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    “VOLEVAMO PROVARE IL COLTELLO NUOVO” - A NAPOLI QUATTRO RAGAZZI AGGREDISCONO UN LORO COETANEO SENZA MOTIVO: PUGNI, CALCI E COLTELLATE RIPRESE DALLE TELECAMERE DI UN NEGOZIO - QUEI FURBONI HANNO CONSERVATO IL COLTELLO E NON HANNO CANCELLATO LE CHAT IN CUI COMMENTAVANO L’AGGRESSIONE. E INFATTI SONO STATI IDENTIFICATI NEL GIRO DI DUE SETTIMANE - VIDEO


     
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    Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

     

    Ci sono ragazzini in certi quartieri napoletani destinati a fare e farsi male. I protagonisti di questa storia finora hanno fatto male, qualcuno anche due volte in due giorni. Ma proprio per l' insistenza e la facilità dimostrate nel ricorrere alla violenza, è facile prevedere che prima o poi si faranno anche male. Inevitabilmente. Ma per ora sono carnefici, non vittime.

    napoli, una banda di ragazzini accoltella un coetaneo 5 napoli, una banda di ragazzini accoltella un coetaneo 5

     

    Sono in quattro, hanno tra i quindici e i sedici anni e adesso hanno addosso una accusa di lesioni dalla quale dovranno difendersi in un processo, anche se la Procura minorile non ne ha disposto l' arresto. La vittima è un ragazzo come loro: stessa età, stesso quartiere. La differenza è che questo va in giro con una borsa sportiva perché gioca a calcetto e i quattro, invece, non hanno bisogno di borse: hanno un bagaglio piccolo, per portarsi dietro il coltello a serramanico appena comprato mettendo ognuno una quota di pochi euro, basta la tasca di un giubbotto.

     

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    Il ragazzino con il borsone e la tuta e i quattro con i cappucci e il coltello percorrono la stessa strada, il corso Garibaldi, alla stessa ora, le sette di sera, dello stesso giorno, il 16 gennaio. Il primo sta tornando a casa dall' allenamento, gli altri stanno cercando l' occasione per mostrare i muscoli e soprattutto la lama.

     

    Quando si incrociano uno del gruppetto urta il borsone, forse per caso, forse di proposito. Basta questo a far scattare l' aggressione: quattro contro uno, pugni, calci e coltellate. Poi la fuga, passando nel raggio di ripresa della telecamera di un negozio che li inquadra di spalle ma in maniera abbastanza chiara da dare ai carabinieri un punto di partenza. Il resto lo fanno le indagini, che in due settimane portano all' identificazione di uno e poi degli altri tre.

     

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    Quattro geni del crimine che hanno pure conservato il coltello, non hanno cancellato dai cellulari la chat in cui commentano l' aggressione, continuano a indossare gli stessi vestiti di quella sera, perfettamente riconoscibili nelle immagini registrate. Durante le perquisizioni gli indizi si accumulano uno dopo l' altro. Poi ci sono gli interrogatori del pm Emilia Galante Sorrentino, e in tre ammettono tutto, confessando anche la storia del coltello appena acquistato e della irrefrenabile voglia di usarlo subito.

     

    napoli, una banda di ragazzini accoltella un coetaneo 6 napoli, una banda di ragazzini accoltella un coetaneo 6

    Eppure nessuno dei quattro ha alle spalle una mini-storia criminale. Vanno tutti a scuola, alle superiori, e almeno uno anche con discreto profitto. Eppure avrebbero potuto ammazzare un coetaneo, se solo quei fendenti avessero preso una traiettoria diversa. Esattamente come quell' altro gruppetto di minorenni che nel dicembre di due anni fa in via Foria - un' altra strada del centro di Napoli - accoltellarono Arturo, il diciassettenne diventato suo malgrado famoso per essere riuscito miracolosamente a sopravvivere alle profonde ferite al collo, a pochi centimetri dalla carotide.

    napoli, una banda di ragazzini accoltella un coetaneo 1 napoli, una banda di ragazzini accoltella un coetaneo 1

    Ragazzini votati a far male come fosse un gioco. Un gioco che per almeno due di quelli di corso Garibaldi si ripete, seppure con altre modalità, esattamente ventiquattr' ore dopo l' aggressione al sedicenne.

    Quei due sono stati identificati anche tra i teppisti che si vedono nel video girato la sera del 17 gennaio nel Borgo di Sant' Antonio (duecento metri dalla strada dell' aggressione), quando un manipolo di ragazzini respinse a sassate la polizia che voleva impedire i falò in strada organizzati arbitrariamente per la festa del santo. Tiravano pietre e ridevano, così come il giorno prima accoltellavano e ridevano.

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    Un gioco. Tragico.

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