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    NONNETTI A VENEZIA: PRESSATO DA EGO-BARATTA, NAPOLITANO VA AL LIDO E INCONTRA IL COETANEO ROBERT REDFORD - CIPRESSO BARBERA E BIRRA MÜLLER COME COPPI E BARTALI - GIRA UNA MAIL PRO-MÜLLER: “CI MANCHI, QUI AGONIZZIAMO” - MEREGHETTI AMATO DALL’UFFICIO STAMPA - PER I CRITICI VINCE PT ANDERSON - VALSECCHI: “SEMBRA IL FESTIVAL DI LOCARNO” - BOB SINCLAR VUOLE BALLARE - I CAPELLI TINTI DI OLMI - NON FIDATEVI DEGLI APPLAUSI IN SALA…


     
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    1- IL PRESIDENTE NAPOLITANO VISITA LA BIENNALE CON LUCA ZAIA, PAOLO BARATTA, GIORGIO ORSONI E UNA SCOLARESCA
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    NAPOLITANO A VENEZIA CON ZAIA E BARATTANAPOLITANO A VENEZIA CON ZAIA E BARATTA

    Si è conclusa la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Biennale di Venezia. In mattinata il Capo dello Stato ha visitato anche la 69ma Mostra del Cinema e, a colazione, è stato raggiunto a sorpresa da Robert Redford al ristorante «La Taverna» dove pranzava insieme ai giurati italiani del Festival, al presidente della Biennale, Paolo Baratta, e al regista Ermanno Olmi. «La Mostra mi pare stia andando benissimo, sosteniamo il cinema italiano», ha detto il presidente della Repubblica al suo arrivo alla Mostra del Cinema. «Sono qui per questo, per sostenere il cinema italiano - ha aggiunto - attendo di vedere i film in gara quando usciranno in sala».

    MARCO MULLERMARCO MULLER

    Nella visita alla Biennale è stato accompagnato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, da quello del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato, presenti inoltre la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e il sindaco Giorgio Orsoni. Napolitano, che nel corso di alcuni incontri con i giornalisti ha toccato tra l'altro i temi del lavoro, dell'economia e della disoccupazione giovanile, si è intrattenuto nello spazio «educational» della Biennale con piccoli allievi delle elementari e universitari impegnati nella realizzazione di progetti di architettura.

    Successivamente il presidente si è trasferito al Lido di Venezia per il pranzo. Napolitano è quindi partito per Mestre dove tiene oggi una conferenza su «Nuove mappe della politica in Italia e in Europa» nell'ambito delle iniziative promosse dalla Fondazione Pellicani, dedicata al politico veneziano al quale il presidente era legato da lunga amicizia e dalla comune militanza politica. «Mi aspetto delle buone cose», ha detto il presidente della Repubblica rispondendo ai giornalisti sulla riunione di oggi del vertice della Bce che discuterà le proposte del presidente Mario Draghi. E per Napolitano la disoccupazione giovanile «è il problema più serio che abbiamo, non possiamo essere tranquilli e soddisfatti rispetto all'attuale condizione dei giovani in Italia».

    GIANNI BARATTAGIANNI BARATTA


    2- LEONI VOLANTI
    Anonimo Veneziano per "il Giornale"

    MÜLLER TORNA SUL LUOGO DEL DELITTO
    Ad un certo punto, ieri è arrivato anche Marco Müller per vedere Bella addormentata . Saluti, capannelli e riverenze di giornalisti e addetti ai lavori. E livori...

    LA PROCESSIONE LAICA DEI «BELLI ADDORMENTATI»
    Sembrava una scena de Il regista di matrimoni quando, alle 14 di ieri pomeriggio la nutrita delegazione di Bella addormentata è uscita percorrendo lo scivolo in leggera pendenza della bianchissima Terrazza DiSaronno. In testa Bellocchio e Servillo, il resto del cast incolonnato dietro quasi in una sorta di processione. Laica, ovviamente.

    alberto barbera al festival del cinema di veneziaalberto barbera al festival del cinema di venezia

    MEREGHETTI APRE LA RASSEGNA STAMPA
    «Meno feste, meno incassi ma quello del Lido resta un festival di qualità».S'intitolava così il corsivo firmato ieri da Paolo Mereghetti del Corriere della Sera . Un passaggio: «Se il 20 per cento degli italiani ha rinunciato alle vacanze per la crisi non si capisce perché avrebbe dovuto correre al Lido. Magari sotto l'acqua di un weekend non certo clemente...». L'ufficio stampa della Biennale ha premiato l'impegno piazzando l'articolo, subito dopo il servizio di un sito, in apertura della corposa rassegna stampa quotidiana. Applausi.

    venezia-2012-paul-thomas-andersonvenezia-2012-paul-thomas-anderson

    PER I CRITICI VINCE "THE MASTER"
    Secondo il gradimento della stampa italiana e straniera accreditata espresso in stellette sul daily della Mostra Venews è ancora The Master di Paul Thomas Anderson il film più gettonato con 88 stellette in totale. Segue Apres Mai di Assayas con 83 e Pietà di Kim Ki-duk con 74,5. Vedremo come la penserà la giuria...

    TEENAGER SUL RED CARPET
    Le fan di Selena Gomez e Vanessa Hudgens affollano il red carpet, non vedevano l'ora di incontrare e fotografare le loro dive; alcune per accaparrarsi la prima fila si sono accampate fin dalla mattina alle 8. Avevano con sé poster, striscioni, macchine fotografiche e in molte si erano scritte i nomi delle attrici teen sui volti.


    3 - BARBERA E MÜLLER COME COPPI E BARTALI
    Maria Luisa Agnese per il "Corriere della Sera"

    PIETRO VALSECCHIPIETRO VALSECCHI

    Poco dopo le 11 di mattina compare solitario sulla terrazza dell'Excelsior in total black: armato di ombrello Marco Müller torna al Festival, dopo esserne stato direttore per otto anni: preceduto da una mitragliata di sms ai nostalgici in loco, vive la sua giornata veneziana per vedere il film dell'amico Bellocchio e per omaggiare anche un altro suo Leone alla carriera, Ermanno Olmi, che incontra nel pomeriggio, poco dopo le tre, nel giardino dell'albergo Quattro Fontane.

    E subito il popolo del Festival si divide: fra i nuovi fan del piglio tecnico e schietto di Alberto Barbera, tornato alla guida del Festival dopo nove anni, e chi rimpiange la gestione zen del suo predecessore, capace di sorprendere anche con mosse mediaticamente disinvolte. Nomi di spicco in entrambe le schiere: Thierry Frémaux, prima di tutto, direttore del cugino Festival di Cannes arrivato al Lido la sera dell'inaugurazione, e poi Piero Fassino, Nanni Moretti, Gianni Amelio, tutta gente che apprezza la versione smagrita (da 140 a 76 film), che punta a una selezione di coerente qualità.

    ROBERT REDFORD THE COMPANY YOU KEEPROBERT REDFORD THE COMPANY YOU KEEP

    Come dice il critico Gian Luigi Rondi, anche lui con alle spalle doppia direzione veneziana (ora sbalzato dal duo Polverini-Alemanno dal Festival di Roma a favore proprio di Marco Müller) «quando ero io al timone dicevo che a me non interessavano le bandiere dei Paesi sul Palazzo del Cinema, ma quelle degli autori. E sono contento che ora Barbera abbia ripreso il mio slogan». «In un anno impossibile come questo qui c'è un Festival dove c'è tempo di vedere i film e rifletterci su» gli fa eco Piera Detassis anche lei come Rondi detronizzata da Roma, mentre si prepara all'evento tradizionale di mezzo Festival, la festa di Ciak (la rivista che dirige).

    BOB SINCLAIR E ISABELLA FERRARI A VENEZIA jpegBOB SINCLAIR E ISABELLA FERRARI A VENEZIA jpeg

    Ma è proprio quel gigantismo che movimentava il Festival che rimpiangono dall'altra parte i nostalgici di Müller, Marco Giusti e Roberto D'Agostino (che è passato dal Lido vedendo molti film ma, paradosso, senza fare passerella), fino a Luigi Abete e Pietro Valsecchi, produttore tv e cinema che due giorni di Lido se ne è andato dicendo «Sembra il Festival di Locarno. In momenti come questo ci vorrebbe più spinta». C'è però anche chi non si vuol schierare, perché riconosce ad entrambi rigore e amore per il cinema, come il regista e sceneggiatore Ivan Cotroneo che non sceglie ma dice: «Qui ho visto bei film e sale piene».

    O come Marina Cicogna che riconosce: «Forse hanno un po' deluso i grandi nomi, come Malick e Anderson, ma averli avuti qui è già molto. E poi ci sono state delle belle rivelazioni come il film israeliano, l'austriaco e quello coreano. E un Festival così è un Festival riuscito». Insomma, come mormora l'anima più autentica del Festival, Barbera e Müller sono i Coppi e Bartali del cinema. E Toronto non ce li ha.

    ERMANNO OLMIERMANNO OLMI


    4 - ZANZARE
    Michele Anselmi per "il Secolo XIX"

    LE MAIL PRO-MÜLLER
    Contrordine, compagni. Marco Müller è salito al Lido, giusto una scappata di un giorno, per stare vicino all'amico Marco Bellocchio. Faceva un certo effetto, lui per otto anni cine-Doge di Venezia, vederlo passeggiare con il suo trolley verso l'Excelsior, come un ospite qualsiasi; ma è anche vero che l'uomo ha vinto la sua partita a Roma e sta preparando un festival capace di dare filo da torcere a Venezia. Del resto, Müller può contare ancora su molti consensi qui al Lido. Gira tra gli addetti ai lavori una mail, proveniente dall'entourage di Luigi Abete, sponsor di Müller a Roma, che dice: «Caro Marco, devo dirtelo, non sai quanto ci manchi. Senza di te, Venezia è agonizzante». Agonizzante?

    BELLOCCHIO A VENEZIA jpegBELLOCCHIO A VENEZIA jpeg

    SINCLAR VUOLE BALLARE
    L'abbiamo già scritto: non c'era motivo alcuno per inserire il dj Bob Sinclar nella giuria che sceglie la miglior opera prima della Mostra per premiarla con 100 mila dollari tirati fuori da Aurelio De Laurentiis. Anche perché Sinclar ha firmato la colonna sonora e recitato in "Vacanze di Natale a Cortina", cinepanettone prodotto da De Laurentiis. Era meglio lasciar perdere. Ma siccome non c'è limite al peggio, ecco come Sinclar vede il suo lavoro al Lido. Dal "Corriere del Veneto": «Sono cresciuto vivendo il cinema come svago e divertimento, i giovani registi di cui giudichiamo le opere filmano invece crisi, miseria, durezza della vita. La mia arte è gioia, celebrazione della vita, non riesco proprio a capire». Appunto, non capisce.

    ISABELLE HUPPERT NE LA BELLA ADDORMENTATA DI BELLOCCHIOISABELLE HUPPERT NE LA BELLA ADDORMENTATA DI BELLOCCHIO

    MAGRELLI CHE FA?
    Dicono che Enrico Magrelli, brillante saggista e giornalista, membro della commissione ministeriale per i film di interesse culturale, presidente della Cineteca nazionale, animatore del radiofonico "Hollywood Party", fino all'anno scorso "vicedirettore" della Mostra, non sia più in buonissimi rapporti con Marco Müller, che pure l'ha designato a capo dei selezionatori per il nuovo Festival di Roma. Dicono. Magari è solo una malalingua.

    I CAPELLI DI OLMI
    Ermanno Olmi è un grande regista, un intellettuale raffinato e un cattolico irregolare, quindi interessante. L'anno scorso era qui con "Il villaggio di cartone", film non riuscito ma frutto di una sincera e sofferta riflessione sulla Chiesa oggi. L'uomo va preso sul serio. Ci si chiede semmai perché, alla venerabile età di 81 anni, debba tingersi i capelli di uno strano color nocciola che non gli si addice. Vanità senile?

    MICHAEL CIMINO A VENEZIAMICHAEL CIMINO A VENEZIA

    DE LAURENTIIS SI RIPETE
    Aurelio De Laurentiis la spara grossa, come sempre. «Sono preoccupato perché voglio fare 25 film italiani nei prossimi tre anni, ma se c'è una vasca da bagno senza il tappo, il bagno non se lo riesce a fare nessuno» dice alla radio, alludendo ai danni provocati dalla pirateria e spiegando che il cinema è stato abbandonato dalla politica perché «non porta voti a differenza della tv». Che la politica si disinteressi al tema è vero. Il resto è puro marketing. Intanto il produttore licenzia il suo capo ufficio stampa, nessuno ha capito perché. Nemmeno la povera interessata Rosa Esposito.

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    ZAIA IN INFRADITO
    Si vede che non c'è più il pidiellino doc Giancarlo Galan al governo della Regione. Luca Zaia, leghista, ha sposato un atteggiamento "alternativo", benché, la sera dell'inaugurazione, la moglie sembrasse una meringa, nel senso dell'abito. Il governatore attacca: «Vedere i politici sul red carpet mi lascia perplesso, poi vederne uno che ha perfino sfilato sulla passerella per poi restare fuori perché non aveva l'invito non merita nemmeno commenti» (non dice chi, ndr). Zaia va d'amore e d'accordo col presidente Baratta e il direttore Barbera, ormai ribattezzati B & B. «L'unico appunto che mi sento di fare è che avrei preferito più giovani in infradito che personaggi imbellettati sulla passerella» spiega. Lega di lotta e di governo?

    festival di venezia sessantanovefestival di venezia sessantanove

    BERSAGLIO INGROIA
    «Ingroia, vita da Vip. Dai libri alle feste fino alla passerella» titola "il Giornale" un articolo di Gabriele Villa. «Il divo Ingroia sfila anche in Laguna» fa il bis "Libero" con un corsivo di Francesco Borgonovo. Dev'essere proprio un'ossessione. La colpa del magistrato odiato dal centrodestra? Essere volato alla Mostra, «in mezzo a un terremoto politico istituzionale» annota il quotidiano di Sallusti, per il Leone d'oro alla carriera conferito all'amico Francesco Rosi, con successiva proiezione del "Caso Mattei". La polemica per la polemica.

    apertura festival di veneziaapertura festival di venezia

    APPLAUSI FINTI E VERI
    Tra le sette cose da non fare alla Mostra, un catalogo scherzoso stilato dal sito badtaste.it, c'è questa: «Credere che un lungo applauso in sala Grande significa che il film è bello». In effetti sono proiezioni blindate, piene di ospiti e di pubblico amico, il battimani arriva sicuro. Semmai c'è da chiedersi chi ne misura, con tanta acribia cronometrica, la durata: 5 minuti, 8 minuti, 10 minuti...

    CARDINALE FUMA
    Tra i protagonisti di "O Gebo e a Sombra", Claudia Cardinale cena in una economica trattoria dietro il Palazzo. Ha recuperato qualche chilo, fuma una sigaretta dietro l'altra, si fa fotografare con la famiglia dell'oste e rilascia autografi. Una mosca bianca in questa Mostra dove tutti gli attori molto se la tirano.

     

     

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