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    LA VERSIONE DI MUGHINI – LA SCOMPARSA DI GILDO MARESCA, LIBRAIO ANTIQUARIO ROMANO, È UNA NOTIZIA CHE HA A CHE FARE ECCOME CON LA STORIA DELLA MODERNA CULTURA ITALIANA. ECCO PERCHE’ – LA RISCOPERTA DEI LIBRI FUTURISTI, LA CENA CON LUI E MAPI MAINO, LA EX COMPAGNA DI BERNARDO BERTOLUCCI, E QUEL SORTEGGIO PER DECIDERE A CHI DOVESSE ANDARE UNA RIVISTINA CHE ALBERTO SAVINIO AVEVA DIRETTO NEGLI ANNI ‘30…


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

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    Caro Dago, la notizia della morte di Gildo Maresca, un libraio antiquario romano che per molti di noi è stato un maestro oltre che un amico, è una notizia che ha a che fare eccome con la storia della moderna cultura italiana. Il collezionismo di libri italiani del Novecento, a cominciare dai libri futuristi, è un segmento importante di quella cultura, della sua riscoperta e della sua valorizzazione. Di quella riscoperta Gildo è stato un campione ammirevole. Un maestro, che io sono qui a piangere.

     

    Fa data difatti quel suo catalogo antiquario del 1981 dove lui offriva una bibliotechina di libri appartenuti a Giuseppe Bottai, l’ex ministro fascista. Era il fior fiore di libri italiani pubblicati in prima edizione tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, la grandissima parte entusiasticamente dedicati a Bottai.

    gildo maresca gildo maresca

     

    Erano stati numerosi i librai antiquari che avevano visto quel materiale  prima di Gildo e che non lo avevano trovato di alcun interesse culturale e commerciale. Era il tempo inaudito in cui la storia della cultura italiana del Novecento, primissimi i futuristi, era come avvolta nelle nebbie.

     

    Nei primi anni Sessanta io ho sostenuto all’Università l’esame di letteratura italiana contemporanea e ho preso trenta e lode senza mai avere saputo o letto un riferimento ai futuristi. Il vero e proprio sdoganamento della loro storia avverrà soltanto nel 1985, con la grande mostra di Palazzo Grassi.

     

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    Ebbene, quattro anni prima di quella mostra, Gildo mette in vendita alcuni di quei libri a indicarne il valore e l’importanza. E tanto per darvi un’idea, in quel catalogo la mitica prima edizione (1913) del “Fotodinamismo futurista” di Anton Giulio Bragaglia era offerta a 65mila lire. E’ un libro monumento, il primo photobook del Novecento. Trent’anni dopo, quando io ho venduto (e ancora me ne mordo le mani) la mia collezione di libri futuristi alla Libreria Pontremoli di Milano, quel libro è stato prezzato 9500 euro ed è andato venduto dopo un paio d’ore.

     

    Nel 1981 ancora non collezionavo i libri italiani moderni, e non conoscevo Gildo. Qualche anno dopo cominciai a cercare quei libri piano, piano. Chiesi in giro a quale libraio romano potessi rivolgermi. Mi indicarono la libreria di Gildo, che stava allora di fronte a Castel S: Angelo, dall’altra parte del fiume. Entrai, e ce lo avevo scritto in fronte che ero del tutto inesperto della materia.

     

    GIAMPIERO MUGHINI GIAMPIERO MUGHINI

    Chiesi a Gildo, che stava in piedi dall’altra parte del bancone, se ne avesse di libri italiani novecenteschi in prima edizione e lui mi disse di no, che non ne aveva. Mi confesserà più tardi, quando eravamo divenuti amici e ci frequentavamo noi due e Maurizio Fagiolo Dell’Arco (un altro maestro, purtroppo dimenticato), che quei libri li aveva lì a fianco ma che aveva capito che io non ne sapevo nulla e dunque mi aveva congedato. Ci abbiamo riso sopra.

     

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    Cominciai a capirne di libri. Qualche anno dopo, sarà stato il 1985 o il 1986, Gildo preparò un catalogo con circa 600 libri di letteratura italiana del Novecento. E mi diede il diritto, preziosissimo per un collezionista, di essere il primo a scegliere. Andai nella sua libreria, che s’era spostata adesso nel quartiere Prati, e passai un paio d’ore a consultare a una a una le schede di quei 600 libri. Tenendo presente che ero in una fase iniziale della mia collezione, ne avrei comprati 200 . Ne comprai una quindicina, su tutti una copia fiammante della prima edizione dei “Poemi” di Aldo Palazzeschi, scrittore e poeta che adoro.

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    Facevamo combutta, a casa dell’uno o dell’altro, Gildo, Maurizio e io. A parlare dei nostri amati libri, a tastarli con le parole e con il pensiero. Maurizio era stato il primo grande collezionista italiano di libri futuristi, ancor prima del 1981. Una volta a cena a casa di Gildo (e c’era anche Mapi Maino, la ex compagna di Bernardo Bertolucci, una ex antiquaria del liberty che ha fatto storia a Roma), lui tirò fuori i pochi numeri di una rivistina che Alberto Savinio aveva diretto negli anni Trenta, una rivista che mai più ho visto in un catalogo antiquario.

     

    Per non far torto a Maurizio o a me, che di quella rivista eravamo entrambi pazzi, Gildo propose di sorteggiarla a testa e croce con una moneta. Lanciò, in aria. La rivista toccò a me. Lo racconto nel ricordo nitidissimo e affranto di quei miei due grandi amici, figli e attori di gran classe di un’Italia che non esiste più.

     

    GIAMPIERO MUGHINI

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