Da corriere.it
alexei navalny vladimir putin
L’oppositore politico russo Alexei Navalny è stato dimesso dall’ospedale universitario Charité di Berlino, dove era ricoverato dal 22 agosto per quello che gli esami tedeschi hanno confermato essere «un forte avvelenamento», dovuto a un agente nervino (novichok). Il governo tedesco si dice «molto sollevato che le condizioni di salute del signor Navalny siano migliorate al punto da permettergli di lasciare la stazione di lungodegenza» ma non è al corrente di dove si trovi al momento l’oppositore russo: lo ha riferito il portavoce del governo Steffen Seibert in conferenza stampa.
IL TE' DI VLADIMIR PUTIN
In un comunicato che arriva «dopo un consulto con il paziente e con sua moglie», l’ospedale ha fatto sapere che Navalny è stato dimesso martedì, dopo aver trascorso un totale di 34 giorni nella struttura, di cui 24 in terapia intensiva. «Basandosi sui progressi e la condizione attuale del paziente, i medici che lo seguono ritengono che sia possibile un recupero totale. Tuttavia rimane troppo presto per valutare i potenziali effetti a lungo termine del forte avvelenamento» a cui Navalny è stato sottoposto.
VLADIMIR PUTIN VI OFFRE UNA TAZZA DI TE'
Nei giorni scorsi Navalny aveva parlato con dei magistrati, spiegando di voler tornare in Russia appena possibile e di non voler collaborare all’indagine congiunta tra Germania e Russia su quel che gli è successo. Il Cremlino, dal canto suo, ha fatto sapere che il dissidente «è libero di rientrare a Mosca quando vuole». A metà settembre aveva condiviso la prima foto dall’ospedale, dove si mostrava a letto con un camice, abbracciato dalla famiglia.
IL BLOGGER ANTI-PUTIN NAVALNY
Martedì sera invece ha pubblicato su Instagram l’ultimo scatto al Charité, nel cui post ironizzava sull’ipotesi che Putin avrebbe formulato con Macron (e riportata da Le Monde) di un «avvelenamento autonomo» di Navalny: «Morire in un ospedale di Omsk e finire in un obitorio di Omsk, dove sarebbe stata stabilita la causa della morte “aveva vissuto abbastanza”: era questo l’obiettivo finale del mio astuto piano», ha scritto l’oppositore su Instagram. «Ma Putin mi ha superato. Lui non può essere ingannato. Per questo io, come un pazzo, sono rimasto in coma per 18 giorni, ma non ho centrato il mio obiettivo».
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