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    È GIUSTO LASCIARE A UN MILIARDARIO IL POTERE DI DECIDERE IL DESTINO DI UNA GUERRA? ELON MUSK OFFRE I SUOI SATELLITI STARLINK AI PALESTINESI E SUSCITA LE IRE DI ISRAELE - NON È LA PRIMA VOLTA CHE SI INTROMETTE IN UNA GUERRA: OLTRE A PALESTINA E UCRAINA, SI È SPESO PER L'ACCESSO A INTERNET DI CHI PROTESTA IN IRAN E HA PROPOSTO SOLUZIONI FANTASIOSE PER LA QUESTIONE TAIWAN E LE MIRE CINESI. MUSK SI STA TRASFORMANDO IN "UN AGENTE DI CAOS GEOPOLITICO" CHE NON PUÒ ESSERE IGNORATO…


     
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    Michela Rovelli per corriere.it - Estratti

     

    elon musk elon musk

    «Starlink supporterà la connettività delle organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale a Gaza». Il tweet - anzi, post - è chiaro e privo di note ironiche. Il 28 ottobre Elon Musk ha annunciato, tramite la sua piattaforma preferita, la sua decisione di intervenire nella guerra tra palestinesi e israeliani offrendo le proprie strutture tecnologiche per le comunicazioni ai palestinesi e sollevando la durissima presa di posizione di Israele.  Il ministro delle Comunicazioni di Tel Aviv, Shlomo Karhi, ha avvertito: «Hamas userà Starlink per attività terroristiche.

     

    Non c'è dubbio, lo sappiamo, e Musk lo sa. Hamas è l'Isis. Israele userà tutti i mezzi a sua disposizione per combatterlo». Una mossa, quella di offrire Starlink gratuitamente, che Musk aveva già fatto durante la guerra in Ucraina. Il servizio proposto è lo stesso e sta assumendo sempre più un ruolo geopolitico centrale. 

     

     

    (…)  Come farà a consegnare la strumentazione necessaria per far funzionare la sua rete satellitare alle «organizzazioni palestinesi riconosciute» che vuole aiutare?

     

     

    elon musk elon musk

     

     

    Il precedente in Ucraina

    Il punto fondamentale - al di là di quanto farà davvero Musk - è che nel momento in cui l'imprenditore scrive su X, immediatamente un ministero risponde. Come scriveva Elena Tebano in questo articolo, Musk è ormai considerato a tutti gli effetti un protagonista della scena geopolitica, in grado di cambiare gli equilibri di una situazione di tensione aprendo o chiudendo ai suoi servizi tecnologici.

     

    «Anche se Musk non è tecnicamente un diplomatico o uno statista, ho ritenuto importante trattarlo come tale, data l’influenza che aveva su questa questione», aveva detto Colin Kahl quando ricopriva il ruolo di sottosegretario alla Difesa per le politiche del Pentagono. Il contesto era questo: Musk aveva «donato» la connettività a Starlink all'Ucraina all'indomani dell'invasione russa, nel febbraio 2022.

     

    Una situazione differente da quella palestinese sotto tanti punti di vista, a cominciare dal fatto che la connettività satellitare era stata offerta e consegnata all'esercito e allo stato ucraino, e non a generiche «organizzazioni riconosciute», come nel caso di Gaza. Il caso della guerra nell'Europa orientale è indicativo anche per un altro motivo: Musk a un certo punto aveva deciso di interrompere le comunicazioni, causando non pochi problemi al fronte ucraino.

     

    tweet di elon musk contro le ong tedesche tweet di elon musk contro le ong tedesche

    Il motivo? Era giunto il momento di pagare per il servizio. E a dover tirare fuori i soldi - 400 milioni di dollari l'anno - doveva essere il Dipartimento di Difesa americano. Dopo momenti di tensione (c'era di messo anche una telefonata tra Musk e lo stesso Putin), l'imprenditore ha deciso di continuare a offrire gratuitamente Starlink all'Ucraina. Fino a raggiungere, mesi dopo, un accordo per l'utilizzo dei suo internet satellitare con il Pentagono.

     

    Un agente di caos geopolitico

    Oltre a intervenire in modo diretto, come in questi due casi, nei territori più colpiti da tensioni del mondo, Musk non perde occasione per dire la sua - in modo più o meno ironico, non disdegna mai un meme - sulle principali situazioni di crisi. Oltre a Palestina e Ucraina, si è speso per l'accesso a Internet dei chi protesta in Iran e ha proposto soluzioni fantasiose per la questione Taiwanese e le mire cinesi. Si sta trasformando, come spiega qui il New York Times, in un agente di caos geopolitico che però non può essere ignorato.

     

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    Per il suo potere nei contenuti (Twitter-X) e nelle infrastrutture (Space X e Starlink) delle comunicazioni, Musk si è ritagliato - da privato - un ruolo di rilievo che gli permette di dire la sua (ed essere ascoltato) anche da stati ed istituzioni sovrannazionali. Un ruolo che fa bene al suo ego, ma che gli permette anche di avere dei ritorni commerciali a lungo termine. Starlink, ad esempio, sta sempre più passando non solo come una soluzione commerciale, ma anche come un'arma che gli eserciti vogliono e temono al tempo stesso. Ma, la domanda è necessaria: è giusto lasciare a un miliardario il potere di decidere, anche se in modo parziale, il destino di una guerra?

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