Estratto dell'articolo di S.S. per “La Stampa”
nancy pelosi
La gente le chiede spesso cosa farebbe se fosse lei a dominare il mondo. E lei risponde sempre la stessa cosa: istruzione per le donne e per le ragazze. È da qui che comincia a raccontarsi Nancy Pelosi, Speaker Emerita della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, prima donna a ricoprire questa carica, a Venezia nei giorni del Festival inaugurato dal premio alla carriera alla regista Liliana Cavani, prima donna della storia del Mostra a riceverlo.
Pelosi è ospite speciale del Diane Von Fustenberg Awards, quest’anno alla 14esima edizione: filantropa e stilista, Von Fustenberg premia ogni anno le donne che hanno combattuto le battaglie più difficili, coraggiose, ispiranti.
«Pelosi non ha bisogno di dormire: va a cioccolato», ha scritto una volta il New York Times, sottolineandone il pragmatismo quasi brutale, che ha messo in riga persino Trump, con lei sempre piuttosto in soggezione.
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nancy e paul pelosi cena di gala alla casa bianca
Di Meloni cosa pensa?
«Non sono abbastanza informata su quello che fa il suo governo in Italia, ma di certo trovo problematico, per me e per quello in cui credo, il modo in cui si occupa dei diritti della comunità LGBTQ+. Nella sua ultima visita negli Stati Uniti è stata molto brava, ha fatto a tutti un’ottima impressione, e ho apprezzato e apprezzo la sua cautela verso la Cina, la sua collaborazione con l’Unione Europea, le sue posizioni sull’Ucraina. Mi rasserena il profondo rispetto che ha per il legame che unisce l’Italia e gli Stati Uniti, perché per noi il vostro Paese è da tempo uno dei nostri migliori amici, soprattutto nella Nato. M’è poi parsa sicura di sé e ben consapevole di cosa vuole ottenere.
Meloni è piaciuta anche molto a Biden. Biden è il presidente migliore per l’America in questo momento».
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Crede sia possibile un ritorno di Trump alla Casa Bianca?
giorgia meloni con joe biden allo studio ovale
«Trump è un amico di Putin. Non lo ha mai criticato pubblicamente. E questo basta a spiegare perché non dovrebbe mai più diventare presidente degli Stati Uniti».
Ma i sondaggi dimostrano che potrebbe succedere.
«Quando vinse la prima volta, io rimasi sconvolta: ero tra coloro che lo avevano creduto sin dall’inizio impossibile. Mi rendo quindi conto che non sono forse la persona giusta per dirlo ancora, eppure credo di nuovo, e fermamente, che non vincerà le elezioni del prossimo anno».
Com’è possibile che il partito repubblicano sia di nuovo in balia di Trump?
«È un grande peccato: è un partito che ha fatto grandi cose e ha dato al paese grandi leader finora. Ora venera un criminale. Ma non ancora per molto: ne sono certa».
Se nel 2024 vincesse Trump, crede che il sostegno all’Ucraina da parte vostra verrebbe meno?
PUTIN BIDEN TRUMP2
«Trump è un grande sostenitore di Putin. E questo basta a spiegare perché non può rimettere piede nella Casa Bianca. Da bambina andai ad ascoltare il discorso di JF Kennedy, quando diventò presidente, con i miei genitori, e lui disse che i cittadini americani dovevano chiedersi cosa potessero fare per l’America. Che è una frase storica. Ma poi disse anche che i cittadini del mondo, non dovevano chiedersi cosa l’America potesse fare per loro, ma cosa, uniti, si possa fare per l’umanità. Biden fa qualcosa di molto simile: il suo è un approccio molto kennediano. E gliel’ho detto spesso».
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Trump e Putin
Quello che succede a Taiwan ha cambiato le relazioni tra voi e la Cina?
«No. Aderiamo alla One China Policy: anche per noi esiste un’unica Cina. Abbiamo sempre detto che siamo disposti a fornire a Taiwan aiuti per difendersi ma speriamo che non ce ne sia bisogno. Pechino ha piratato la nostra proprietà intellettuale e ci preoccupa quello che ha fatto a Hong Kong e in Tibet. Restiamo, quindi, guardinghi. Il Congresso, tanto a destra quanto a sinistra, supporta Taiwan».
Cosa pensa dello sciopero dei lavoratori di Hollywood?
«Che non finirà a breve. E che sia giusto e sacrosanto che quei lavoratori ottengano tutele: l’industria dell’intrattenimento produce arte e l’arte unisce le persone. Al cinema possiamo piangere e ridere senza che le nostre differenze ci ostacolino. Questo sciopero mette in ballo qualcosa di più grande dell’equo compenso: la libertà d’espressione. L’arte è un atto di libertà. E serve a ricostruire le società. L’America lo sa bene».
simonetta sciandivasci nancy pelosi