Giampiero Mughini per Dagospia
ROCCO SIFFREDI
Caro Dago, ieri sono stato a Padova per fare delle chiacchiere a un bel festival “culturale”. Prima di me si era esibito e aveva chiacchierato a sua volta il mio vecchio amico Rocco Siffredi.
Aveva chiacchierato non delle cose di cui lui è un fuoriclasse mondiale, ossia di come riuscire a tenerlo eretto per una mezz’ora di seguito, o di come riuscire a stremare due fanciulle contemporaneamente nel mentre che stai dicendo al cameraman come inquadrare bene il tutto, e voi sapete perfettamente a quale “tutto” mi riferisco. No, avrà parlato di cose appetite dal pubblico nazional-popolare che è il suo: perché lui è divenuto un eroe nazional-popolare, un tipo alla Giuseppe Garibaldi o giù di lì.
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Alla fine della sua esibizione ci siamo salutati e abbracciati, e mentre il pubblico tutt’attorno era stregato e gli questuava selfie a caterve. Una milf (traduco: una donna avanti negli anni ma ancora appetitosa e con cui ci daresti sotto alla grande) gli sbavava sulla spalla. Grande, grandissimo Rocco.
Gli ho detto mentre lo abbracciavo: Rocco, vent’anni fa te lo saresti mai immaginato che un giorno avresti sprofessorato tali cazzate? Ovvero tutta la roba sulla sessualità giusta e i veri valori e altre simili puttanate, di cui giustamente si prende beffa Daniela Ranieri sulla prima pagina del “Fatto”.
MUGHINI
Perché se c’è uno che lo sa benissimo di che si tratta e non si prende sul serio, quello è Rocco. Lo sa benissimo che le sue virtù e le sue risorse sono altre, quel coso lungo e grosso e eretto all’infinito e in grado di dare il massimo in tutte le situazioni. Se c’è uno autoironico e intelligente e che conosce i suoi confini, è Rocco. Sa benissimo quello di cui è divenuto famoso nell’universo porno e poi nell’universo terracqueo e quello che organizza e produce in Ungheria, terra la più atta a ciò che è morboso e eroticamente radicale.
Non è colpa di Rocco se il pubblico nazional-popolare è così allocco e ipocrita. Se il pubblico polare mente come respira, pensa a una cosa e ne applaude un’altra. Pensa a chi gli dà sotto in tutte le posizioni del kamasutra e applaude alla sessualità “corretta” e pudibonda. Pensa a come evadere la tassa sulla monnezza, il canone televisivo e qualsiasi altro obolo da versare allo Stato, eppure plaude quei quattro babbei della politica che 24 ore su 24 pronunciano delle nenie sull’ “onestà”. Li applaude moltissimo.
ROCCO SIFFREDI
Rocco è un grande. Gabriel Pontello, il suo maestro e punto di riferimento di imprese cazzute quando Rocco faceva il cameriere a Parigi, uno le cui imprese su “Supersex” vanno annoverate tra i fenomeni culturali più importanti degli anni Settanta (il sesso è molto meglio nell’immaginazione e sulla carta che non tra le lenzuola, diceva Andy Warhol), muore di fame a Parigi perché tutti i suoi guadagni se li è giocati alle carte. Pornoattori italiani celebri vent’anni fa, lo potete chiedere alla mia amica Barbara Costa che se ne intende, oggi questuano di che vivere.
Di una magnifica pornoattrice italiana che diede il suo meglio tra 2006 e 008, Alexa Grandi, nessuno si ricorda. Per autoironia e intelligenza e senso della misura (un termine in questo caso ambiguo), Rocco si è innalzato. E’ divenuto atto all’unico valore che oggi conti. L’approvazione del popolo bruto. Lo share televisivo.
Giampiero Mughini
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