Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
giuliano ferrara (4)
Caro Dago, dobbiamo ringraziare Iddio di aver dotato Giuliano Ferrara di una tale impudenza intellettuale da riuscire ad avvolgerne al meglio il suo talento, la sua scrittura scintillante, la sua non banalità, il suo sapere dire agli imbecilli e ai conformisti quel che si meritano.
Senza una tale impudenza non avremmo avuto il suo scritto sulla prima pagina del “Foglio” di oggi dove, a partire da quella tragedia di Parigi che noi occidentali ci coinvolge tutti, Giuliano pronuncia due affermazioni di traboccante impudenza, ossia che Israele funge da “guarnigione dell’Occidente” e che una società dove 1500 ragazzi si radunano ad ascoltare una band rock la cui canzone suona “Voglio baciare la lingua del diavolo” è una società destinata ad essere distrutta dai killer dell’islamismo fanatico e aggressivo.
GIAMPIERO MUGHINI
Che c’è di peggio per una società che andare in estasi innanzi a una canzone in cui si invita a baciare la lingua del diavolo anziché stare alle cerimonie della Pasqua e del Natale, anziché diffidare della cultura che vorrebbe ufficializzare le “unioni gay”, anziché imparare a memoria le omelie di Papa Ratzinger e tutto il resto che ci viene dai secoli della storia del cristianesimo. Ferrara dixit.
Quella storia, sia detto tra parentesi, di cui fanno parte il rogo di Giordano Bruno – mica tanto più amorevole del rogo del pilota giordano da parte dell’Isis – e la pubblicazione del “Sillabo”, il libro in cui la somma autorità cattolica di fine Ottocento indicava i libri da non leggere nemmeno morti, ossia i libri di cui oggi noi non potremmo fare a meno nemmeno morti.
il concerto al bataclan prima della strage 3
Un’affermazione, questa che ci invita a diffidare del “diavolo” in ogni suo aspetto e manifestazione, la cui insussistenza sembra a me totale, e a parte il fatto che il testo di una canzone è tutt’altra cosa dagli articoli di una Costituzione o dai dogmi morali dell’una o dell’altra credenza.
Una canzone esagera, per la sua natura, e io non vedo l’ora di ascoltarla la canzone che stavano suonando al Bataclan di Parigi qualche istante prima che irrompessero gli assassini islamici. Io che sono un laico e non un francescano scalzo, ma nemmeno Ferrara lo è, neppure lontanamente.
il concerto al bataclan prima della strage 14
Semplicemente da alcuni anni a questa parte s’è dato questa poetica, di atteggiarsi a “devoto ateo” e non perdere occasione per confermarlo. Io invece che sono un laico orgoglioso, il “diavolo” lo ammiro e non ne posso fare a meno, perché ci sta vicino in ogni istante della nostra vita, e ogni volta è un gran casino fargli perdere la partita.
Che cosa sarebbe la nostra vita se fosse zeppa solo degli ammonimenti di Papa Ratzinger e non invece di questi confronti quotidiani con il “Diavolo”, contro ciò che non capiamo e che ci tende un agguato. A cominciare dal nostro rapporto di uomini con le donne, il terreno ideale della manifestazione del “diavolo”, da quanto loro sono assieme delle stronzette e delle dee. Splendide per questo e non perché sarebbero delle francescane scalze, come asseverano le più babbee delle femministe.
esecuzione dle pilota giordano
E comunque con tutto questo l’Islam non c’entra nulla, sono fatti nostri e della nostra cultura. E beninteso io sono d’accordo con Ferrara che la barbarie dell’Islam fanatico non la vinceremo a forza di proclamazioni della superiorità della nostra democrazia, ma solo se questa nostra democrazia si avvale di missili, droni, servizi segreti, forze speciali sul campo, spietatezza nel trattare i potenziali assassini e i loro complici, capacità di trovare degli alleati in quel miliardo e 200 milioi di alleati che sono i musulmanine. Un miliardo e 200 milioni.
isis abbatte un aereo siriano e prende ostaggio il pilota giordano 5
E passiamo all’altra affermazione di Ferrara. Che Israele funge da “guarnigione” dell’Occidente. Pazzesco, se vogliamo parlare di politica reale e di quel che succede oggi nel mondo.
Beninteso, io sto con Israele al 55 per cento delle sue ragioni, non dubito un solo istante che Israele c’è e deve continuare; quanto alla sua nascita sono disposto a passar sopra sul fatto che quanto a terrorismo loro non sono stati inferiori a nessun altro, lo so bene che nel 1967 erano stati i loro avversari ad avviare la rissa per poi esserne travolti, lo so che da quando gli Israeliani si sono ritirati da Gaza quel lembo di terra è divenuto l’inferno in terra, e sono d’accordo che è una soperchieria contro Israele quella di aver marchiato le loro merci se prodotte in Cisgiordania.
giordano bruno roma
E con tutto questo Israele è “un” problema dell’Occidente, una miccia accesa, una lama nel costato della gente palestinese. E’ “un” problema dell’Occidente che gli israeliani abbiano “occupato” terre palestinesi, è un problema che ciascun palestinese di quelle terre debba attraversare muri e filo spinato per andare ogni mattina al lavoro e tornarne, è un problema che la politica israeliana sia condizionata per una sua parte da uno zoccolo di israeliani fanatici che si reputano per motivi religiosi dei predestinati e degli esseri superiori.
Un dramma di cui quei palestinesi che vanno all’assalto con i coltelli è un sintomo tra i più tragici, orribile che più non si potrebbe. Un dramma in atto, che è cosa ben diversa dall’essere Israele “una guarnigione” e io allibisco ogni volta a leggere gli enunciati dei filoisraeliani al cento per cento. Possibile che vedano solo quello che vogliono vedere, e non anche il dolore e la sofferenza di un popolo tramortito?
benjamin netanyahu 1
Credo che si possano dire queste cose senza generare equivoci. Se discuto di Israele e della sua politica, di certo non posso essere sospettato di qualcosa di talmente ripugnante come l’antisemitismo.
Una sera venne a cena a casa mia Gaetano Pesce con una sua amica ebrea, e uso questo aggettivo di malavoglia. Solo che la sua amica, non appena io avevo fatto qualche discreta osservazione sulla politica di Israele, subito mi tacciò di antisemitismo. Non la cacciai di casa per rispetto a Gaetano. Ho sopportato che dicessero di me cose malevole, ma se uno mi accusa di essere un antisemita gli spacco i denti.