Giampiero Mughini per Dagospia
annalena benini giampiero mughini
Caro Dago, c’è un termine ahimè oggi grandemente in voga. Il termine “influencer”, che viene applicato a eroi ed eroine che sul web raccattano caterve di followers. Vedo ogni tanto le immagini di qualcuno di loro, più spesso donne. Immagini tipo chiappe messe in grande evidenze, cosce a strafottere, occhiate di quelle che ti promettono “l’estasi” che il grande fotografo francese Antoine d’Agata cerca da tutta la vita e ne sfodera ogni volta bellissimi libri.
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Non so esattamente che cosa questi signori e signori “influenzino” e come. Di quanto accade sul web sono analfabeta. Lo so che il mio è un pensiero banale: ma di solito i culi e le cosce non è che influenzino, piuttosto attizzano. Cosa lecita e buona, purché la si chiami col suo nome.
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Una o due volte ho avuto delle “influencer” sedute accanto in un set televisivo. A una di loro ho chiesto quali contenuti o nozioni o modi del vivere lei influenzasse. Silenzio di tomba. In compenso scorrevano sullo schermo le immagini delle sue chiappe, peraltro non talmente voluttuose.
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Stamane io sono stato formidabilmente “influenzato” dalla lettura di un libro dello storico francese (è morto nel 2006) Pierre Vidal-Naquet. Un uomo e un intellettuale che immensamente ammiro. Sono stato un paio di volte a casa sua, nel Quartiere Latino a Parigi.
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Ho come innanzi agli occhi l’immagine di una vetrinetta dov’erano conservate le prime edizioni dei libri di Molière, libri che suo padre collezionava. Suo padre di mestiere faceva il sarto e viveva Parigi. I nazi lo deportarono ad Auschwitz, lui e sua moglie, dove entrambi vennero assassinati.
Ecco questi particolari mi influenzano moltissimo, e credo avrebbero influenzato moltissimo Cesare Garboli, il grande esegeta italiano di Molière.
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Stamane Vidal-Naquet mi ha influenzato a cercare sul web il nome e l’opera di Serge Quadruppani, un tipino coi controfiocchi della recente cultura francese. Tra l’altro è il meritorio traduttore di buona metà della letteratura italiana edita in Francia, a cominciare dai libri di Andrea Camilleri.
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Mi ha talmente “influenzato” Vidal-Naquet, che nello spazio di un quarto d’ora ho intercettato, scelto e comprato tre dei suoi tantissimi libri. Li aspetto con la bava alla bocca.
E non che io sia indifferente ai culi e alle chiappe. Solo che quelle sono un altro discorso, un altro e rispettabile pianeta. Sia detto col permesso degli “influencer”.
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