Anticipazione da "Settimanale Giallo"
COPERTINA SETTIMANALE GIALLO - 11 SETTEMBRE 2024
Moussa Sangare, l’assassino di Sharon Verzeni, ha tenuto l’arma come “souvenir”, per ricordarsi dell’omicidio. Ha agito per il puro impulso di uccidere, senza un motivo. Ha scelto una vittima a caso. Teneva in casa una sagoma con un volto umano per esercitarsi con il coltello. A maggio aveva provato ad accoltellare la sorella Awa, sempre con lo stesso modus operandi: l’ha aggredita di spalle mentre ascoltava la musica. Proprio come ha fatto con Sharon.
Il profilo di Moussa Sangare, l’assassino reo confesso di Sharon Verzeni, dunque, è quello tipico del serial killer. Per questo ora gli inquirenti riapriranno alcuni casi simili, rimasti irrisolti, nella bergamasca e nel milanese. Moussa potrebbe aver già ucciso. Ora i familiari di Gianna del Gaudio e di Daniela Roveri, due donne accoltellate a morte entrambe nel 2016, prese alle spalle dall'aggressore, aspettano che il Dna di Mousse venga confrontato con quello ignoto trovato sulle due scene del crimine.
moussa sangare
Ma altri casi sono ora al vaglio degli inquirenti. Dice la criminologa Roberta Bruzzone al settimanale Giallo, Cairo Editore: «Il fatto che Sangare non sappia individuare una motivazione non deve stupire: il movente è da ricercare nel bisogno irrefrenabile di scaricare angoscia e frustrazione». Un’angoscia che a detta della famiglia di Sangare, durava da molto tempo. L’angoscia da cui i serial killer cercano di liberarsi, uccidendo.
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