Vidal bacia il logo della Juventus
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— Galurd (@LordGalurd) January 17, 2021
Giampiero Mughini per Dagospia
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Caro Dago, è stato tutto di una semplicità elementare. Inter-Juve è finita 2-0 per l’Inter ma poteva benissimo finire 3-0 perché nel primo tempo i nerazzurri hanno avuto altre due occasioni lampanti di mettere la palla in rete. A parte il gollazzo annullato nel primo tempo in ragione dell’indiscutibile fuorigioco di Chiesa, il primo tiro pericoloso della Juve è arrivato all’85° e Handanovic ha replicato da quel gran portierone che è. La superiorità dell’Inter è stata costante per tutti e 90 i minuti.
Negli scontri uno contro uno mai un bianconero aveva la meglio. Se è vero quel che stava scritto sui quotidiani di oggi, che i due giocatori decisivi sarebbero stati da una parte Lukaku e dall’altra CR7, al primo darei un voto tra 8 e 9 per l’intelligenza e la possanza delle sue giocate, al secondo tra 5 e 5+ e ammesso che si possa dir così di uno che riceveva la palla spalle alla porta e con tre avversari che già lo avevano circondato.
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Quanto allo strepitoso Barella, da solo valeva più di tutto il centrocampo bianconero. Allucinanti le scene in cui lui vinceva un contrasto di forza con Rabiot, che è grande e grosso il doppio. La partita di stasera si fosse giocata quindici volte, voglio dire “questa” partita per quello che stasera hanno fatto vedere nei singoli e nell’assieme le due squadre, l’Inter la vincerebbe 15 volte. E in dieci anni, è la prima volta che succede.
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Sì, ci sono partite che la Juve ha perso perché si trattava di una partita nata dannata, o perché i singoli episodi erano stati sfavorevoli, o per una qualche ingenuità in difesa, o magari perché sfavorita da un qualche erroraccio dell’arbitro. Questa volta no. Questa volta e per la prima volta in dieci anni, c’era in campo una squadra superiore a quella bianconera e che di questa superiorità era pienamente cosciente. Il loro secondo gol, con Bastoni che effettua un lancio da metà campo e Barella che si avventa precedendo in velocità ben due difensori juventini e poi la mette all’incrocio, è una lezione di gioco oppure una immagine da film dell’orrore. A seconda dei punti di vista.
Pirlo ha detto prima della partita che non sarebbe stata una “partita” decisiva ai fini dello scudetto. Di certo è stata una partita decisiva nell’acclarare che la Juve non è di certo la favorita nella corsa allo scudetto. Non lo è più. Per la prima volta in dieci anni. Succede.
GIAMPIERO MUGHINI
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