Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

giampiero mughini

Caro Dago, ti confesso che non riesco a condividere nemmeno un po’ questa mitragliata di sfottò e malevolenze anti-Lapo di cui immagino il web e dintorni sia zeppo in questi momenti.

Proprio perché lui è quello che è, uno che non riesce a mettere a freno le sue pulsioni, le sue fantasie, il versante più “dark” del suo erotismo, la sua sessuodipendenza la più autodistruttiva, la combutta di droghe e sfrenamento del corpo, lo sento come un essere umano diversissimo da me – che tranne il collezionismo di libri, tengo a freno tutto – ma certamente “fratello”.

LAPO ELKANN

Uno che paga lui i costi del suo vivere, uno che li ha pagati fino a rischiare la vita. Potrebbe starsene più tranquillo, più nascosto, più schermato dai soldi che ha e dalla famiglia reale di cui fa parte. E invece niente, si butta ogni volta a capofitto. Ostinazione, follia, una sorta di generosità nel farsi del male e nel mettersi nei guai, quei guai che l’Avvocato (tanto per non fare nomi) ha sempre scansato e perché era un altro personaggio e, soprattutto, perché erano altri tempi.

In tutto e per tutto Lapo l’ho visto tre o quattro volte in vita mia. Ha uno sguardo che mi piace, onesto. Quando venne a pranzo da me, mi aiutò a mettere i piatti in tavola e senza che io glielo avessi chiesto. Quando finì in coma per quella ben nota vicenda, e una sua ex fidanzatina si trasse indietro dal suo modo di vivere come se per tutto il tempo precedente avesse creduto di vivere con un francescano scalzo, lo difesi in una mia rubrichina che tenevo sul “Foglio” al tempo in cui scrivevo sui giornali.

giampiero mughini la stanza dei libri

Non mi riesce proprio di andargli contro. E del resto non mi riesce mai di andare contro uno che è in ginocchio per i fatti suoi. Questa sorta di eroismo nell’imperversare contro chi è all’estremo della difficoltà di essere e vivere la lascio ad altri. E sono truppe cammellate, da quanto ogni volta si avventano.

Giampiero Mughini