Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
justin mohn
In un video di 14 minuti pubblicato martedì sera su Youtube, Justin Mohn, trentaduenne della periferia di Philadelphia, mostrava la testa del padre in un sacchetto di plastica dentro una pentola da cucina, dopo averlo decapitato. Esponeva una serie di teorie complottiste contro l’amministrazione Biden, sull’immigrazione, la politica fiscale, il crimine nelle città e la guerra in Ucraina.
Sembrava leggere da un testo scritto, mentre accusava il padre Michael, 68 anni, impiegato federale da venti, di essere un traditore. E invocava la morte di tutti i funzionari pubblici, si scagliava contro la comunità Lgbtq, il movimento Black Lives Matter. Si descriveva, infine, come il leader di una milizia. […]
justin mohn 1
È stata la madre di Justin a trovare il corpo del marito e chiamare la polizia. L’assassino è stato arrestato — armato di pistola — dopo che aveva oltrepassato la recinzione di una base della Guardia nazionale a 160 chilometri di distanza dal luogo del delitto. Nel bagno della casa di Levittown, Pennsylvania, sono stati trovati un coltello e un machete oltre al cadavere di Michael Mohn, ingegnere nella sezione geoambientale dell’esercito Usa.
È un esempio estremo di una ondata di violenza politica negli Stati Uniti che non si vedeva dagli anni Settanta, secondo una indagine dell’agenzia Reuters, che ha documentato 232 atti di violenza politicamente motivati avvenuti dopo l’assalto al Congresso di Washington il 6 gennaio 2021.
«Dei 22 incidenti fatali, 15 sono attribuiti dalla polizia o dai procuratori all’estrema destra», secondo l’inchiesta. Mohn scriveva online messaggi violenti antigovernativi da anni: nell’agosto 2020 aveva dichiarato che chi è nato dopo il 1991 (come lui) deve portare avanti una «rivoluzione sanguinosa»; aveva già incoraggiato l’assassinio dei suoi stessi familiari e di funzionari pubblici. Aveva inoltre fatto causa — perdendo — alla compagnia di assicurazione «Progressive Insurance» per cui lavorava in Colorado, accusandola di averlo discriminato in quanto uomo e in quanto intelligente e istruito al di sopra della norma.
justin mohn con la sua famiglia
Allo stesso tempo, la storia di Justin Mohn illustra l’incapacità dei social di evitare la diffusione di filmati violenti come questo, paragonato alle decapitazioni pubblicate online dall’Isis o alle sparatorie di massa mostrate ormai spesso in tempo reale dagli attentatori. È rimasto per cinque ore su YouTube prima che venisse rimosso — secondo la polizia — ed è stato visto migliaia di volte. […]