1. NEGAZIONISTI DEL COVID, C’ERA ANCHE CASSESE AL CONVEGNO: “LE POLEMICHE? IL TRATTATO DI VOLTAIRE SULLA TOLLERANZA È DEL 1763”
Enrico Mingori per www.tpi.it
sabino cassese foto di bacco
Anche il professor Sabino Cassese, tra i giuristi più eminenti del panorama italiano, ha partecipato al contestato convegno sul Coronavirus organizzato al Senato da Vittorio Sgarbi e presentato su molti media come il convegno dei “negazionisti del Covid”. Cassese, che non era presente fisicamente bensì collegato via Skype, è intervenuto per spiegare le ragioni del no alla proroga dello stato di emergenza da parte del governo.
Il convegno ha fatto molto discutere per le prese di posizione di alcuni ospiti, in particolare quelle del leader della Lega Matteo Salvini (“La mascherina? Non ce l’ho e non la indosso. Mi rifiuto di salutare col gomito, io do la mano”) e del tenore Andrea Bocelli (“Come cittadino mi sono sentito offeso e umiliato dal lockdown. Non ho conosciuto nessuno finito in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?”).
Professore, perché ha accettato di partecipare al convegno?
Me l’aveva chiesto l’onorevole Sgarbi.
Sapeva quali sarebbero stati gli altri relatori?
Sapevo chi erano alcuni degli intervenienti.
Conte Speranza
L’evento è stato ribattezzato dalla stampa “il convegno dei negazionisti del Covid”. Non le dispiace che il suo nome venga associato a questa espressione?
Il “Trattato sulla tolleranza” è stato scritto da Voltaire nel 1763…
Nemmeno alla luce delle polemiche suscitate si è pentito di aver partecipato?
Mi è stata lasciata ampia libertà di parola. Non ho potuto, purtroppo, ascoltare gli interventi, perché non ero presente ma collegato via Skype, e perché avevo un altro impegno.
Bocelli ha detto di essersi sentito offeso come cittadino dal lockdown. Anche lei si è sentito offeso? Crede che le restrizioni siano state eccessive?
Che il periodo di clausura abbia posto limiti a molte libertà non vi è dubbio. Che molti di tali limiti – ad esempio, quello alla libertà di culto o quelli disposti dal decreto legge numero 6, poi abrogato – siano stati disposti in modo sproporzionato e irragionevole l’ho detto e scritto più volte. Che le compressioni delle libertà siano state disposte per un fine ulteriore e apprezzabile, quello di tutelare la salute, mi pare altrettanto sicuro.
Salvini ha rivendicato di non indossare la mascherina e di salutare le persone stringendo la mano. Che ne pensa? E lei come si comporta?
andrea bocelli e matteo salvini al convegno sul coronavirus in senato
Evito di dare la mano – in molti Paesi del mondo ci si saluta in altro modo, perché non farlo in Italia? – e indosso la mascherina quando è necessario. Consiglio a tutti di fare altrettanto per motivi di profilassi.
Il suo contributo ha riguardato nello specifico la probabile proroga dello stato di emergenza. Lei è notoriamente contrario.
La proroga sarebbe la dichiarazione ufficiale di uno stato di fatto che non c’è. La motivazione che è stata data – per comprare i banchi monoposto e le mascherine per le scuole – è risibile, perché vi sono molti strumenti e procedure per fare appalti urgenti. In generale, agli strumenti eccezionali si deve fare ricorso per periodi limitati e con limiti analiticamente dettati da apposito atto normativo primario, come è stato stabilito dalla Corte costituzionale in molte sentenze, da oltre cinquant’anni.
2. RISCHIOSO LO STATO DI EMERGENZA SENZA EMERGENZA
Paolo Becchi per ''Libero Quotidiano''
matteo salvini tocca andrea bocelli al convegno sul coronavirus in senato
Ho già scritto che l' incubo di uno stato di emergenza senza emergenza avrebbe terrorizzato anche i più smaliziati e lucidi pensatori della nostre società. Più "distopico" di quanto un Philip Dick avrebbe osato immaginare; più "biopolitico" di quanto Foucault si sarebbe immaginato, quando denunciava i dispositivi di governo delle società ormai post-disciplinari. Ebbene questo incubo sta rischiando di divenire realtà. Partiamo da un dato reale. Nessuno può oggi sostenere che esista una emergenza da Covid. I morti si contano sulle dita delle mani, le terapie intensive sono semivuote.
Dal punto di vista sanitario, di fatto non esiste emergenza. Certamente, il rischio esiste, nella misura in cui l' epidemia potrebbe ritornare, magari con l' autunno. Potrebbe, appunto: una probabilità. Ma lo "stato di emergenza" è uno stato. A giustificarlo, cioè, è l' esistenza, al momento in cui lo si dichiara, di una emergenza, diciamo anche un pericolo: ma di un pericolo attuale, che è cosa diversa dalla possibilità che, in futuro, esso potrebbe presentarsi.
La strategia del governo è quella di governare attraverso uno stato di emergenza permanente, facendo valere una logica "securitaria" tale per cui l' azione governativa sarebbe legittimata, più che a risolvere le emergenze, a impedire che si verifichino.
PAOLO BECCHI
L' emergenza diventa permanente perché non c' è (perché si potrà sempre dire che senza i provvedimenti di emergenza essa si verificherebbe - prova impossibile da dare)! Ma in questo modo, si finisce per rendere privo di significato lo stesso istituto giuridico della dichiarazione di uno stato di emergenza, il quale ha senso solo in quanto questo rimanga l' eccezione, e non divenga la regola.
Dal momento che la cosa sembrava troppo sporca, si è deciso di coinvolgere il Parlamento, bypassato la prima volta. Il che è contradditorio: perché se fossimo in una situazione di emergenza, non ci sarebbe il tempo per calendarizzare e discutere la questione, mentre i morti aumentano. Se il Governo si può oggi permettere il siparietto parlamentare, è proprio perché lo stato di emergenza, di cui chiede la proroga, non c' è più.