Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Giampiero Mughini
Caro Dago,
premetto che sto al 55 per cento dalla parte di Israele quanto al suo diritto di stare e sussistere in quella parte della Palestina che fu loro assegnata nel 1948. Premetto che so benissimo che quest’ultimo atto della tragedia che ha nome “Palestinesi versus Israele” ha avuto inizio con il massacro di tre ragazzi israeliani che altra colpa non avevano che quella di fare l’autostop, e che Hamas non ha fatto un solo gesto e non ha detto una sola parola a manifestare il desiderio di acciuffare i palestinesi autori di quel massacro.
manifestazione pro israele
Come so benissimo che non esiste Paese al mondo che avrebbe accettato con nonchalance che gli venissero scaraventati addosso alcune migliaia di razzi da un suo vicino di confine, che quei razzi venissero addirittura lanciati a interrompere tregue che apparivano sottoscritte da entrambi i contendenti.
Tutte queste cose le so e ho i capelli sufficientemente bianchi per credere di saperle bene. So anche che ci sono alcuni Paesi non remoti dalle nostre case europee dov’è orrida la persecuzione dei cristiani, e che sulle nostre strade europee mai e poi mai c’è stata una manifestazione a ricordare quell’orrore.
manifestazione pro israele (9)
Premesso tutto questo, dico semplicemente che mai e poi mai avrei partecipato alla veglia organizzata dal “Foglio” a difesa senza se e senza ma di Israele e della sua identità _ma anche ad alzare la voce a difesa dei cristiani perseguitati in Africa o in Iraq, una questione che ha poco a che vedere con la prima _, e anche se a quella manifestazione c’erano alcuni miei amici cari, Carlo Ripa di Meana uno di questi.
Il fatto è che non mi riesce di tifare per le bombe israeliane che piovono su Gaza fino a ridurla una landa priva di acqua e di elettricità e dove anche gli ospedali e le scuole sono squassate dalle esplosioni.
manifestazione pro israele (8)
Non mi riesce proprio, e anche se lo so che non esiste guerra dove le bombe siano “intelligenti” e distinguano tra civili e cinici lanciatori di razzi anti-israeliani. A Dresda le bombe angloamericane _ lanciate a mettere in ginocchio il nazismo _ in realtà fecero a pezzi la popolazione civile. Non v’ha dubbio che Hamas usi civili palestinesi che da morti sono utilissimi alla campagna anti-Israele.
E con tutto questo non riesco a tifare per le bombe israeliane. Sono uno che grida con tutta la sua forza “Viva Israele!” ma anche “Viva lo Stato indipendente della Palestina!”. Evviva i ragazzi israeliani che fanno l’autostop, ma anche un evviva calorosissimo ai bambini palestinesi che a Gaza vivono in condizioni da incubo e che muoiono a centinaia.
il momento in cui un missile israeliano cade su gaza 1
“Di politica non capisci nulla”, mi disse una volta il mio amico Giuliano Ferrara _ uno che va pazzo per le mezze misure _ al tempo lontano in cui collaboravo al suo bel quotidiano. Anche quella volta avevo scritto che non ce la facevo a tifare per le bombe lanciate dagli aerei e dai carri armati israeliani.
Nella stanza di casa mia dove ricevo gli amici a cena, tengo affissa al muro una foto di Tano d’Amico che lui mi ha regalato. E’ una foto di una bambina palestinese talmente bella da fare la vezzosa. Tano mi ha raccontato le condizioni spaventose in cui viveva quella bambina e la sua famiglia, All’età di vent’anni quella bambina _ che mi pare studiasse letteratura inglese _ si sarebbe addobbata di una cintura di esplosivo e fatta esplodere all’ingresso di un supermercato israeliano con il risultato di uccidere una sua coetanea israeliana e il guardiano del supermercato che aveva cercato di intercettarla.
radi israeliano su tuffah
Guardo ogni sera quella foto e cerco di capire che cosa passi nella testa di una ragazza palestinese di 20 anni che studia letteratura inglese e che rinunzia alla vita pur di uccidere una sua coetanea del campo avverso. Quanti ragazzi e ragazze palestinesi sono stati accesi in quella direzione dal tappeto di bombe che cadono su Gaza? Quanti ragazzi e ragazze israeliani morranno uccisi da quell’odio illimitato che non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo?
all ospedale kamal adwan
Giampiero Mughini