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    LA VERSIONE DI MUGHINI – MASSIMO FINI SUL "FATTO" SOSTIENE CHE TRA IL “MEDIOEVO SOSTENIBILE” DEI TALEBANI E IL NOSTRO “MODERNISMO INSOSTENIBILE”, LUI PREFERISCE DI GRAN LUNGA IL PRIMO. MA VUOI PARAGONARE LE DELIZIE DEL MONDO IN CUI LE DONNE MERITANO COLPI DI “VERGHE SUPREME”, DOVE UN COMICO IRRIVERENTE VIENE UCCISO COME UN CANE, CON QUESTO NOSTRO MONDO “INSOSTENIBILE” DOVE NON C’È CRETINO CHE NON ABBIA IL DIRITTO DI PONTIFICARE SU QUESTO E SU QUELLO. NON CONOSCESSI FINI, TROVEREI TUTTO QUESTO..."


     
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    Giampiero Mughini per Dagospia

     

    giampiero mughini foto di bacco giampiero mughini foto di bacco

    Caro Dago, premetto che ai miei occhi il centro del mondo oggi è laggiù tutt’attorno allo scalo aereo di Kabul, lì dove la fame e il terrore stanno stravolgendo le vite e gli animi di afgani che a decine di migliaia vorrebbero fuggire dal “paradiso” talebano. E tutto questo nel momento in cui l’Occidente tutto intero prende il più gran schiaffo in volto della sua storia recente, di quella storia che comincia a Dien Bien Phu.

     

    Le piste di quell’aeroporto cui agognano disperatamente uomini donne bambini, sono oggi il centro del mondo né più né meno di quanto lo furono nel maggio 1940 le spiagge di Dunkerque, lì dove fu disperato il tentativo (riuscito) delle forze da combattimento britanniche di sottrarsi alla morsa nazista e arrivare sulla sponda inglese a costituire un’eventuale e sia pur esile barriera contro l’arrivo delle truppe tedesche fino a quel momento invitte. Purtroppo non so nulla di nulla dell’Afghanistan, della sua gente, delle sue particolarità, delle congreghe politiche che vi sono dominanti. Leggo quanto più posso, anche se so che non basta. Purtroppo non basta.

    mullah omar 4 mullah omar 4

     

    Leggo sempre gli articoli sul Fatto di Massimo Fini, un mio vecchio compare che s’è dato il ruolo di ambasciatore ufficioso dei talebani presso il pubblico di chi legge i giornali in Italia. Conoscendolo meglio delle mie tasche so pesare ciascun aggettivo e ciascuna virgola di quello che scrive, e a parte che sono articoli scritti benissimo.

     

    In quello di oggi c’è il racconto di un viaggio del 1997 di Emma Bonino da commissario europeo in Afghanistan, di come lei nel suo comportamento concreto avesse violato le usanze e le particolarità quotidiane di quella gente e di come avesse rischiato di essere trattata a colpi di “verghe sacre”.  Fini butta giù una battuta e scrive che anziché liberarla dopo due ore gli afgani “avrebbero fatto meglio a fustigarla”. Ovviamente è solo una battuta, seppure di cattivo gusto. Tanto che il direttore del Fatto, Marco Travaglio, ne è stato spaventato e lo ha sottolineato espressamente, in coda al pezzo di Massimo, che la sua era solo una battuta. Ovvio, non c’era nessun bisogno di precisarlo.

    mullah omar 2 mullah omar 2

     

     

    Mentre non è affatto una battuta la sentenza intellettuale con cui Fini chiude il suo pezzo sul Fatto di oggi, e cioè che tra il “medioevo sostenibile” propugnato dal fondatore dei Talebani, il Mullah Omar per il quale Fini ha un’insana passione intellettuale, e il nostro “modernismo insostenibile” lui preferisce di gran lunga il primo. Questa non è una battuta. E’ il fondo di pensiero che sta dietro ogni riga e ogni virgola della produzione giornalistica di Fini.

     

    Ma vuoi paragonare le delizie del mondo in cui le donne meritano i colpi di “verghe supreme”, dove un comico afgano irriverente nei confronti dei talebani lo hanno caricato su un’auto e poi ucciso come un cane, dove le donne afgane che hanno lavorato nei media ufficiali in questi ultimi anni stanno nascondendosi nei buchi e negli anfratti dove sperano che non li raggiungeranno gli studenti islamici dalle gran barbe, vuoi paragonare queste delizie con questo nostro mondo “insostenibile” dove non c’è cretino che non abbia il diritto di pontificare su questo e su quello, dove le edicole sono apertissime fin dalle sette del mattino (per fortuna) a ospitare le copie del giornale su cui Fini scrive quello che vuole senza che alcuno minacci di colpirlo con verghe più o meno “supreme”.

    COMBATTENTI TALEBANI SU UN VEICOLO MILITARE A KABUL COMBATTENTI TALEBANI SU UN VEICOLO MILITARE A KABUL

     

    Ma no che non c’è paragone, da quanto il primo “mondo” è superiore al secondo. Non conoscessi Fini quanto lo conosco da quarant’anni, troverei tutto questo agghiacciante.

     

     

    KABUL E IL BACO DEL L'OCCIDENTE

    Estratto dell'articolo di Massimo Fini per il Fatto Quotidiano

     

    Un liberale che pretende che tutti siano liberali, non è un liberale: è un fascista." (Il Ribelle dalla A alla Z) 

     

    MASSIMO FINI MASSIMO FINI

    (...) Quando nel 1996 dopo aver sconfitto i "signori della guerra" il Mullah Omar, che mi pare fosse un talebano, prese il potere a Kabul, non ci furono "fughe di massa" (né di frange della popolazione) né ci furono durante i 6 anni in cui governò il Paese. Allora che cos' è cambiato in questi 20 anni? Gli illustri colleghi dovrebbero porsi qualche domanda e darci una risposta.

     

    La disfatta degli occidentali in Afghanistan non è vergognosa in sé - le guerre si possono anche perdere - ma per quello che abbiamofatto, o non abbiamo fatto, nei 20 anni di occupazione (...)

     

    IL PORTAVOCE DEI TALEBANI ZABIJULLAH MUJAHID IN CONFERENZA STAMPA IL PORTAVOCE DEI TALEBANI ZABIJULLAH MUJAHID IN CONFERENZA STAMPA

     

     

    giampiero mughini foto di bacco giampiero mughini foto di bacco

    Il distico che precede questo articolo è dedicato a Mario Sechi, direttore dell 'AGI, e a Emma Bonino, entrambi intervistati da Sky.

     

    Nel 1997 Bonino era commissario Ue e chiese al governo talebano di poter visitare l'Afghanistan. I Talebani non avevano alcun dovere di accettare questa richiesta visto che la Ue non riconosceva il loro governo, invece le diedero il visto e la trattarono con gentilezza e cortesia come gli afghani, per tradizione, han sempre fatto con gli ospiti stranieri. Bonino poté visitare tutto ciò che voleva.

     

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    Arrivata a Kabul entrò in un ospedale seguita da un codazzo di giornalisti, fotografi, cameramen e si diresse nel reparto femminile dove i fotografi cominciarono a fare i loro scatti e i cameramen a filmare.

     

    Arrivò il "Corpo per la promozione della virtù e la punizione del vizio", acchiappò la Bonino e la portò al primo posto di polizia dove le spiegarono come andavano le cose da quelle parti. Del resto nemmeno in Italia è possibile fotografare o filmare i degenti senza il loro consenso oltre a quello della Direzione dell 'ospedale. Per un reato di questo genere allora in Afghanistan era prevista la fustigazione con "le verghe sacre", invece la rilasciarono dopo due ore.

     

    Avrebbero fatto meglio a fustigarla. Con "le verghe sacre", naturalmente. (...)

    MASSIMO FINI MASSIMO FINI

     

    Adesso, dopo un lungo soggiorno in Gran Bretagna e a Parigi, spunta Ahmad Massoud, figlio del più celebre Ahmad Shah Massoud, il "Leone del Panshir". E anche su questo personaggio, molto ammirato in Occidente, bisogna dire alcune cose chiare. È stato Massoud a dare inizio alla tragedia dell'Afghanistan post sovietico. Finito il regime sovietico occupò Kabul che fu immediatamente circondata dagli uomini di Hekmatyar, suo storico nemico. Fu l'inizio del conflitto civile fra i "signori della guerra", cui si aggiunsero Dostum e Ismail Khan (forse il migliore del gruppo) che fecero dell'Afghanistan terra di stupri, violenze e ogni sorta di abusi sulla povera gente.

     

    Fu questo a dare la spinta al movimento talebano guidato dal Mullah Omar che sconfisse i "signori della guerra" ricacciando Massoud nel Panshir, Dostum in Uzbekistan, Hekmatyar e Ismail Khan in Iran, ponendo fine alla guerra civile e portando la pace e l'ordine. Mi ha raccontato Gino Strada, che ha un po' più di autorità di me visto che nell'Afghanistan talebano ci ha vissuto: "Non c'era criminalità. Assolutamente. Si poteva girare tranquilli, anche di notte.

    caos all aeroporto di kabul caos all aeroporto di kabul

     

    (...)

     

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     Il Mullah Omar non era, prima che lo attaccassimo, antioccidentale, ma a-occidentale. Voleva conservare le tradizioni del suo Paese senza disdegnare però alcune conquiste della nostra cultura, soprattutto nel campo della medicina e dei trasporti, che in Afghanistan hanno molta importanza.

     

    emma bonino foto mezzelani gmt025 emma bonino foto mezzelani gmt025

    Propugnava cioè un "medioevo sostenibile" in contrasto col nostro modernismo insostenibile che ci sta portando al fosso. Preferisco il Medioevo.

     

    Caro Massimo, i lettori lo sanno benissimo, ma siccome gli articoli del Fatto vengono vivisezionati ogni giorno dal Tribunale Supremo del Politicamente Corretto, è bene precisare per questi cretini che quella sulle verghe sacre è una battuta. Ripeto: battuta (Marco Travaglio)

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