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Franca Giansoldati e Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
Il rumore e la polvere sollevata da un pezzo di intonaco crollato dal soffitto dei Musei Vaticani le hanno riportato alle mente il suo peggiore incubo. Louise Natalie Dougherty, 34 anni, turista americana sopravvissuta all'attentato dell'11 settembre, è stata travolta da una crisi di panico. Per un attimo il boato, le persone che fuggivano e il polverone le hanno riportato alla mente l'attacco terroristico alle torri gemelle. Attentato a cui era sopravvissuta per miracolo.
Il crollo è avvenuto nel tardo pomeriggio e ha causato parecchio trambusto. Alcuni calcinacci hanno colpito di striscio Dougherty che si trovava a poca distanza della caduta dell'intonaco. Nessun altro del suo gruppo è rimasto ferito. Urla, stupore, grida di allarme. Subito è scattato il dispositivo previsto per le emergenze e sono arrivati nella zona di ingresso dei musei i vigili del fuoco vaticani che hanno provveduto a fare i rilievi e transennare la zona, facendo defluire il resto dei turisti che, nel frattempo, stavano uscendo dal musei.
La ragazza, invece, è stata trasportata per precauzione in ambulanza per un primo soccorso negli ambulatori interni. Se la caverà con qualche graffio e tanta paura. La notizia a caldo non è stata commentata dal Vaticano, né dalla direttrice Barbara Jatta, né dal direttore generale, monsignor Paolo Nicolini.
In attesa di conoscere le cause che hanno portato a questo imprevisto crollo in una zona che è altamente frequentata ogni giorno i funzionari della struttura aspettano di avere l'esito delle indagini. L'episodio fa affiorare il grande nodo della affluenza.
I NUMERI
Al momento si parla di 40mila presenze giornaliere. Un flusso sempre più crescente, tanto da essere stato segnalato in passato anche dal sindacato delle guide turistiche, Sgnt che lamentava una sorta di tour de force tra le sale del Pinturicchio e si saloni dove sono conservate le collezioni delle statue romane. In quegli ambienti si hanno ogni giorno file di persone quasi stipate e il rischio di danneggiare le opere, magari urtandole per errore, per via della calca, è molto alto.
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Ogni anno nel palazzo apostolico e nella Cappella Sistina arrivano 6 milioni di persone all'anno. Il problema dell'amministrazione dei grandi flussi resta una costante e chissà se questo incidente possa riaprire il discorso. Papa Francesco sembra che abbia dato disposizioni precise per non contingentare le persone, la sua idea è quella di un museo diffuso e aperto alle masse. Durante il Sinodo sull'Amazzonia, di novembre, il pontefice inaugurando il nuovo allestimento museale etnologico e una mostra dedicata al polmone verde del mondo, aveva tratteggiato l'identikit del nuovo museo. Il crollo dell'intonaco del soffitto ha lasciato tutti a bocca aperta. Al momento nessuno riesce a spiegarsi come possa essere accaduta una cosa simile.
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