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    “MURERÒ LA PORTA DELL’AMBULATORIO PER NON FARLO ENTRARE” – SCAZZO A VALDASTICO, IN PROVINCIA DI VINCENZA, TRA IL SINDACO E IL MEDICO DI BASE CHE È STATO ASSEGNATO AL PAESE DI POCO PIÙ DI MILLE ABITANTI - IL DOTTORE , DI ORIGINI ISRAELIANE, IN PASSATO AVEVA GIÀ RICOPERTO QUELL'INCARICO CREANDO UN CASINO: SI SAREBBE RIFIUTATO DI VISITARE PAZIENTI DONNE E NON VOLEVA RAPPORTARSI CON LE FIGURE FEMMINILI – LUI HA SEMPRE RESPINTO LE ACCUSE, MA IL SINDACO È…


     
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    Estratto dell'articolo di Rebecca Luisetto per www.corriere.it

     

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    Il sindaco ha già i muratori pronti affinché l’ambulatorio non gli sia accessibile, non gli basta aver già cambiato le serrature delle tre porte dell’edificio. Quel medico di base per i suoi cittadini proprio non lo vuole, non c’è discussione che tenga.

     

    Ma, allo stesso tempo, anche il dottore non indietreggia di un passo: dal primo marzo sarà in servizio. È la disputa che da giorni colpisce Valdastico, un paesino dell’Alto Vicentino di 1.156 abitanti. Il suo sindaco Claudio Sartori non è soddisfatto dell’assegnazione del posto di medico di base da parte dell’Usl 7 al medico di origini israeliano-cristiane Jamal Basal, di 55 anni. Che, tra il 2019 e il dicembre 2022, aveva già coperto le posizione, creando non pochi dissidi.

     

    Stando ad alcune segnalazioni arrivate in Comune, il medico sbagliava le ricette, si rifiutava di visitare pazienti donne e non voleva rapportarsi con altre figure femminili con cui avrebbe dovuto collaborare, come la direttrice e la vicedirettrice della casa di riposo del paese. […] Il medico, nel frattempo, ha sempre respinto con fermezza ogni accusa […]

     

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    Quindi, secondo lui, non c’è niente che lo fermi nell'accettare l’incarico. […]

    L’Usl fa sapere che a carico del medico «non vi è stato e non vi è alcun provvedimento da parte dell’Ordine dei medici né alcuna denuncia formale alle forze dell’ordine, pertanto la sua nomina costituisce un atto dovuto essendo, nella graduatoria aziendale, il primo medico utile per l’assegnazione dell’incarico».

     

    Il primo cittadino non intende tuttavia mollare la presa e, dopo aver sostenuto che lui non gli darà mai la possibilità di entrare nell’ambulatorio, mette in campo anche la questione del numero di pazienti che appunto non lo vorrebbero come proprio medico di base. «È da verificare se lui possa effettivamente tornare. Perché si troverebbe con un numero di persone mutuate molto basso — sottolinea —. Anche perché tra le persone che costituiscono questo gruppo già ristretto molti non hanno bisogno del medico e altri si dilegueranno verso altri dottori.

     

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    Se l’Usl accetterà che lui possa aprire un suo studio in un luogo privato, che deve avere delle caratteristiche idonee, valuterò il da farsi. Credo che sarà un suo problema non da poco, perché in sostanza non ha pazienti, da qui le persone se ne sono andate tutte quando lui era medico».

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