F.C. per “la Stampa” - Estratti
nanni moretti a teatro
I dibattiti hanno le loro regole e così Nanni Moretti, in un sabato sera nel cuore della Garbatella, davanti alla platea stracolma, dove è stato appena proiettato il suo film Sogni d'oro, si rivolge agli organizzatori e chiede un bicchier d'acqua. Gliene portano vari, uno dopo l'altro, e lui, tra sorsi e sorrisi a metà, racconta, ricorda, risponde: «Lavoro contro i cliché, e anche contro me stesso».
L'incontro, nell'ambito del Palladium Film Festival CineMaOltre, diretto da Vito Zagarrio e organizzata dall'Università Roma Tre, avrebbe dovuto svolgersi dopo la presentazione del documentario La Cosa, c'è stato un cambio di titolo, ma il film, girato nell'89, mentre il Pci si dissolveva per far spazio alla rifondazione proposta dal segretario Achille Occhetto, è ancora occasione di memorie e ricostruzioni: «Non l'ho fatto per dimostrare qualcosa o convincere qualcuno. Dopo il crollo del Muro di Berlino, Occhetto aveva deciso di cambiare nome al partito, le sue dichiarazioni provocarono una grande discussione all'interno delle sezioni italiane. Volevo capire che cosa stesse succedendo, tutto il Paese seguiva con interesse quegli avvenimenti».
nanni moretti a teatro
L'opera andò in onda su Rai 3 il 6 marzo 1990, alla viglia del Congresso di Bologna: «Nelle sezioni del Pci sparse in tutta Italia ci fu una vera autocoscienza collettiva, per i militanti erano in gioco cose vitali. Capirono che, da quel momento, il loro rapporto totalizzante con la politica, sarebbe cambiato». Un rapporto, sottolinea Moretti, «in cui persisteva un legame forte con l'Unione Sovietica e con i Paesi del blocco orientale. Anche i giovani avevano una relazione ombelicale con quell'area. Non lo avevo previsto».
NANNI MORETTI
La politica, ci tiene a dire il regista, è stato un cammino parallelo a quello cinematografico: «Non ho mai girato un film per mettere un tema sul tavolo e dire allo spettatore che era importante, non ho ritenuto che il compito dell'intellettuale fosse questo. Ho tenuto separate le cose». E questa vale anche per l'epoca dei girotondi, all'alba degli anni Duemila: «C'erano battaglie in cui credevo, invece di far usare la mia faccia da altri, ho preferito mettercela io stesso, partecipando al movimento, da semplice cittadino».
Ogni tanto, poi, è successo che, nei suoi film, Moretti abbia visto oltre, mettendo in scena situazioni che apparivano estreme o impossibili e che poi si sono puntualmente verificate. È accaduto nel Caimano, in Habemus papam, e anche in Sogni d'oro di cui resta, indimenticabile, la sequenza surreale del quiz tv con i concorrenti vestiti da pinguini: «Ogni tanto mi è stato detto che sono preveggente, ma credo che certe immagini vengano solo dall'attenzione alla realtà che ci circonda e alle tendenze che esprime. Avevo intravisto, quando ho girato Sogni d'oro, la piega che stava prendendo la tv in Italia e ho voluto raccontare quell'aspetto. Diciamo che sono stato un po' attento e un po' fortunato».
nanni moretti renato scarpa habemus papam
L'autoanalisi sui film girati non è tra gli sport preferiti dall'autore: «Più passa il tempo e più amo il mio lavoro, ma riesco sempre meno a teorizzare sulle mie scelte. Non le so spiegare, non sono un esperto dei miei film».
(…)
NANNI MORETTI PROMUOVE PAOLA CORTELLESI
Estratti da repubblica.it
“E’ un bene per il cinema italiano. Paola Cortellesi ha osato facendo un film fuori dalla norma rispetto ai film in cui è stata solo attrice. Produttori e distributori sottovalutano spesso il pubblico. È molto prepotente e presuntuoso pretendere di conoscere i gusti del pubblico”. Nanni Moretti spende parole di approvazione per il successo di C’è ancora domani, campione d’incassi della stagione, ma si mostra generoso anche con i ricordi privati, i gusti cinematografici, le memorie dei suoi set al festival “Linea d’ombra” di Salerno, davanti alla platea della Sala Pasolini che lui ricorda come cinema Diana, “la mia famiglia passava le vacanze dove mia madre veniva assegnata come membro esterno delle commissioni per gli esami di maturità. Un anno venne assegnata a Nocera e scoprimmo Vietri – racconta Moretti - dove poi siamo venuti a villeggiare per qualche anno”.
nanni moretti e francesco rutelli a piazza navona nel 2002
(…)
La serata è proseguita alternando spezzoni dai suoi film, da Sogni d’oro a La messa è finita a La stanza del figlio, Il caimano e Habemus Papam, con qualche confessione: “Non ho nessun rapporto con la religione, sono ateo, e per questo ammiro profondamente chi ha fede. Bunuel diceva ‘grazie a Dio sono ateo’, non sono mai stato d’accordo, io sono incazzato perché sono ateo”.
nanni moretti e il cast del sol dell avvenire ballano a cannes
Quanto alle idee con le quali Moretti ha anticipato, ad esempio, l’avvento della tv trash, la parabola del Pci e la crisi della Chiesa, “basta stare un po’ attenti – ha spiegato - e le tendenze della realtà si colgono. Dopo Habemus Papam mi fermavano per Roma e mi chiedevano i numeri al lotto e quando la Roma avrebbe vinto il quarto scudetto”. Infine, la nota dolente: le piattaforme. “È un bene che ci siano per poter recuperare il cinema del passato, ma per me fare un film significa prima di tutto portarlo in sala”.
IL CAIMANO DI NANNI MORETTI IL CAIMANO DI NANNI MORETTI laura morante e nanni moretti bianca nanni moretti jasmine trinca laura morante la stanza del figlio nanni moretti nanni moretti nanni moretti a piazza navona nel 2002