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    CHI VINCERA’ LA PREMIER? LA RISPOSTA DI MOURINHO E’ DA “SPECIAL ONE” – ESORDIO COL BOTTO PER IL PORTOGHESE NEL RUOLO DI COMMENTATORE DI “SKY SPORTS UK” MA LUI FREME PER TORNARE IN PANCHINA: “HO IL FUOCO DENTRO” - LA VITA SENZA CALCIO DI ALLEGRI CHE STA SISTEMANDO LA CASA DI BRESCIA IN CUI ANDRA’ A VIVERE CON AMBRA, SPALLETTI SE LA GODE COME UN PISCHELLO ALL’AQUAFAN, WENGER SCALPITA PER RIENTRARE. I BOOKMAKER QUOTANO GIÀ I PRIMI TAGLI…


     
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    Carlos Passerini per corriere.it

     

    mourinho mourinho

    Sono fantasmi. E si sa che i fantasmi, quelli veri, non si danno pace. Sono inquieti, tormentati. Soli. E infelici. Come José Mourinho. A confessarlo è stato lui stesso, quando qualche giorno fa gli hanno chiesto conto della sua prima estate senza panchina: «Ho molto tempo libero, ma non mi diverto, non ci riesco. Ho il fuoco dentro. I miei amici mi dicono di godermi l’estate. Ma mi manca il mio calcio, l’impegno, la sfida. Con gli altri, con me stesso».

     

    Per compensare il vuoto, e probabilmente anche per combattere quell’umanissima paura d’essere dimenticati, di uscire dal giro che conta, di diventare un allenatore anzi un uomo qualunque, lo Special One ha accettato la proposta di Sky Sport Uk di commentare la Premier. Avrà perso appeal, non l’attitudine alla polemica raffinata: il suo fulminante pronostico sul campionato («vincerà uno fra City, Tottenham, Liverpool e le riserve del City») è già cult.

     

    mourinho mourinho

    Resta il fatto che un Mou in fuorigioco fa un certo effetto. Possibile che, a soli nove anni dal capolavoro del triplete, José sia costretto a rilasciare interviste un giorno sì e l’altro anche per autopromuoversi? Come uno qualunque? Si può passare da Speciale a ordinario in meno di dieci anni? Cosa è successo? Non è più di moda? Forse, come sostengono in molti, il suo calcio vincente ma speculativo oggi non risponde più alle esigenze di un sistema nel quale i grandi club non vogliono più solo vincere trofei, ma pianificano la creazione di un modello, di un brand.

     

    mourinho mourinho

    «Se ci pensate, è esattamente quello che è avvenuto alla Juventus» osserva Alessandro Altobelli. «Vincere non è più sufficiente, serve di più, oggi c’è anche l’immagine, il marketing, per stare al passo con i tempi devi proporre un’idea, un progetto, un’immagine di te». Che deve essere commercialmente efficace. Un brand, appunto.

     

    La vicenda di Allegri è eloquente. Con Sarri, Madama cerca un altro modo di vincere. Un altro modo di essere. L’effetto collaterale, e anche un po’ surreale, è che così uno come Max passa dai cinque scudetti consecutivi (più le due finali di Champions) a uno status di disoccupato. Che, a differenza di Mou, sta però vivendo in maniera più serena. O così almeno racconta chi gli sta vicino: fra una vacanza e l’altra, rigorosamente al mare, sistema la nuova casa di Brescia dove andrà a vivere con la sua Ambra Angiolini. Domenica scorsa ha compiuto 52 anni e la Juventus gli ha fatto gli auguri sul sito ufficiale.

     

    ambra allegri ambra allegri

    Allegri, Spalletti, Gattuso: tutti fermi. Significativo che siano a spasso ben tre allenatori arrivati nei primi cinque posti nella stagione scorsa: la prova che siamo di fronte a qualcosa di simile a una rivoluzione. Dopo la tormentata esperienza interista, conclusa comunque con lo sbarco in Champions due volte su due, Luciano si è consolato all’Aquafan di Riccione: era lì l’altro giorno, abbronzato come tutto l’anno. Rino invece scalpita. I 18 mesi rossoneri l’avevano svuotato ma ora è pronto: il suo ex compagno Beckham lo sta valutando per il suo Inter Miami, ma lui preferirebbe una soluzione europea da subentrato. Tanto prima o poi qualche panchina salta. Basta aspettare.

     

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    Anche se poi, qualche rischio, quando si arriva in corsa, c’è. Questione di scelte, insomma. Secondo gli allibratori i primi esonerati saranno Juric, Liverani e Corini. Verona, Lecce, Brescia: le tre neopromosse. Tutto nella norma. Osservatori interessati? Gli italiani liberi sono Ranieri, Pioli, Prandelli, Nicola, Guidolin, De Biasi.

     

    Anche all’estero i fantasmi non mancano. Dopo l’epopea Arsenal, Wenger vuole allenare ancora. Idem Laurent Blanc, fermo però già da tre anni. Fino a qualche settimana fa c’era anche Rafa Benitez, che però ha poi accettato la proposta del Dalian Yifang. Pure andando in Cina si rischia di diventare fantasmi, vero. Ma con uno stipendio 14 milioni di euro l’anno, meno inquieti.

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