Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per www.corriere.it
VLADIMIR PUTIN E LE ARMI NUCLEARI
Il primo giorno dell’invasione dell’Ucraina la base russa delle bombe atomiche ricevette l’ordine di assumere l’assetto da pieno combattimento. «Sino ad allora avevamo solo fatto le regolari esercitazioni. Ma il giorno dell’inizio della guerra le nostre armi erano in posizione. Eravamo pronti al lancio dal mare e dall’aria, in via di principio avremmo potuto condurre un attacco nucleare», racconta Anton, un ex ufficiale delle unità addette alle armi nucleari.
Il suo nome è falso per rendere più complessa l’identificazione da parte delle autorità di Mosca. Lo intervista la Bbc che lo incontra dopo la sua fuga all’estero. […]
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Già nelle prime fasi dell’invasione, il 24 febbraio 2022, Vladimir Putin aveva messo in guardia il fronte della Nato sull’arsenale atomico russo e tre giorni dopo aveva annunciato che le unità addette erano state messe in «assetto da combattimento». Nello stesso periodo l’intelligence americana, che in Russia ha ottime fonti, tanto che già nell’estate precedente si era detta certa che ci sarebbe stata l’invasione, sosteneva di non avere notato alcuna attività insolita nelle basi nucleare russe.
Secondo «Anton», lo stato di allerta era stato cancellato dopo due o tre settimane. A suo dire, la base era super-controllata dai servizi segreti russi: sarebbe stupefacente non lo fosse stata.
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Ancora secondo gli americani, uno dei momenti più pericolosi fu nell’ottobre-novembre 2022, quando pare che Putin fosse pronto a utilizzare un «bomba sporca» pur di fermare le avanzate ucraine che liberarono la zona di Kherson e le regioni nordorientali.
Si stima che Mosca possegga 4.380 testate nucleari operative, ma soltanto 1.700 sarebbero pronte all’uso. Non è però chiaro il loro grado di efficienza. Molte risalgono all’epoca sovietica e potrebbero essere notevolmente deteriorate. […]
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