Giampiero Mughini per Dagospia
mughini
Caro Dago, due cose piccole piccole. La prima. Non ho mai avuto il piacere di conoscere Giorgio Agamben e me ne dolgo di avere letto soltanto due o tre dei suoi tanti libri, tutti marchiati da un’originalità stilistica e intellettuale. Gli invidio molto il libro che parte al suo tavolo da lavoro e da quel che ci sta intorno.
Come tanti ero però rimasto stupito dalla supponenza con cui lui e un altro personaggio autorevole della nostra scena culturale, il veneziano Massimo Cacciari, avevano firmato un testo in cui proclamavano il loro timore che l’eventuale obbligatorietà del green pass potesse costituire una pericolosa limitazione delle libertà personali di ciascuno di noi. Al che in molti, da Renato Brunetta a Davide D’Alessandro sull’Huffington Post, hanno replicato con argomenti lapalissiani.
Giorgio Agamben
Vedo adesso che Agamben firma un testo di controreplica a dire che non è affatto vero che la scienza abbia sempre ragione, quella scienza che oggi ci dice che il vaccino (e la conseguente disponibilità di un green pass) sia il muro migliore contro questo virus cangiante e diabolico. Agamben allega il caso dei dieci scienziati italiani (dieci sporcaccioni intellettuali) che nel 1938 firmarono un loro documento di sostegno alle leggi razziali col sostenere che c’era un fondamento scientifico alla classificazione degli uomini per razze.
Ora la sola idea di trovare una qualche attinenza tra quella ignobile manifestazione di sudditanza del pensiero intellettuale alla dittatura politica e gli attuali inviti alla cautela di scienziati ed epidemiologi è da far accapponare la pelle. Che questa attinenza la scorga colui che passa come uno dei maggiori filosofi italiani contemporanei mi lascia a dir poco di stucco. Non ci sono parole.
AGAMBEN 2
Seconda cosa piccola piccola. Mi telefona il mio commercialista e amico Andrea Mazzetti e mi dice che stando alle legge e siccome a seguito del lockdown e dei suoi annessi e connessi il mio reddito professionale da un anno all’altro è andato giù del 30 per cento, io sarei autorizzato a chiedere allo Stato italiano un sussidio di oltre 4000 euro. Di chiedere dunque ai miei concittadini un bel po’ di soldi, e mentre sono vicini ai 130mila gli italiani uccisi da questo dannato morbo, altro che un calo del reddito del 30 per cento. Ho detto ad Andrea di non fare alcuna richiesta. Me ne sarei vergognato a vita.
Manifesto della Razza - leggi razziali