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    MUGHINI – I MORTI ISRAELIANI E PALESTINESI DI QUESTI ULTIMI GIORNI SONO TUTTI DA ASCRIVERE ALL'AZIONE CRIMINALE DI HAMAS. TUTTI, DAL PRIMO ALL'ULTIMO, IVI COMPRESI I POVERI BAMBINI PALESTINESI. DEL RESTO QUELLI DI HAMAS A SUO TEMPO AVEVANO PRESO IL SOPRAVVENTO A GAZA CON L'UCCIDERE GLI UOMINI DI ARAFAT. QUELLO CHE AVEVA FATTO DA CUOCO DI ABU MAZEN, IL SUCCESSORE POLITICO DI ARAFAT, LO SCARAVENTARONO GIÙ DAL TERZO PIANO. ECCO COS'È HAMAS...


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

    MUGHINI MUGHINI

    Caro Dago, la prima e unica volta che sono stato in Israele - cinque o sei anni fa - ci ho messo dieci minuti a intendere quanto fossero specialissimi quella terra e quel Paese. Appartenevo a una generazione in cui erano in molti ad accusare gli israeliani di trattare i palestinesi né più né meno di come erano stati trattati nei secoli gli ebrei in Europa: minacciati, reclusi nei ghetti, reputati cittadini di serie B.

     

    Ricordo un corteo sindacale romano, mi pare del 1° maggio, in cui alcuni sindacalisti avevano provocatoriamente deposto una bara innanzi alla porta della Sinagoga romana, e questo perché non ricordo bene quale operazione israeliana aveva provocato delle vittime palestinesi. Fra i miei compagni di generazione erano in molti ad approvare (idealmente parlando) quel gesto.

     

    Tratti generazionali che ben presto volli scrostarmi di dosso.

     

    hamas hamas

    Quando il 9 ottobre 1982 un gruppo di cinque terroristi palestinesi lanciò una bomba a Roma contro un gruppo di ebrei che uscivano dal Tempio, e ne venne ucciso un ragazzetto di due anni, Stefano Gaj Taché, quella stessa mattina andai a bussare alla Sinagoga e a uno stupito signore che mi aprì la porta comunicai le mie condoglianze e il mio dolore. Molto più tardi avrei scritto appassionatamente del come venne al mondo lo Stato di Israele, e credo siano state pagine tra le più intense che io abbia scritto in vita mia.

     

    hamas hamas

    Le ho scritte dopo quel viaggio di cui ho detto, dopo averli guardati in volto gli ebrei della terza o quarta generazione che vivevano in Israele e di cui pensavo che fosse la prima generazione di ebrei che non si aspettava che nella loro esistenza il peggio sarebbe venuto da un momento all'altro. E' una sensazione che ebbi fortissima una volta che stavo passeggiando con Michela per una strada di Tel Aviv e ci trovammo fianco a fianco con una coppia di giovani (e bellissimi) israeliani men che trentenni che stavano portando a spasso la bellezza di tre figlioli. Ce l'avevano scritta in volto la gioia di essere al mondo, di essere i genitori di tre figli, di star passeggiando per la strada di una città che non presentava pericoli per loro, come invece era stato per i loro coetanei di Berlino, di Varsavia, di Bucarest della prima metà del Novecento, ma anche per quelli della Roma del 16 ottobre 1943.

     

    giampiero mughini giampiero mughini

    Bastava l'espressione del volto di quei due giovani genitori ad affermare la legittimità dello Stato di Israele. Che quello Stato c'è e ci deve essere, e da questo bisogna partire. No, non credevo ai miei occhi nel vedere ieri le immagini di quelle centinaia di giovani ebrei - e tra loro potevano esserci i due genitori che ho detto - che erano andati a far festa e ad ascoltare musica e che si sono trovati a fuggire terrorizzati e che a centinaia sono stati falciati da quegli osceni assassini arrivati da Gaza.

     

    Lo so, lo so, che a partire dal 1946 i palestinesi nati in Palestina stanno pagando un prezzo all'esistenza di questo Stato, loro che pure all'inizio del Novecento avevano accolto senza ostilità l'arrivo dei primo ebrei insediatisi in Palestina. Lo so che ci sono molti bambini palestinesi tra le vittime dei bombardamenti israeliani di ieri.

     

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    Solo che la questione è semplicissima. Le due etnie devono convivere le une con le altre, convivere e del resto in Israele c'è e funziona un partito dei palestinesi rappresentato in Parlamento. Gaza, direte, è un'altra storia. No, è Hamas che è un'altra storia, questa gang criminale è un'altra storia. Nel 1993 un ministro israeliano (più tardi ucciso da un criminale ebreo) e Arafat s'erano dati la mano. Quella è e non può non essere la strada. La mano nella mano e andiamo assieme. I morti di tutt'e due le parti di questi ultimi giorni sono tutti da ascrivere all'azione criminale di Hamas. Tutti, dal primo all'ultimo, ivi compresi i poveri bambini palestinesi. Del resto quelli di Hamas a suo tempo avevano preso il sopravvento a Gaza con l'uccidere gli uomini di Arafat. Quello che aveva fatto da cuoco di Abu Mazen, il successore politico di Arafat, lo scaraventarono giù dal terzo piano. Ecco cos'è Hamas.

     

     

     

    GIAMPIERO MUGHINI

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