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    MUTI ALLA META - IL M5S SOSPENDE I GRILLINI PALERMITANI INDAGATI PER IL BORDELLO DELLE FIRME FALSE. CHE TACCIONO DAVANTI AI PM E SI RIFIUTANO DI SOTTOPORSI ALL'ESAME CALLIGRAFICO. MA ALTRI POTREBBERO ESSERE COINVOLTI - PIOVONO GRANE SU GRILLO, DOPO CHE L'ANAC DI CANTONE HA INIZIATO UNA 'VERIFICA' SU RAFFAELE MARRA, BRACCIO DESTRO DELLA RAGGI


     
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    Riccardo Nuti e Claudia Mannino Riccardo Nuti e Claudia Mannino

    Emanuele Lauria per “la Repubblica

     

    A tempo di record, il collegio dei probiviri M5S appena eletto sospende i deputati Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita e l' attivista palermitana Samanta Busalacchi. Una notizia che arriva a tarda sera, dopo una giornata caratterizzata dai silenzi e dalle reticenze dei 5 stelle davanti ai pm di Palermo.

     

    Il giorno degli interrogatori, per i deputati indagati nel caso delle firme false, si è trasformato infatti in una lunga scena muta. Riccardo Nuti e Claudia Mannino, al palazzo di giustizia, adottano la stessa strategia: si avvalgono della facoltà di non rispondere e si rifiutano persino di rilasciare un saggio grafico che consentirebbe di confrontare le loro firme con le centinaia fasulle al centro dell' indagine.

    CLAUDIA MANNINO, GIORGIO CIACCIO, CHIARA DI BENEDETTO E RICCARDO NUTI CLAUDIA MANNINO, GIORGIO CIACCIO, CHIARA DI BENEDETTO E RICCARDO NUTI

     

    E, alla fine, tace anche il marito della Mannino, l' attivista Pietro Salvino, convocato e sentito a sorpresa dai magistrati perché pure lui indagato: era fra i presenti nelle stanze del meet-up di Palermo quando, la notte del 3 aprile del 2012, fu presa la sciagurata decisione di ricopiare tutte le firme utili per partecipare alle elezioni comunali. C' è una mail a incastrare Salvino: «Siamo in dodici», scriveva nelle ore in cui si sarebbe costruito il falso.

     

    Quel che è certo è che l' inchiesta curata dall' aggiunto Dino Petralia e dalla sostituta Claudia Ferrari si estende, con altri indagati eccellenti che portano il conto (forse non definitivo) a 13: fra loro un' altra deputata, Giulia Di Vita, e Riccardo Ricciardi (marito della parlamentare Loredana Lupo), che presentò materialmente la lista di M5S. Di Vita, nelle scorse settimane, era già stata sentita dai pm come persona informata dei fatti: «Ho risposto ai magistrati per un' ora e mezza - annota su Facebook - Io non c' entro e lo dimostrerò».

    CLAUDIA MANNINO IN TRIBUNALE CLAUDIA MANNINO IN TRIBUNALE

     

    Ma, oltre alle prove calligrafiche (centinaia di sottoscrittori hanno disconosciuto la loro firma), sono i "pentiti" a fornire riscontri importanti alla procura: il deputato regionale Giorgio Ciaccio ha confermato che un ruolo, nella vicenda, l' hanno avuto sia Mannino che Nuti. Ed emergono alcuni particolari dal verbale della collega all' Ars Claudia La Rocca, la prima testimone che ha rotto il muro dell' omertà: «Nuti? Entrava e usciva da quella stanza».

    vincenzo pintagro vincenzo pintagro

     

    Poche ore prima il futuro capogruppo alla Camera aveva litigato con un' altra attivista, Samanta Busalacchi, rea di aver commesso quell' errore sul luogo di nascita di un candidato (Palermo invece di Corleone) che rischiava di invalidare la lista. «Di lì una urgente convocazione serale al meet up»: così iniziò il grande pasticcio. Sia Ciaccio che La Rocca si sono autosospesi. Nuti e Mannino, malgrado l' invito di Grillo partito sei giorni fa, avevano invece resistito. Restando al loro posto, come Di Vita.

     

    filippo roma firme false m5s palermo filippo roma firme false m5s palermo

    Una grana non da poco, per Grillo, che con preoccupazione torna a guardare pure al Campidoglio: su Raffaele Marra, capo del personale del Comune di Roma, già vice capo di gabinetto e uomo di fiducia della sindaca Raggi, l' Anac di Cantone ha avviato una verifica, specie dopo la recente nomina del fratello Renato alla guida della direzione Turismo. Ma sono i silenzi palermitani a fare rumore. Perché stridono con la trasparenza di cui M5S ha fatto un credo.

    claudia la rocca claudia la rocca

     

    Il Pd è all' attacco: «L' onestà urlata da Grillo è quella per cui è stata aperta l' indagine sulle firme false o quella degli affitti pagati con i fondi del Senato?», chiede su Twitter la vicesegretaria Debora Serracchiani. Il principale atto d' accusa arriva dall' interno, e viaggia su centinaia di messaggi degli attivisti sui social, da quelli più ironici che cambiano il nome di Nuti in "Muti", ad altri preoccupati, sdegnati, inferociti che parlano di "suicidio" di M5S.

     

    beppe grillo a palermo beppe grillo a palermo

    E infatti, tra le ragioni della sospensione, c' è un comportamento considerato «suscettibile di pregiudicare l' immagine del Movimento 5 Stelle».

    beppe grillo a palermo beppe grillo a palermo

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