanità si può continuare questa manifestazione?", si chiede Alessia. «I soldi per la fondazione sono già stati raccolti con le prevendite. Non c'è un motivo valido per andare avanti. Si tratta di rispetto per una persona morta». Perché doveva essere una festa. «Ma i piloti aprono il gas, vogliono sempre correre», ripete Petrucci. «C'è troppa pressione, in pista. Anche per un'esibizione. Ma non potevamo organizzare una partita di calcio?».


    2. MAX BIAGGI: "HO PROVATO A SOCCORRERLO, NON RESPIRAVA PIÙ MA È STATA UNA FATALITÀ, COME NEL CASO DI MARCO"
    Massimo Calandri per "la Repubblica"

    Max Biaggi, è l'anno nero del motociclismo. Quattro piloti morti negli ultimi cinque mesi.

    «Questa di Latina è stata una incredibile fatalità. Ma non credo ci siamo colpe. Si è trattato di un incidente per certi versi simile a quello di Marco Simoncelli. Una fatalità, ve l'ho detto. E non dimenticatevi che il Sic è morto in Malesia, su di uno dei circuiti più sicuri del mondo».

    DORIANO ROMBONIDORIANO ROMBONI

    Stamani volevate tornare a correre. Per Doriano Romboni.

    «La priorità era lui, Doriano. La sua famiglia, i figli. Ne avevamo parlato con Paolo Simoncelli, il padre di Marco. Era d'accordo. Una parte dell'incasso della manifestazione sarebbe andata ai figli di Doriano. La Federazione ha deciso di fermare tutto in segno di lutto. Una scelta che accettiamo».

    Perché lo spettacolo deve sempre continuare?

    «Avevamo deciso di andare avanti, tutti insieme. Volevamo tornare in pista. Pensavamo fosse meglio così».

    Ma è morto un pilota.

    DORIANO ROMBONIDORIANO ROMBONI

    «Siamo venuti qui per celebrare un amico scomparso. Doveva essere una grande festa in memoria del Sic. È successo un dramma, però non aveva senso restare fermi. Non fare nulla, arrendersi: perché? Se avessimo corso, non avremmo mancato di rispetto a conto che è difficile farlo capire, a chi non è qui. Ma questo è il nostro sport, la nostra vita. Il nostro modo di esprimerci. Apriamo il gas, diamo spettacolo. Non vuole dire che lo facciamo in condizioni a rischio».

    Questo di Latina è un circuito sicuro?

    «Per dieci anni ci hanno corso dei campionati del mondo. Ha superato tutti i controlli internazionali. E questa non è una gara di campionato del mondo. È un'esibizione, quasi un gioco. Un divertimento. Se il circuito è sicuro per le competizioni vere, lo è anche per questo ritrovarsi tra amici».

    Max BiaggiMax Biaggi

    Danilo Petrucci ha detto che la pista è pericolosa.

    «Posso rispondere con una domanda?».

    Prego.

    «Quanti piloti hanno rilasciato interviste? Uno solo: Petrucci, che ha parlato alla televisione. E se gli altri 57 presenti qui non hanno commentato, qualcosa vuol dire. Non credo la pensino nello stesso modo. Io? A queste domande vorrei rispondere in maniera informale. Preferisco affidarmi ai tweet»,

    MARCO SIMONCELLI DOPO L INCIDENTE A SEPANGMARCO SIMONCELLI DOPO L INCIDENTE A SEPANG

    Cosa è accaduto in pista?

    «Io seguivo gli altri, credo che le prove fossero praticamente finite. L'ho visto a terra e mi sono fermato immediatamente. Non si muoveva, non respirava. Al momento ho notato che probabilmente aveva una gamba rotta, perché era in una posizione innaturale. Ma quello era il meno. Purtroppo »
    .
    Doveva essere una festa.

    «È pazzesco. Eravamo qui per ricordare un pilota ed è accaduto ancora. Doriano, attaccato alla moto, ha tagliato la pista e quelli che sopraggiungevano se lo sono ritrovato davanti all'improvviso».

    SIMONCELLI SUL PODIOSIMONCELLI SUL PODIO

    Eravate amici?

    «In moto siamo più che amici. Fratelli. Chi corre, anche chi lo fa solo per passione, capisce bene di cosa parlo. Doriano era uno in gamba, anni fa mi aveva reso la vita dura e avevamo combattuto parecchio. Una volta ad Assen ci eravamo toccati in gara, era finito sull'asfalto e s'era fatto male. Ma aveva subito ripreso, duro come l'acciaio. Era uno come noi».

    SimoncelliSimoncelli

    Come il Sic, come Antonelli.

    «Un altro fratello che se ne è andato ».

     

     

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