paolo canevari a spoleto
Carlo Alberto Bucci per “la Repubblica - Edizione Roma”
La Statua della Libertà, in cemento e formato scultura da giardino, distesa davanti a Palazzo Collicola come fosse uno dei monumenti abbattuti negli Usa dopo la morte per asfissia di George Perry Floyd, ucciso il 25 maggio scorso da un poliziotto.
Ha usato un' immagine diretta, senza fronzoli, Paolo Canevari per portare il visitatore dentro la mostra che al piano nobile del palazzo settecentesco riunisce trent' anni di lavoro sotto il titolo di Materia oscura. E che, con quella di Asdrubali, accompagna il Festival dei Due Mondi al via il 20 agosto.
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Del resto, ha un approccio al lavoro fortemente politico l' artista nato nel 1963 a Roma, città che ritorna spesso nelle sue opere ma non come omaggio a chi gli ha dato i Natali bensì quale culla di simboli millenari del potere: dai Colossei ricavati dai copertoni alle Lupe fameliche in carta d' alluminio.
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Dice Canevari nel testo di Marco Tonelli (direttore del museo e curatore, con Lorenzo Fiorucci, della mostra aperta fino al 13 settembre): «I nostri monumenti, le discariche di rifiuti, gli enormi campi di rottamazione per le auto, monumenti al progresso, le montagne di copertoni e camere d' aria usate, testimoni di conquiste e trasmigrazioni, gli scheletri delle architetture abusive, simboli di una civiltà progressista La realtà della società è nei suoi fallimenti, più che nelle sue glorificazioni».
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Una visione pessimistica sui destini dell' umanità. Eppure, commenta Tonelli: « L' opera di Canevari è materia oscura in senso etico e morale, ecologico e spirituale » . C' è una speranza di riscatto e sta nel soffio vitale che gonfia la camera d' aria di Mamma ( archetipo femminile messo qui in relazione con un quadro con la Vergine del museo). O che fa contorcere, in una spirale barocca e di fuoco, la gomma nera dei Tortili, del 1991 ma perfettamente inseriti nella galleria dorata dei Collicola.
Un nero da ready made quello di Canevari, non da coloreria artistica, piuttosto vicino alla pelle del " chiodo" del motociclista. Se l' informale delle plastiche di Alberto Burri è nel raggio dei copertoni usati che Canevari taglia e piega (a volte con gusto da astrattista per le trame decorative), l' Arte povera di Pino Pascali riecheggia nelle armi innocue, che siano pistole o tank. E l' omaggio dello scultore romano all' artista pugliese sta, anche, nei piccoli carri schierati, ad arte e con ironia, davanti alla Pietà di Leoncillo, tra le opere della bella Galleria d' arte moderna.
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busiri vici, canevari e spalletti