Giampiero Mughini per Dagospia
salvini bonafede
Caro Dago, non che io ritenga che i ministri Salvini e Bonafede debbano essere processati per il modo in cui hanno accolto l’arrivo a Roma del prigioniero Cesare Battisti, l’ex terrorista e pluriassassino degli “anni di piombo”. No. Però sono molto contento che la Procura di Roma abbia indicato che un problema c’era in quella situazione, se sì o no era stato rispettato il principio di umanità che vale per qualsiasi detenuto.
Ti confesso difatti che in quella particolare circostanza, l’uomo che ai miei occhi manifestava il massimo di dignità era proprio l’ex assassino, l’uomo che a oltre sessant’anni si apprestava a entrare in una cella di isolamento e restarvi di certo per un lunghissimo tempo. In quel suo sguardo, in quella sua stanchezza dopo un lungo volo che arrivava dal Sudamerica, c’era tutta la verità della tragedia di cui lui era protagonista.
mughini
L’ultimo atto di una tragedia dove lui aveva tolto almeno due vite e aveva contribuito (non so esattamente come, né lo dicono le carte del processo che gli era stato fatto lui contumace) a toglierne altre due. Non c’era nulla da festeggiare, non c’era nulla di che due ministri italiani se ne stessero impettiti e uno di loro camuffato da poliziotto come fosse un carnevale. Erano persino troppi i dieci o dodici poliziotti che affiancavano un Battisti (per fortuna) non ammanettato.
Sì, si chiama “principio di umanità”, quello che differenzia una democrazia occidentale da una repubblica sudamericana. Quello che ci deve rendere orgogliosi di quello che siamo, ossia non dei killer che cercano una vendetta.
matteo salvini e alfonso bonafede foto mezzelani gmt056
In morte di Piero Sanavio, uno scrittore e un giornalista di gran razza, ho comprato e letto il suo famoso libro dedicato al poeta Ezra Pound, che lui aveva più volte incontrato. Il prigioniero della Seconda guerra mondiale cui meno venne riservato “il principio di umanità” fu proprio Pound, colpevole di avere sproloquiato a una radio romana in favore di Mussolini e del fascismo mentre Roma era preda dei nazi. Sanavio racconta il rientro in America di Pound dopo un viaggio aereo dall’Italia durato trenta ore.
mughini
Quando scese a terra, Pound aveva gli occhi chiusi dalla stanchezza, la barba arruffata e come stravolta, la mano destra stringeva la staffa di un bastone, dalla sinistra pendeva “una consunta valigia”. Malgrado gli psichiatri lo avesse giudicato pressoché incapace di intendere e di volere, venne rinchiuso in una gabbia protetta dal filo spinato, lui esposto al vento e al sole, costretto a dormire sul cemento. Ci rimase a lungo.
Mi direte che Pound e Battisti non sono esattamente gli stessi personaggi. Ovvio, ma solo sino a un certo punto. Pound era accusato di avere “tradito” il suo Paese e di avere tifato per quelli che stavano uccidendo i soldati americani. Non era uno scherzo quell’accusa. Per l’appunto, “il principio di umanità” si applica a tutti i prigionieri, a tutti gli imputati. Sempre.
ALFONSO BONAFEDE MATTEO SALVINI giampiero mughini
mughini cover mughini
GIAMPIERO MUGHINI