Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
TOMBE EBRAICHE PROFANATE VERANO
Caro Dago, eccome se quanto a orrore succedono un giorno sì e l’altro pure cose apparentemente inaudite e inaudibili, nel senso che sono inspiegabili eppure talmente rappresentative del nostro tempo.
Quei quattro ragazzotti che entrano al Verano, si nascondono, si appostano, e appena le porte del cimitero romano si chiudono trovano il massimo del loro divertimento e della loro libidine nel maciullare i segni distintivi di alcune decine di tombe, ivi comprese alcune tombe ebraiche. Un tempo avresti detto: eccoli qui gli antisemiti, ancora una volta non la smettono di esibire la loro feccia. Ancora una volta, epperò in quei casi almeno c’era la spiegazione, trovavi la causa determinante, stavi alle toponomastiche ideali che conoscevi da secoli. Ti ci raccapezzavi.
GIAMPIERO MUGHINI E I SUOI LIBRI
E invece no, i quattro delinquenti forse non sapevano distinguere le tombe ebraiche dalle altre. Non è che avessero letto o male interpretato Julius Evola o Adolf Hitler. Assolutamente no, l’antisemitismo c’entrava nulla con il loro agire. Il loro piacere era la distruzione in quanto tale, la distruzione più distruzione che ci sia, scassare purché scassare, l’esercizio della violenza gratuita, e per giunta esercitata nel luogo il più sacro di tutti, il luogo destinato alla memoria dei morti.
TOMBE EBRAICHE PROFANATE VERANO
Se è vero quello che leggo sui giornali, ciascuno di loro dice che non voleva farlo, che lo ha fatto suo malgrado, che lo ha fatto perché c’era l’amichetto che gli stava accanto che lo spingeva a farlo. Delinquenti che agiscono per il gusto della delinquenza, perché l’odio e la violenza sono per loro i valori i più attraenti e spettacoli. Distruggo, dunque esisto.
Sono figli del nostro tempo o è sempre stato così, solo che adesso sono tanti i mass-media che puntano i loro obiettivi su queste porcate e su questi sporcaccioni? Forse la prima che ho detto. Forse c’è un qualche virus di cui non saprei pronunciare il nome che si è diffuso specie tra i più giovani e che non è meno devastante di quello che alcuni hacker hanno usato a sgangherare i computer di 74 Paesi. Con la differenza che del virus anti-computer conosciamo il nome e il come lo si inietta; del virus che ha aizzato i quattro giovani delinquenti non sappiamo né il nome né chi e quando lo abbia iniettato. Sappiamo solo che è mostruoso.
TOMBE EBRAICHE PROFANATE VERANO
Giampiero Mughini
MUGHINI
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